Portare i nostri amici a quattro zampe in ufficio.
Ecco la nuova tendenza pet-friendly delle aziende americane. Secondo i dati della società GFK, istituto di ricerca che agisce a livello mondiale, condividere la scrivania con il proprio animale domestico rende il dipendente più produttivo.
Il trend sta addirittura diventando un punto a favore nella scelta del luogo in cui lavorare. Alcune aziende, tramite questo input, hanno persino spinto i lavoratori a passare alla concorrenza. Negli Stati Uniti si parla già dell’8% di uffici che hanno accolto cani e gatti, tra questi Google, Ben & Jerry’s, Clif Bar Build A bear, Petco, Etsy e Humane society. Non solo gli amici pelosi vengono accettati ma si offrono anche servizi di assicurazione ad hoc.
Gli animali non solo contribuiscono a migliorare il nostro stile di vita, ma ci aiutano a fare movimento e ridurre i rischi di ictus, infarto e ipertensione. I momenti di pausa inoltre sono più divertenti e comunicazione e collaborazione tra colleghi è facilitata e . Insomma dipendenti più collaborativi, sereni e produttivi.
Le baleniere che solcano i mari del territorio asiatico continuano a indignare milioni di ambientalisti.
Tuttavia i capitani Achab nipponici non accennano a fermarsi, al massimo diminuiscono il bottino. Il governo sostiene che la caccia alla balene è parte della cultura del Paese e una pratica portata avanti da centinaia di anni. A lungo il Giappone è stato infatti una nazione chiusa all’importazione, che ha dovuto sviluppare i propri metodi di approvvigionamento. Inizialmente la pesca delle gigantesse del mare non era un’attività di larga scala e veniva svolta principalmente perché non si aveva accesso ad altri tipi di alimenti. Durante la Seconda guerra mondiale la carne di balena ha rappresentato una delle maggiori fonti di nutrimento, in quanto ricca di proteine, grassi e ferro.
Oggi però le abitudini alimentari sono cambiate, il consumo è calato e ormai la balena è una specie in via di estinzione. Greenpeace ha calcolato che in media ogni giapponese ne mangia circa 30 grammi l'anno ( praticamente un consumo nullo); gran parte del prodotto rimane infatti nei congelatori. Peraltro la caccia alle balene comporta determinati oneri finanziari; negli ultimi anni il governo giapponese ha sborsato 400 milioni di dollari per finanziare spedizioni sempre più costose, anche a causa delle restrizioni imposte dagli ambientalisti.
Molti hanno cavalcato l'onda dell'hot topic per allargare il proprio bacino di voti. Il leader del Partito Liberal Democratico Shinzo Abe, ne fa un discorso tradizionalista, trattando l’argomento come un baluardo di difesa dei costumi nipponici, su cui nessun Ente o governo esterno può metter bocca. Tokyo si appella alle clausole minori dell’accordo dell’ International Whaling Commission, in cui si permette la caccia solo a scopi scientifici. L'illegalità viene perciò nascosta dietro il bisogno di analisi degli organi interni, che non può essere condotta in altro modo. Grazie a questa scusa, dal 1986 sono stati eliminati 10.000 cetacei.
La Corte di Giustizia dell’ Aia , dopo un’attenta analisi, ha determinato che i fini non sono per nulla legati alla ricerca. Così nel 2015 il governo nipponico ha presentato un nuovo progetto, il NEWREP-A, che prevede l’uccisione di meno cetacei , senza tuttavia eliminare il problema all’origine.
La questione è simile alla condanna della corrida spagnola o al consumo di carne di cane in Cina. Le tradizioni sono dure a morire, ma se biecamente sfruttate per aumentare i consensi è un'altra storia.
Ormai è diventata una mania , con immagini che invadono app e bacheche di tutto il mondo. Sono nate persino piattaforme che aiutano a catturare l’attenzione dell’animale, con miagolii di gatti , rumore di giocattoli o campanelli e fruscii simili a quelli di un sacchetto di snack solo per ottenere l'agognato scatto. Successivamente si possono aggiungere filtri, adesivi, nuvolette e condividere le nostre creazioni su qualsiasi social.
E se invece fosse il nostro cane a fare selfie? Nikon ha inventato Heartography, un dispositivo che trasforma le emozioni dei nostri cuccioli in fotografie. Come? Analizzando la frequenza cardiaca. Quando il cuore del nostro cane batte più forte, il meccanismo lo percepisce e scatta automaticamente. Grizzler, un bellissimo Bordie Collier, è stato il primo a sperimentare l'invenzione; le sue foto immortalano un gatto, altri cani, un paio di ciabatte e persino una cassa di birra. Già la GoPro aveva fatto unulteriore tentativo, mettendo ai nostri amici pelosetti un’imbracatura con una foto camera che scattasse ogni tot.
L’invenzione potrebbe avere risvolti interessanti anche per noi; Le immagini infatti coincidono con il momento in cui si prova un’emozione . Si potrebbe perciò distinguere la diversa prospettiva che ciascuno ha della realtà che lo circonda, scoprendo quali situazioni, paesaggi, persone suscitano un sentimento in una persona piuttosto che in un'altra.
Heartography è un prototipo disponibile solo per i nostri amici a 4 zampe e la Nikon non ha ancora fatto sapere se intende rendere la macchina fotografica disponibile per l’acquisto.
Potrebbe essere un’adorabile, bizzarra, idea regalo! Voi che dite?