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Sprecozero.net: i Comuni virtuosi hanno a cuore l’ambiente…e il portafoglio dei cittadini

Qual è il modo più efficace e rapido per promuovere buone prassi? 
 
Certamente fare rete e comunicare. Condividere le esperienze portate avanti da molteplici realtà costituisce esempio utile a tracciare il percorso di chi si trova in situazioni analoghe, evitando di incappare in errori già fatti. Insomma, la cooperazione permette di massimizzare le risorse, convogliandone l’impiego in direzioni specifiche e riducendo la dispersione di tempo, energie … e soldi.
Un metodo, questo, che si rivela particolarmente utile quando si tratta di amministrazioni locali. Gestire realtà territoriali (più o meno) complesse può rivelarsi impresa meno facile del previsto, non solo per chi è a digiuno di burocrazia. Infatti, quando si è responsabili del destino di una comunità, lo scivolone è dietro l’angolo. Confrontarsi con altri addetti ai lavori completa e integra il bagaglio di competenze di ciascuno, gettando spesso, peraltro, anche le basi per l’attivazione di progetti condivisi. 
Questo è lo spirito che anima il progetto Sprecozero.net. Qui di seguito l’intervista al fondatore Stefano Mazzetti, sindaco di Sasso Marconi, comune di 15mila abitanti in provincia di Bologna. 
 
Quando e perché è  stata costituita l’associazione?
Nasce un paio d’anni fa in occasione di un grande evento organizzato a Sasso Marconi per promuovere le buone pratiche ambientali attivate a livello locale. In quell’occasione ci siamo resi conto che avevamo fatto moltissime cose ma che, rimanendo chiuse nel nostro piccolo contesto, sarebbero sempre state poco impattanti. Viceversa, provando a diffonderle in altri territori avremmo avuto la possibilità di migliorare l’ambiente e la qualità della vita di tante persone.
 
Chi sono i fondatori di Sprecozero.net e chi ne fa parte oggi?
Ho fondato io l’associazione, insieme al prof. Andrea Segrè che in quel momento stava lanciando il progetto Last Minute Market. Il tema degli sprechi alimentari (a cui Segrè continua a lavorare) è molto importante perché si basa sul paradosso che con una piccola parte dell’enorme quantità di cibo che sprechiamo potremmo sfamare la totalità di persone che oggi non hanno accesso ad una quantità sufficiente di alimenti per vivere.
Sprecozero.net però si propone di promuovere la lotta a tutti gli sprechi: acqua, energia, suolo, rifiuti, mobilità ecc. Oggi una cinquantina di Comuni italiani hanno deciso di far parte della rete: grandi città e piccoli paesi, decisi a condividere, copiare, diffondere le migliori pratiche di lotta a tutti gli sprechi.
 
A che punto è l’attuazione della legge contro gli sprechi alimentari e qual è la vostra opinione in merito al provvedimento?
Si tratta di una legge necessaria e molto ben fatta. Come Sprecozero.net l’abbiamo sostenuta nella fase preparatoria e continuiamo a farlo ora che è una Legge dello Stato. Si tratta di armonizzare una serie di norme regionali soprattutto di ambito “socio-sanitario” per consentirne l’applicabilità su larga scala in tutto il territorio nazionale.
 
State lavorando a progetti specifici? Se sì, quali?
Il nostro proposito è molto semplice: raccogliere informazioni sulle buone prassi attivate a livello locale e diffonderle alle amministrazioni pubbliche più sensibili. Questo viene fatto attraverso il portale digitale Sprecozero.net a cui hanno accesso (con credenziali riservate) i Comuni che decidono di associarsi.
 
Avete in corso collaborazioni con altre realtà locali? 
Collaboriamo con tutte le realtà che propongono idee operative. Tra le proposte degli attuali soci (tutti Comuni e una Regione) ce ne sono molte e decisamente originali. Mi piacciono soprattutto quelle che utilizzano le nuove tecnologie digitali, gli smartphone e la geo-referenziazione trasformando in gioco azioni quotidiane utili a contenere gli sprechi.
 
