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E se all'improvviso si bloccassero i bancomat anche in Italia?

Nessun giornale o televisione ne ha parlato. Infatti, molti non sanno che il 25 Maggio scorso, a Roma, è stato firmato un protocollo di intesa tra la Banca d'Italia, l'ABI, Poste Italiane e il Ministero dell'Interno: "Protocollo di intesa per la continuità operativa della distribuzione delle banconote".

Perché è stato firmato in fretta e furia questo accordo? Perché è stato necessario firmarlo? Ma soprattutto, cosa è stato deciso? 

Il Co.Ban.
Questo il nome del comitato, è formato da un rappresentante di ognuno dei quattro firmatari e lavorerà insieme al CODISE, un altro comitato istituito per gestire le crisi operative della piazza finanziaria italiana.

 

Ciò che ci ha più colpito è l'art. 3 del memorandum d'intesa, alla quarta delle sei pagine del documento, cioè l'articolo che elenca gli eventi critici in base ai quali il Co.ban. dovrebbe attivarsi. "A titolo esemplificativo e non esaustivo", gli eventi possono essere: 

  1. calamità naturali, 
  2. disastri ambientali, 
  3. scioperi di lunga durata, 
  4. attacchi criminali e terroristici, 
  5. interruzioni temporanee dell'attività degli istituti di vigilanza per divieti imposti dalle autorità.
La cosa che desta più preoccupazione è proprio il 5° punto: gli istituti di vigilanza privati sono gli organi deputati al rifornimento dei Bancomat e sono regolati dal Ministero dell’Interno che, per sua natura, deve anche assicurare l'ordine pubblico.
 
Ovviamente, chi legge l'accordo penserà subito alla Grecia. Ma ecco qualche risvolto di un eventuale chiusura dei Bancomat per 1 settimana.
Innanzitutto PANICO! 
Nessuno ha a casa denaro liquido sufficiente per affrontare la spesa giornaliera di alimentari per 1 settimana.
Le transazioni con carta di credito verrebbero rifiutate dai commercianti, che si troverebbero impossibilitati a prelevare gli incassi.
Inzierebbe un mercato nero dei contanti, acquistabile con baratti di qualsiasi genere.
Svendita di oro e gioielli per ottenere moneta liquida.
Stipendi accreditati e non usufruibili. Operatività bancaria interrotta. Quindi niente bonifici.
Il disastro totale.
 
Per fortuna non ci sono segnali che facciano presagire tutto ciò, ma si sappia che il primo allarme che anticiperà un default sarà proprio il blocco dei bancomat.
Consigli? Tenete sempre 500€ a casa! almeno ci si potrà comprare pane e latte!
 
Duccio
 
 

 

 

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A quando la prossima crisi?

Dopo un mese di pausa, quello che sta per arrivare, dove giornali e tv non ci assilleranno su Grecia, Spread e Debito pubblico, giungerà il momento di riprendere in mano la guida del sistema economico, visto che all’orizzonte le dinamiche attuali ricordano quello che accade nel 2007, quando molti analisti intravidero i bagliori della tempesta perfetta.
 
I mercati azionari
Ormai non riflettono più in alcuna maniera l’economia reale e sono solo dominio della fisica e degli algoritmi matematici e di chi li capisce. Nel 2016 nuovi dati economici sono all’orizzonte prima di una nuova e ancora più spettacolare tempesta perfetta.
Ci spiace per tutti coloro che vedono solo disfattismo dietro quest'analisi pre-vacanziera, ma questa è la pura e semplice verità figlia del tempo e noi siamo solo suoi figli, ottimisti ben informati.
La prossima crisi non arriverà dall' Oriente, non dai paesi emergenti o dalla sola Cina, la prossima crisi troverà solo materiale esplosivo in Europa.
 
