Le attività criminose sono in tutto simili ai camaleonti. Abili a nascondersi tra le pieghe del quotidiano e del “legale”, colpiscono nei momenti di maggior fragilità, quando, pensando di non avere scelta, ci si “aggrappa” a qualunque cosa (o quasi), pur di salvarsi. Questo meccanismo ha fatto la “fortuna” dell’usura. Molte, troppe, le morti che ha causato, ora però si diffondono sul territorio le associazioni impegnate a combatterla. Oggi diamo la parola a una di loro, il Comitato Mura Latine, attivo a Roma. Ecco la prima parte dell’intervista che ci ha rilasciato insieme al FAI Associazione Antiusura Ostia Volare.
L'usura è un dramma troppo spesso vissuto in silenzio e quasi con vergogna dalle vittime. Quali sono i primi (e più importanti) buoni motivi con cui cerchereste di convincere i più reticenti a uscire allo scoperto e denunciare?
E’ necessario fare una premessa.
Esistono due tipi di usura: una di tipo tradizionale che ha come fine il guadagno illecito attraverso il prestito di denaro ad interessi usurai e ha come vittime le famiglie e le micro imprese in stato di difficoltà economica.
Un altro tipo di usura è invece quella strutturata che ha come fine quello di depredare gli imprenditori dei loro patrimoni produttivi ed immobiliari.
La differenza tra le due è sostanziale poiché in quella tradizionale convivono forme di credito e micro-credito di sussistenza, a volte familistico. Vittima e carnefice spesso si conoscono e condividono uno stesso ambiente sociale. Viene praticata da un usuraio il cui unico scopo è quello di lucrare il più possibile sulla necessità di liquidità di un singolo, con la firma di cambiali, con il rinnovo degli assegni fingendo di accontentarsi di un gioiello, di un orologio d’oro per concedere una proroga nella restituzione del prestito.
L’altro tipo di usura, quella che abbiamo chiamato strutturata, riguarda esclusivamente le organizzazioni criminali, in particolare quelle di stampo mafioso che puntano essenzialmente ad impossessarsi dei beni degli imprenditori. Queste organizzazioni criminali non sono disponibili a rinnovare le scadenze degli assegni, e chiedono in garanzia quote di partecipazione delle aziende, procure a vendere, compromessi di acquisto di case e beni.
Il fenomeno è complesso perché si fonda sulla relazione che si instaura tra usurato e usuraio. Chi è vittima dell'usura vive nella convinzione di non avere comunque alternative alla propria situazione: l’usuraio è percepito come un amico, che nel momento del bisogno lo ha aiutato e non ne riconosce l’obiettivo depredatorio.“L'usuraio è colui che distrugge, ma comunque rappresenta la soluzione; è quello che porta via la casa ma è anche colui al quale si può sempre far riferimento per cambiare un assegno. … è questa relazione perversa che bisogna riuscire ad aggredire e lo si può fare offrendo alternative: l'usuraio garantisce il cambio di assegno, e noi garantiamo un'altra via di uscita”.(1)
Non è facile convincere le vittime ad affermare che sono ostaggio dell’usura e di conseguenza accompagnarle alla denuncia.
Una parte del nostro lavoro consiste nell’aiutarle a liberarsi dal sentimento della vergogna, a aiutarle a considerare la propria condizione come quella di chi è vittima d’una ingiustizia, vittima per essere andato in cerca dell’usuraio pur avendo sbagliato. Bisogna incoraggiare le vittime quindi ad uscire allo scoperto, offrendo una sponda alla loro sofferenza perché anche se i veri nemici sono gli usurai esistono nemici ancor più insidiosi e pericolosi: la solitudine e l’isolamento. Solo dopo aver contenuto la loro sofferenza si potrà aiutarle a capire dove hanno sbagliato perché è solo attraverso il riconoscimento delle proprie responsabilità che potranno riconciliarsi con se stessi e riprendere in mano la loro vita.
Nella maggior parte dei casi la vittima denuncia lo sfruttamento solo dopo che ha perso tutto, sia a livello affettivo che economico.
C’è anche chi non denuncia perché ha subito minacce e ha paura delle ritorsioni su di sé e sui propri familiari. In questo caso le vittime vengono rassicurate su possibili ritorsioni conseguenti alla denuncia. Le violenze a seguito di denuncia sono rarissime in quanto la violenza serve all’usuraio per convincere la vittima a pagare, ma a seguito della denuncia, l’eventuale sua ritorsione andrebbe a cadere come un’aggravante in più per la sua posizione.
Per convincere le vittime a denunciare si cerca di far recuperare la fiducia nelle Istituzioni, in quanto spesso la loro è anche storia di ingiustizie subite e non solo di sbagli commessi, per cui vedono nelle istituzioni la cause delle loro disgrazie. Si cerca inoltre di ridimensionare l’immagine e la forza dei propri usurai. Visti all’inizio come benefattori e improvvisamente scoperti come carnefici, le vittime possono essere aiutate a prendere coscienza che denunciando gli aguzzini tutta la loro arroganza e forza svanisce. I ruoli si invertono scoprendosi molto più forti di loro proprio attraverso la denuncia. Si informa anche, in caso di usura strutturata, che denunciare permette di poter rientrare nell’economia legale avvalendosi degli aiuti previsti dalla legge 108/96 e s.m.i. Infatti lo Stato offre alle vittime, non solo la possibilità di spezzare quel legame mortale ma anche di reinserirsi nell’economia, ovvero la possibilità di riprendersi in mano la propria vita. In ogni caso le vittime vengono altresì informate che l’iter procedurale è assai complesso ma che in tutto questo percorso non verranno mai lasciate sole.
Attualmente ci sono alcuni Fondi pubblici a disposizione di chi è caduto nella trappola dell'usura e dell'estorsione. Come funzionano? Possono ritenersi concretamente efficaci?
Si, esistono dei fondi pubblici previsti dalla legge 108/96, 44/99 e 3/2012 per il reinserimento di soggetti che esercitano attività imprenditoriale, commerciale, artigianale o comunque economica, ovvero una libera arte o professione nell’economia legale, qualora questi subiscano danni da estorsione e/o usura.
Il legislatore ha voluto differenziare le due tipologie di vittime. Infatti la vittima di estorsione che ha subito un danno emergente, da mancato guadagno anche solo per un’intimidazione può accedere al Fondo di solidarietà previsto dalla legge 44/99. In questo caso, dopo gli opportuni accertamenti da parte delle Forze dell’Ordine e della Magistratura le vittime di estorsione possono accedere al fondo ottenendo una elargizione pari al danno subito.
La vittima di usura, invece, può accedere al Fondo di solidarietà, dopo aver denunciato.
Dopo gli opportuni accertamenti, l’usurato potrà ottenere un mutuo senza interessi da restituire in dieci anni pari al danno da interessi usurari subiti.
Naturalmente, sia in caso di elargizione che di mutuo, la somma concessa dal Comitato di Solidarietà per le vittime dell’estorsione e dell’usura in seno al Ministero dell’Interno, dovrà essere reinvestita in un’attività economica che non necessariamente deve essere uguale alla precedente.
Pertanto possiamo sostenere che gli aiuti dello Stato ai soggetti economici vittime dei citati reati sono reali ed efficaci anche se spesso l’iter burocratico è lungo.
(1) https://legislature.camera.it/_dati/leg13/lavori/stenbic/24/2001/0206/s020.htm
(continua)
Franziska