Tre azioni a costo zero che anche il cittadino “medio” può compiere, nel suo quotidiano, per ridurre il suo impatto.
Partirei senz’altro dalla corretta differenziazione dei rifiuti perché crea consapevolezza. Poi c’è l’attenzione nel fare la spesa, scegliendo prodotti locali a Km zero e limitando le scorte. Infine condivido con i lettori un aforisma che mi piace molto: “le cose importanti della vita non sono cose”… quindi riuso, riuso e riuso!
Qual è il modo più efficace e rapido per promuovere buone prassi? 
 
Certamente fare rete e comunicare. Condividere le esperienze portate avanti da molteplici realtà costituisce esempio utile a tracciare il percorso di chi si trova in situazioni analoghe, evitando di incappare in errori già fatti. Insomma, la cooperazione permette di massimizzare le risorse, convogliandone l’impiego in direzioni specifiche e riducendo la dispersione di tempo, energie … e soldi.
Sprecozero_net_Stefano_MazzettiUn metodo, questo, che si rivela particolarmente utile quando si tratta di amministrazioni locali. Gestire realtà territoriali (più o meno) complesse può rivelarsi impresa meno facile del previsto, non solo per chi è a digiuno di burocrazia. Infatti, quando si è responsabili del destino di una comunità, lo scivolone è dietro l’angolo. Confrontarsi con altri addetti ai lavori completa e integra il bagaglio di competenze di ciascuno, gettando spesso, peraltro, anche le basi per l’attivazione di progetti condivisi. 
Questo è lo spirito che anima il progetto Sprecozero.net. Qui di seguito l’intervista al fondatore Stefano Mazzetti, sindaco di Sasso Marconi, comune di 15mila abitanti in provincia di Bologna. 
 
Quando e perché è  stata costituita l’associazione?
Nasce un paio d’anni fa in occasione di un grande evento organizzato a Sasso Marconi per promuovere le buone pratiche ambientali attivate a livello locale. In quell’occasione ci siamo resi conto che avevamo fatto moltissime cose ma che, rimanendo chiuse nel nostro piccolo contesto, sarebbero sempre state poco impattanti. Viceversa, provando a diffonderle in altri territori avremmo avuto la possibilità di migliorare l’ambiente e la qualità della vita di tante persone.
 
Chi sono i fondatori di Sprecozero.net e chi ne fa parte oggi?
Sprecozero_net_Stefano_MazzettiHo fondato io l’associazione, insieme al prof. Andrea Segrè che in quel momento stava lanciando il progetto Last Minute Market. Il tema degli sprechi alimentari (a cui Segrè continua a lavorare) è molto importante perché si basa sul paradosso che con una piccola parte dell’enorme quantità di cibo che sprechiamo potremmo sfamare la totalità di persone che oggi non hanno accesso ad una quantità sufficiente di alimenti per vivere.
Sprecozero.net però si propone di promuovere la lotta a tutti gli sprechi: acqua, energia, suolo, rifiuti, mobilità ecc. Oggi una cinquantina di Comuni italiani hanno deciso di far parte della rete: grandi città e piccoli paesi, decisi a condividere, copiare, diffondere le migliori pratiche di lotta a tutti gli sprechi.
 
A che punto è l’attuazione della legge contro gli sprechi alimentari e qual è la vostra opinione in merito al provvedimento?
Si tratta di una legge necessaria e molto ben fatta. Come Sprecozero.net l’abbiamo sostenuta nella fase preparatoria e continuiamo a farlo ora che è una Legge dello Stato. Si tratta di armonizzare una serie di norme regionali soprattutto di ambito “socio-sanitario” per consentirne l’applicabilità su larga scala in tutto il territorio nazionale.
 

State lavorando a progetti specifici? Se sì, quali?

Sprecozero_net_Stefano_MazzettiIl nostro proposito è molto semplice: raccogliere informazioni sulle buone prassi attivate a livello locale e diffonderle alle amministrazioni pubbliche più sensibili. Questo viene fatto attraverso il portale digitale Sprecozero.net a cui hanno accesso (con credenziali riservate) i Comuni che decidono di associarsi.

 
Avete in corso collaborazioni con altre realtà locali? 
Collaboriamo con tutte le realtà che propongono idee operative. Tra le proposte degli attuali soci (tutti Comuni e una Regione) ce ne sono molte e decisamente originali. Mi piacciono soprattutto quelle che utilizzano le nuove tecnologie digitali, gli smartphone e la geo-referenziazione trasformando in gioco azioni quotidiane utili a contenere gli sprechi.
 
