Pur di tenere in vita l’azienda, era stato costretto a una scelta scomoda. Non versare l’Iva, ma garantire gli stipendi ai dipendenti. Il giudice ha compreso le sue ragioni e lo ha assolto. Il fatto non costituisce reato per mancanza di dolo. La vicenda di un imprenditore casentinese produttore di infissi ha quindi avuto un lieto fine.
All’origine di tutto, una crisi di settore iniziata nel 2001. Così, 40 anni di lavoro e impegno erano finiti in fumo, ed era arrivato il fallimento. Dieci anni dopo l’uomo decise di usare i soldi rimasti per saldare gli impiegati.
«Limitandosi solo a considerare il mancato pagamento dell’Iva, l’imputato non poteva che essere considerato colpevole, ma allargando l’analisi nel caso in questione è stato dimostrato come l’imputato abbia cercato fino in fondo di salvare la sua azienda ed i posti di lavoro». Così l’avvocato Fatini, il difensore dell’uomo.
«Non potevo abbandonarli, per me sono come figli». Questa la significativa riflessione dell’imprenditore a margine del processo.
Un debito accorcia la vita. A volte può addirittura porre fine a essa. Fortunatamente esiste uno strumento, noto come legge sul sovraindebitamento, capace di disinnescare situazioni esplosive e salvaguardare le istanze di ambo le parti.
Quotidianamente, persone fisiche e non affollano i Tribunali per chiedere di accedere alla “composizione della crisi da sovra indebitamento”. Non sempre però, è possibile beneficiarne, in quanto la modulistica presentata è lacunosa, o sono imprecise le informazioni contenute. L’assenza di un apposito Organismo di raccordo ha, evidentemente, peggiorato la situazione. La buona notizia è che, il primo in assoluto, è nato a Milano in questi giorni.
«Ridurre le tensioni sociali e pervenire in tempi rapidi a soluzioni eque, per il debitore e per il creditore. Nel nuovo istituto potranno confluire molti casi segnalati all'Ordine dagli ‘sportelli’ del cittadino istituiti in convenzione con il Comune nelle nove municipalità e in numerosi comuni della Città metropolitana. In particolare dallo sportello di orientamento legale per le vittime di racket e usura, o dalle segnalazioni dei casi di morosità non colpevole degli inquilini, da parte di Comune e Prefettura, in base al Protocollo di intesa che verrà rinnovato a breve, in Prefettura». Così Remo Danovi, presidente dell’Ordine degli Avvocati di Milano.
Insomma, questa modifica potrebbe fare davvero la differenza, a patto che il cittadino dimostri fattivamente la sua volontà di risolvere la situazione. «Il debitore deve rivolgersi all'Organismo, e deve comportarsi con il professionista nominato gestore della sua crisi, con la massima sincerità e in spirito di collaborazione. Proprio come quando si ‘consegna’ al medico in presenza di una malattia. Lui può curarlo, ma deve sapere tutto». A fare il punto è il giudice Paluchowski.
Lo ammetto sono un bancario pentito. 5 anni di banca mi hanno segnato per sempre il CV.
La Banca. Ma che è?
Una banca è un istituto che esercita congiuntamente l'attività di raccolta del risparmio tra il pubblico e di esercizio del credito; costituisce raccolta del risparmio l'acquisizione di fondi con obbligo di rimborso.
La banca svolge pertanto un'attività di intermediazione finanziaria. [wikipedia]
Oddio, e che vuol dire? Già la definizione per il 96% della popolazione adulta è difficile da capire!
I sondaggi inutili. La banca del futuro e altre frasi ad effetto...
Adesso le Banche per darsi un "tono" si sono messe su Internet.
Lo hanno chiamato "home banking" (cioè, la banca a casa) e, spendendo miliardi in consulenze informatiche, ci hanno forniti di 1 username, 2 password (come se non ne avessimo abbastanza) e una chiavetta
che cambia i numeri all'infinito e una carta con una combinazione tipo "battaglia navale" dove incrociare altri numeri.
Poi, all'improvviso ti escono fuori altre Banche online (figlie di quelle fisiche) dai nomi più strambi.
Tipo Widiba (sembra una pietanza africana) o Conto Yellow (tipo limoncello di Amalfi) e ti propongono il sondaggione: "Che banca vorresti?"
Ovviamente con domande tecnologiche e preimpostate.
Ma che cosa vogliono realmente i clienti da una banca?
CHE SI COMPORTI RAZIONALMENTE!
Ma poiché la cosa è impossibile, ci rinunci e speri nell'avvento di qualche banca straniera che, prima che scappi dall'Italia, ti dia una sensazione di piacevole attenzione ai tuoi bisogni.
Ecco 5 cose che non capirò mai
Perché se la banca è diventata online, le operazioni il sabato o la notte non vengono eseguite?
Perché se mi serve un prestito di 8.500€ devo andare in un'agenzia e ripetere le stesse cose che ho scritto nel modulo online? e firmare 20 fogli sulla trasparenza e privacy che non leggerò mai, e che se non firmerò non mi verrà concesso il finanziamento?
Perché devo inserire 1 username e 2 password per poter solo vedere il saldo?
Perché quando faccio bancomat non ricevo un SMS con il saldo residuo?
Perché quando faccio un bonifico di venerdi pomeriggio il beneficiario riceverà i soldi, forse, solo il Martedì successivo?
Le banche non conosco i loro clienti
Chi di voi ha mai ricevuto una email, sms o, addirittura, una telefonata il giorno del proprio compleanno dalla banca?
Perché Google mi cambia il doodle quando accedo a google.it al mio compleanno?
Perché quando subisco un disservizio, mi arriva una email di scuse da PayPal e mi rimborsano in real-time (anche di sabato notte)?
Perché se perdo il bancomat o la carta di credito non posso riceverla all'indirizzo che voglio come fa ViaBuy? in 48 ore!
Capre
La risposta "sgarbiana" è solo una: sono delle CAPRE!
Una massa di impiegati inutili, incapaci e vittime delle gerarchie interne.
Dove il capo conta di più del cliente.
Ecco la banca che NON vogliono veramente i clienti.