Ecco le motivazioni
a) la crescita supera il livello del debito.
b) il livello del debito scende sotto quello della crescita economica.
c) l’inflazione
d) default e ristrutturazioni del debito di massa.
Livello del debito in Europa è solo l’ultima conseguenza di una crisi essenzialmente di debito privato che ha portato a nuovi record i debiti pubblici 
 
La conferma è arrivata dai dati Eurostat.
Alla fine dello scorso aprile, il debito pubblico dell’Eurozona si ritrova più alto di quasi 254 miliardi di euro rispetto a un anno prima. Il rapporto debito-Pil dell’area euro segna un nuovo record, a quota 92,9%, in aumento di un punto percentuale rispetto a 12 mesi prima. 
Nel 1999, anno di introduzione dell’euro, il rapporto era al 72%. Ha oscillato negli anni successivi fino a un minimo del 66,2% nel 2008, per poi impennarsi prima con la crisi finanziaria globale e poi con quella dei debiti sovrani dell’eurozona (appunto)
La stessa dinamica è in corso a livello globale, il debito aumenta in maniera esponenziale
 
E l'Italia?
Per quanto riguarda il debito pubblico italiano meglio non pensarci e andare in vacanza! Altrimenti il ministro Padoan si potrebbe annoiare a sentir parlare di nuovi record! Forse dimentica che ciò che conta è la crescita nominale, peccato sia estinta da anni…
 
Quali saranno le soluzioni? 
Solo e sempre quantitative easing della BCE. Iniettare un livello di liquidità tale da dare l’ultima e definitiva accelerazione alle illusioni dei mercati azionari prima dell’esplosione deflativa finale e un incremento del debito degli stati spaventoso.
Domandone: ma tutti questi prestiti emessi dalla BCE chi li rimborserà? e, soprattutto, come?
 
Buone vacanze d'agosto
 
Duccio

 

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Pane “sospeso”, così dai da mangiare a chi non può permetterselo

Ci sono molti modi di “fare del bene”. I più efficaci e realmente incisivi restano, tuttavia, quelli legati al quotidiano, perché soddisfano i bisogni primari delle persone. Come nel caso del caffè sospeso, le cui origini sono da ricercare nella Napoli del secondo dopoguerra. All’epoca, chi poteva permetterselo, oltre al caffè che beveva, ne lasciava pagato un altro, per gli indigenti o per la clientela femminile. Il contesto odierno, caratterizzato da profonde difficoltà economiche, ha rilanciato una pratica come questa, cui se ne sono aggiunte molteplici analoghe.
 
Il pane sospeso, ad esempio, è “partito” a Napoli e Trieste. Nel capoluogo campano l’iniziativa è stata promossa dal Presidente di Unipan (associazione panificatori della Campania) Mimmo Filosa e dal componente dell’esecutivo nazionale dei Verdi Francesco Emilio Borrelli. «Sono davvero tante le persone che hanno difficoltà oramai anche ad acquistare un pezzo di pane. Vogliamo aiutarle concretamente, e saremo anche molto discreti perché molte famiglie si vergognano di manifestare la propria povertà».
 
Nella cittadina friulana, invece, la prima panetteria che ha aderito è stata quella di Manuela di via di Giarizzole 10. Sin da subito, la partecipazione è stata superiore alle aspettative. «Sono rimasta senza parole per l'entusiasmo dimostrato dalla gente di questo rione. Subito, con slancio di generosità, i clienti hanno deciso in molti di non ritirare 40 o 50 centesimi di resto e di metterli a disposizione di chi ha bisogno. Qualcuno ha dato anche cinque euro». 
 
Milano ha “risposto” con le visite sospese offerte dal poliambulatorio “Medici in famiglia” «Ecco come puoi aiutarci» si legge sul sito. «Regalando visite gratuite: puoi acquistare visite o pacchetti di visite che utilizzeremo per curare gratuitamente famiglie particolarmente svantaggiate». L’associazione si avvale di un gruppo di specialisti che hanno scelto di dedicare un certo numero di ore settimanali a effettuare visite a costi contenuti.
 

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