Tre azioni a costo zero che anche il cittadino medio può compiere, nel suo quotidiano, per ridurre il suo impatto.
Sprecozero_net_Stefano_MazzettiPartirei senz’altro dalla corretta differenziazione dei rifiuti perché crea consapevolezza. Poi c’è l’attenzione nel fare la spesa, scegliendo prodotti locali a Km zero e limitando le scorte. Infine condivido con i lettori un aforisma che mi piace molto: “le cose importanti della vita non sono cose”… quindi riuso, riuso e riuso!
 
 
 
 
 
 
 
 

 

 
 
 
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Decalogo delle Bellezza: chi l’ha detto che di cultura non si può campare?

Ci sono concetti, idee, manifestazioni d’essere, che, pur nella loro complessa definizione e delimitazione, impregnano la vita dell’uomo, indirizzando in modo preciso la quotidianità. La bellezza è tra questi. Essa ha attraversato i secoli assumendo il ruolo di una sorta scatola magica, la cui portata e capienza è stata determinata, di volta in volta, dal contesto storico e culturale di riferimento. 
In epoca classica il termine veniva associato a tutto ciò che era caratterizzato da un’armonia formale, in grado di suscitare nell’osservatore una sensazione diffusa di gradevolezza e serenità. Secoli dopo, con l’avvento della modernità, il paradigma della bellezza è stato dapprima respinto e rovesciato, quindi recuperato e rivisitato, ampliandone considerevolmente i confini. Sempre più questa etichetta viene associata alla pregnanza contenutistica in grado di accrescere l’esperienza umana arricchendo la collettività, anche (o forse soprattutto?) laddove la forma è irriverente e dissonante, in quanto mette in discussione ciò che si ritiene acquisito/prestabilito.
A oggi, il concetto di bellezza vive di un respiro ampio e diversificato, che ricomprende al suo interno e abbraccia le realtà (apparentemente) più diverse e distanti. Il Partenone è indiscutibilmente bello, ma non da meno sono certi esempi di street art e album post-punk seminali come Metal Box dei Public Image Limited. 
La bellezza imprime un marchio indelebile ai tempi che viviamo. Costituisce potente motore di sviluppo in termini sociali, economici e culturali. Preservare quella esistente, quindi, crea valore, e getta le basi per l’ideazione di ulteriori contenuti artistici in senso lato. È perciò fondamentale che la comunità solleciti politica e amministratori locali a mobilitare risorse destinate a conservare e incoraggiare il bello. 
Sempre più spesso associazioni diffuse sul territorio si fanno carico delle funzioni di pressione e sensibilizzazione in tal senso. Nei mesi scorsi, a stilare un Decalogo della Bellezza sono state, in collaborazione, il Think Tank “Trinità dei Monti”, British School of Rome e British Council Italy. Qui è possibile leggerlo integralmente.
Nei giorni scorsi il documento è stato ripreso e discusso in occasione del primo Festival di Sky Arte, incentrato sul tema della Rigenerazione. La città che ha ospitato l’evento è stata Napoli, scelta indubbiamente emblematica e azzeccata. Quale luogo, infatti, incarna meglio del capoluogo partenopeo il vitale e vibrante mix di umanità, inventiva e dolente ironia che è tratto peculiare e distintivo di alcuni tra i migliori esemplari della bellezza nella cultura?
Ci sono concetti, idee, manifestazioni d’essere, che, pur nella loro complessa definizione e delimitazione, impregnano la vita dell’uomo, indirizzando in modo preciso la quotidianità
Decalogo della Bellezza Think Tank Trinità dei MontiLa bellezza è tra questi. Essa ha attraversato i secoli assumendo il ruolo di una sorta scatola magica, la cui portata e capienza è stata determinata, di volta in volta, dal contesto storico e culturale di riferimento. 
 
Decalogo della Bellezza Think Tank Trinità dei MontiIn epoca classica il termine veniva associato a tutto ciò che era caratterizzato da un’armonia formale, in grado di suscitare nell’osservatore una sensazione diffusa di gradevolezza e serenità. Secoli dopo, con l’avvento della modernità, il paradigma della bellezza è stato dapprima respinto e rovesciato, quindi recuperato e rivisitato, ampliandone considerevolmente i confini. Sempre più questa etichetta viene associata alla pregnanza contenutistica in grado di accrescere l’esperienza umana arricchendo la collettività, anche (o forse soprattutto?) laddove la forma è irriverente e dissonante, in quanto mette in discussione ciò che si ritiene acquisito/prestabilito.
 
