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Gli strani biglietti negli abiti di Zara in Turchia

Perché i vestiti delle grandi catene costano così poco?

zaraNon sempre la risposta sta nei tessuti di minor qualità.  Dal momento che queste catene puntano sulle grandi quantità, il prezzo basso è assicurato. Inoltre, spesso non c'è nessun testimonial famoso da pagare profumatamente. 

Infine c’è il discorso manodopera. Spesso si produce nei luoghi in cui la forza lavoro costa meno. Soprattutto se non viene pagata. 

Leggi anche: Sfruttamento minorile e zero controllo. Questo il prezzo dei nostri abiti

Una ribellione silenziosa 

bravo-textil

La protesta degli operai della Bravo Textil, una delle aziende alle quali Zara affida la produzione dei suoi abiti, è un urlo silenzioso ma efficace. La fabbrica avrebbe chiuso all’improvviso la propria attività senza aver pagato per mesi i suoi dipendenti.

Un’operaia racconta: «Quel giorno il direttore non si era presentato. Sono arrivati degli uomini con le armi, da parte di alcune aziende creditrici. Il giorno dopo la fabbrica era chiusa per sempre».

 

Gli stipendi arretrati non sono mai arrivati. I dipendenti però, anziché alzare la voce, hanno deciso di reclamare i propri diritti in  modo "silenzioso" quanto creativo. 

Hanno riempito le tasche dei vestiti dei punti vendita della catena turchi con bigliettini su cui era scritto: "Ho fatto questo vestito ma non mi hanno pagato".

Risultato?

mangoL’operazione ha avuto una tale risonanza che l’azienda spagnola ha subito risposto, ribadendo il suo impegno per un trattamento equo e dignitoso dei suoi lavoratori e del suo circuito di produzione.

Leggi anche: H&M, riciclo is the new fashion

A breve verrà infatti creato un fondo insieme a Mango e Next, per coprire tutti gli stipendi arretrati dei lavoratori, ferie non godute e il resto di quanto gli spettava.

Evidentemente la creatività paga. In tutti i sensi.

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di Irene Caltabiano

 

 

 

 

 
 

 

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Le calorie esistono?

La domanda è abbastanza ambigua. 

calorieNasce da una riflessione circa ciò che si legge, qua e là, sul web. Decenni fa si intuiva facilmente come, per dimagrire o mantenere una perfetta forma fisica, fosse necessario introdurre un certo quantitativo di calorie.

E quindi via di calcoli, sommando il contenuto calorico che si leggeva sulle etichette degli alimenti, che costituivano il pasto. In tempi più moderni, invece, leggiamo addirittura che le calorie non esistono, che basta bilanciare i pasti per nutrirsi in maniera adatta. Facciamo chiarezza.

Che cosa sono le calorie?

caloriaLa definizione “accademica” della parola caloria è: l’energia necessaria per innalzare di 1°C la temperatura di 1g di acqua distillata. Se vogliamo semplificare il concetto, è una fonte energetica, presente in tutti gli alimenti (quale più, quale meno) e che rappresenta il nostro carburante.

 

Quindi le calorie esistono?

Certo, ed è possibile quantificarle per ogni cibo o bevanda. Non a caso, si può ritrovare il loro valore in etichetta.

Cos' è una dieta ipo-calorica?

dieta-ipocaloricaUn protocollo alimentare che prevede un’introduzione, in termini energetici, inferiore rispetto a quello che sarebbe previsto per svolgere le nostre attività quotidiane e rispetto all’effettiva introduzione giornaliera (delle volte, ahimè, iper-calorica!)

Quindi basta ridurre il cibo per dimagrire o mantenersi in forma? No, non è cosi semplice. Ogni cibo non è equivalente ad un altro, ma presenta differenti caratteristiche, queste ultime infatti possono essere diverse in contenuto di:

-       proteine

-       carboidrati

-       grassi

-       vitamine

-       Sali minerali

-       …E tanto altro ancora

salmoneQuesto, si ripercuote sull’azione che gli stessi alimenti hanno sul nostro organismo. Facciamo un esempio pratico: 170 kcal possono derivare da: 100g di salmone fresco o 23g di burro, ma capiamo bene come i due prodotti siano diversissimi.

