Ciò che non uccide, fortifica, è proprio il caso di dirlo.
La vicenda di Mario Bortoletto ne è la prova. L’imprenditore edile padovano è infatti “sopravvissuto” agli illeciti bancari, e, forte della consapevolezza costruita sul campo, ha deciso di mettersi “al servizio” di chi sta vivendo lo stesso dramma.
Dopo il primo libro dal titolo assai eloquente, La rivolta del correntista, ha dato alle stampe Contro gli abusi delle banche. L’associazione da lui presieduta si occupa delle perizie richieste dai clienti degli istituti di credito.
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A oggi, sono più di mille quelle effettuate, a fronte di numerose cause milionarie concluse positivamente.
Il riscatto, per Mario Bortoletto, è iniziato in un momento ben preciso. Ovvero, quando gli fu chiesto di restituire circa 23.000 euro da un giorno all’altro, per un conto corrente utilizzato per spese domestiche. Sostanzialmente si trattava di una cifra esigua, pretesa «con insistenza. Non mancavano neppure le minacce di una segnalazione in Crif. Ho fatto presente che avevo dei contratti in corso, ma non è servito a niente. Nel frattempo, avevo perso anche il sonno – letteralmente – e i miei familiari avevano cominciato, a loro volta, ad allarmarsi.
A un certo punto mia moglie ha preso in mano la situazione.
Mi ha raccontato le storie di alcuni imprenditori in causa con le banche. Mi sono documentato, e ho capito che avrei dovuto chiedere una perizia econometrica».
A seguito dell’analisi dei conti correnti, è emerso che Bortoletto aveva subito interessi da capogiro, ben al di sopra del cosiddetto tasso soglia. Questo ha fatto nascere in lui il legittimo sospetto di essere stato vittima di usura.
Così si è recato in filiale.
«Ho firmato davanti ai responsabili dell’istituto un assegno di 30 mila euro. Ho fatto finta di consegnarlo e poi ho detto: “Prima, però, dovete vedere questa” e ho tirato fuori la perizia dalla quale risultava che a fronte dell’applicazione di interessi usurari sarebbero stati loro a dovermi dei soldi.
Si sono inalberati: “Passiamo la cosa al nostro ufficio legale”. “Bravi, vediamo che dicono.
Qui ci sono 37 mila euro di applicazione di tassi oltre soglia” ho risposto, e il loro atteggiamento ha cominciato a cambiare: “Come può dirci questo dopo 16 anni che lavoriamo insieme?”. Sono usciti cinque minuti a confabulare e poi con un sorrisone mi hanno offerto prima 5 mila e poi 10 mila euro. “Ci vediamo in tribunale” ho risposto».
Dopo una battaglia legale durata un anno e mezzo, Bortoletto ha visto riconosciute le sue ragioni. L’istituto di credito gli ha dovuto risarcire 90.000 euro, nelle cinque cause finora vinte (a fronte delle otto totali) ed ha scritto questo libro disponibile su Amazon
Ecco, in breve, i consigli di Bortoletto ai correntisti in ansia per i loro risparmi.
«Evitate di apporre delle firme a contratti seduta stante. Conservate tutti gli estratti, anche i conti vecchi. Per esperienza posso dire che una perizia econometrica serve sempre, anche quando non si hanno problemi, se non altro per capire come si è stati trattati dalla banca e perché un istituto di credito può chiedere in qualunque momento il rientro di un fido. L’importante è non lasciarsi scoraggiare. Il 50 % dei consumatori, dopo il no alla mediazione, si arrende e poi la metà di chi resiste finisce per rinunciare temendo di doversi sobbarcare pesanti spese legali. Infine, occhio alla prescrizione decennale».
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