A oggi, il concetto di bellezza vive di un respiro ampio e diversificato, che ricomprende al suo interno e abbraccia le realtà (apparentemente) più diverse e distanti. Il Partenone è indiscutibilmente bello, ma non da meno sono certi esempi di street art e album post-punk seminali come Metal Box dei Public Image Limited
 
La bellezza imprime un marchio indelebile ai tempi che viviamo. Costituisce potente motore di sviluppo in termini sociali, economici e culturali. Preservare quella esistente, quindi, crea valore, e getta le basi per l’ideazione di ulteriori contenuti artistici in senso lato. È perciò fondamentale che la comunità solleciti politica e amministratori locali a mobilitare risorse destinate a conservare e incoraggiare il bello. 
 
Sempre più spesso associazioni diffuse sul territorio si fanno carico delle funzioni di pressione e sensibilizzazione in tal senso. Nei mesi scorsi, a stilare un Decalogo della Bellezza sono state, in collaborazione, il Think Tank “Trinità dei Monti”, British School of Rome e British Council Italy. Qui è possibile leggerlo integralmente.
 
Decalogo della Bellezza Think Tank Trinità dei Monti
La tematica del valore della Bellezza è stata trattata anche in occasione del primo Festival Sky Arte, incentrato sul tema della Rigenerazione. La città che ha ospitato l’evento nei giorni scorsi è stata Napoli, scelta indubbiamente emblematica e azzeccata. Quale luogo, infatti, incarna meglio del capoluogo partenopeo il vitale e vibrante mix di umanità, inventiva e dolente ironia che è tratto peculiare e distintivo di alcuni tra i migliori esemplari della bellezza nella cultura?
 
 
 
 
 
 
 
 

 

 
 
 
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Vivi a Roma? Allora sarai un morto di fame!

Con 200mila euro a Palermo

sicilia_palermoCompri un'appartamento di 170mq! a Genova di 150, a Torino di 140.
Ma se invece hai la "sfiga atomica" di vivere a Roma, sia per scelta (come me), sia per lavoro, allora te tocca un pulcioso bilocale di 40mq (e nemmeno in centro).
 
Ma come sono possibili tali differenze?
Qualità della vita? Traffico?  Panorama mozzafiato? Mare? Migliori opportunità di lavoro?NO! Nulla di tutto ciò e riservato a chi vuole vivere a Roma.
Si d'accordo, se vai in centro ti godrai un museo a cielo aperto, ma a che costo se gli stipendi sono gli stessi in tutt'Italia?
 
Vivere a Palermo è più conveniente?
Di certo Palermo non spiccherà nelle classifiche per qualità della vita, e tutto il resto, ma di certo rispetto a Roma offre un mare meravigioso, una cucina migliore (e più economica) e tutti i servizi (ospedali, cinema, ecc.) della Capitale. 
Se poi consideriamo che come Palermo, anche a Genova e Torino i prezzi a mq sono un terzo rispetto a Roma, allora c'è da chiedersi il perchè!
 
Il report Tecnocasa
analisi-tecnocasaL’Ufficio Studi Gruppo Tecnocasa ha considerato un valore medio per ogni città (sono quindi esclusi gli immobili di lusso), riferito alla tipologia “medio usato”. 
La città dove si compra l'appartamento più piccolo è Roma dove i prezzi sono più elevati (66 mq in media). 
 
Se poi si volesse vivere nel centro della città eterna bisognerebbe accontentarsi di un 37 mq, o addirittura di un immobile ancora più piccolo per il centro storico.
 
Le considerazioni
Internet, home working e smart working uniti ai voli low cost renderanno inutile la vita nelle metropoli come Roma e Milano. Di fatto assisteremo ad un calo repentino di richieste di acquisto in città come Roma e Milano e un conseguente calo dei prezzi. 
Di contro, prevarrà la soluzione affitto che non comporta esborsi importanti di liquidità che sono necessari per l'acquisto.
 
Il futuro? 
Un bell'attico in Via Libertà a Palermo e un connessione wifi da 100mega! E cara Roma, te saluto...
 
di Duccio
Blogger in affitto
 
 
 
 
Continua...

 

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