Il primo, ad esempio, contiene acidi grassi polinsaturi (ottimi alleati del sistema cardiocircolatorio), il secondo invece acidi grassi saturi (di cui non bisogna abusare!).

Il mio consiglio? Inutile perder tempo dietro questi calcoli. Quello che serve, per garantire la propria salute, è bilanciare i pasti consumando alimenti sani, che ci porteranno sicuramente, anche, ad una perfetta linea.

E ricordate che da oggi la salute viaggia dal web alla vostra tavola!

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di Marina Putzolu

 

 
 

 

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Veda Village, il condominio per soli vegetariani in Russia è realtà

Il Veda Village

veda-village-1Nella strenua lotta fra vegetariani e carnivori, in Russia l’hanno risolta facile. Se vi dà fastidio che il vostro vicino la domenica faccia banchetti sul balcone a base di vodka e costolette o fumi cinque pacchetti di sigarette al giorno, il Veda Village potrebbe essere il posto giusto per voi.

Cos’è

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Un condominio per soli vegetariani vicino San Pietroburgo, località Zanevka, luogo piuttosto isolato rispetto alla città. 

L'accesso all' agognato quartiere- vegan avviene tramite accurata selezione svolta dagli agenti immobiliari. Se vi beccano a mangiare un pollo arrosto, o avvertono lieve odore di tabacco, siete out.

Leggi anche: Come consumare meno carne ci salverà dall'estinzione

Poche, semplici regole: niente fumo, carne, alcol e mantenere uno stile di vita sobrio. Veda Village si sviluppa sulla base della filosofia ahimsa (non violenza) secondo la quale si vogliono creare le condizioni per vivere insieme e allevare nuove generazioni sulla base di ecosostenibilità, rispetto della natura e autosufficienza alimentare.   

 

Struttura e obiettivi

veda-villageIl villaggio è costituito da sette edifici di quattro piani ciascuno, ognuno con trenta appartamenti, dove già vivono felicemente e in armonia famiglie meat-free.

Il luogo è strutturato come una comunità a sé stante. Al suo interno infatti supermercati, bar e pasticcerie (rigorosamente vegan). Poi campi sportivi, centri bellezza e persino un asilo e una scuola, dove i bambini vengono educati con la pedagogia Waldorf o steineriana, un approccio spirituale ed esoterico che in passato ha già subito svariate critiche.

Leggi anche: Chi sono gli eco-nazi?

«L’obiettivo di questo villaggio è vivere e crescere insieme a persone simili. Se sei vegetariano, sei benvenuto». spiega Maya Podlipskaya, responsabile del villaggio, all'agenzia di stampa russa TASS. 
 
L’idea alla base è riunire persone che la pensano allo stesso modo per risolvere problemi , cooperare e sostenersi a vicenda, seguendo gli ideali del buon vicinato. Due dei palazzi sono già occupati ma si stima che la capienza arriverà a 210 famiglie.

Circolo virtuoso o vizioso?

veda-village-4Solo io ci trovo un chè di inquietante? Se i presupposti sembrano nobili e gli occupanti dichiarano di voler semplicemente dare il buon esempio, il rischio segregazione/ fanatismo è concreto.

E che succede se i figli crescono e hanno voglia di mangiare un hamburger? E se un ospite porta un timballo di carne?

 Si scherza. Ma così facendo teoricamente ciascuna “minoranza sociale” potrebbe creare quartieri ad hoc, chiusi nel proprio punto di vista con poco bisogno di confrontarsi con il mondo esterno. 

 

irene-caltabiano

 

di Irene Caltabiano

 

 

 

 

 

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