L’importanza delle parole scaturisce dal fatto che, spesso, dietro a un primo, immediato e letterale, significato se ne cela uno figurato e fortemente evocativo.
Stammi bene apparentemente è solo un saluto, una forma di commiato, magari indirizzata a qualcuno che non vedevamo da tempo e che presumibilmente non incontreremo nuovamente a breve.
Eppure basta riflettere qualche istante per realizzare che questa espressione possiede in realtà un valore aggiunto. Suggerisce un atteggiamento di cura e premura da parte di chi la pronuncia, ovviamente con gradazioni, sfumature e intensità diverse di caso in caso.
Stammi bene come a dire fa’ in modo di essere felice, occupati di te stesso con la stessa attenzione e meticolosità con cui lo farei io.
Un’espressione che è, al tempo stesso, auspicio, augurio, proposito e meta da raggiungere.
Non è un caso, quindi, che questo modo di dire sia stato scelto per designare uno spazio di 400 metri quadrati nato e pensato per chi vuole prendersi tutto il tempo necessario ad assaporare il cibo “buono per sé stessi e per la terra”, ritrovare sapori antichi e acquistare prodotti genuini.
“Il Paradiso del Gusto”
Stammi Bene ha sede a Bari ed è stato ideato dal Gruppo Megamark, leader nel Mezzogiorno per quanto riguarda il settore della distribuzione.
Il suo motto, diversificazione della ristorazione, ha già avuto una prima concretizzazione con l’apertura di Colorito a Caserta, luogo destinato alla degustazione di prodotti di stagione e locali, e di piatti realizzati con materie prime campane di eccellenza.
Stammi Bene ha un obiettivo ambizioso
Ovvero coniugare tradizione e autenticità, e per riuscirci offre al suo interno una pluralità di spazi, tra cui una cucinasempre aperta e un mercato a filiera corta controllata.
Nato da spunti, suggerimenti e suggestioni su design, menu e prodotti proposti dai 100 Ambasciatori del Gusto, questo luogo è il frutto di un processo di co-progettazione.
Fondamentale, in tal senso, è stato il focus gruppo condotto da Giusy Scandroglio e il contributo dell’architetto Nicla Prodon. Lorenza Dadduzio, direttore creativo di CucinaMacina, si è invece occupata dell’allestimento e dell’identità.
Stammi Bene dà lavoro a 40 persone (età media 30 anni) coordinate dallo chef Antonio Scalera, Francesca Mosele e Alessandro Milella.
“Drogati” di benessere culinario?
Ce n’è per tutti i gusti
Questo luogo accoglie i nuovi arrivati con un “abbraccio” olfattivo: aRomaNtica è una parete verde costituita da preziose piante come il timo, la lavanda, il peperoncino e la melissa.
Inizia qui un percorso di benessere multisensoriale all’insegna dell’orto-terapia. Segue un “fiume secco” di cereali, legumi e semi che, solleticando piacevolmente i piedi, conduce al mercato.
Stammi Pronto è lo spazio dedicato a insalate e zuppe fresche da asporto, e Legumi e Legàmi l’area in cui si possono acquistare cereali, spezie e legumi sfusi.
Nel ristorante “A Stare” si possono invece assaporare menu stagionali basati su prodotti biologici e locali.
Spostandosi nella Cucina viSIva è possibile assistere quotidianamente alla preparazione di piatti regionali e internazionali. “Dai canederli trentini al caciucco alla livornese, dal baccalà alla vicentina al tabulè di verdure, porteremo i nostri esploratori del gusto a conoscere i segreti della cucina, aprendo gli orizzonti alimentari a piatti come la paella, gli spaghetti di soia saltati con pollo e gamberi, la moussaka e tanto altro”.
I fili conduttori di questa full immersion sono due: essenzialità e trasparenza.
Dulcis in fundo
Pranzare su un tavolo fatto di erba vera è un sogno che si tramuta in realtà. Stammi Bene mette infatti a disposizione dei suoi ospiti il Pratavolo, “angolo di eco-design con tutte le comodità di una tranquilla pausa pranzo, a due passi dal tuo ufficio o dalle aule universitarie, o per il brunch della domenica con i tuoi
figli, per goderti il piacere bucolico di un picnic, senza muoverti dal centro città”.
Vi è “improvvisamente” venuta voglia di fare un salto nel capoluogo pugliese?
Se volete assicurarvi un languido e goloso fine settimana lontani dal caos e dai problemi della vita quotidiana dovete sbrigarvi a fare i biglietti dell’aereo o del treno, il sud è molto ambito (soprattutto dai fuori sede), e i prezzi salgono in fretta…
Rappresentano forse l’alimento più consumato (o almeno così dovrebbe essere) ma, troppo spesso, la fase di preparazione e di cottura viene trascurata.
I legumi sono una delle coltivazioni più antiche e, se introdotte nella dieta, apportano numerosi vantaggi alla nostra salute, in particolare riducono drasticamente i livelli di colesterolo nel sangue. È possibile anche acquistarli precotti in scatola ma, se cucinati in casa, regalano un sapore deciso ed intenso, siete d’accordo?
Quello che, però, ci porta ad acquistare un prodotto già pronto, spesso, è proprio il non sapere come cucinarlo: quali sono i tempi di cottura, cosa fare nella prima fase di preparazione e tanti altri dubbi. Facciamo un po' di chiarezza e sveliamo qualche trucchetto, rispondendo alle domande più diffuse.
È vero che bisogna lasciarli in ammollo?
Sì, i legumi si cuociono meglio se messi a bagno, in una quantità d’acqua adeguata. L’ammollo, che va fatto in frigorifero per prevenire la fermentazione, riduce infatti i tempi di cottura.
Inoltre, si può aggiungere un cucchiaino di bicarbonato di sodio in acqua, che ammorbidisce i legumi, aiuta a scomporre gli oligosaccaridi, riducendo ulteriormente i tempi di cottura.
Per quanto tempo?
L’ideale sarebbe tenerli in acqua per dodici ore, quindi se devono essere preparati, ad esempio per il pranzo del giorno dopo, si possono lasciare a riposo la sera precedente. Prima di cuocerli eliminate le pellicine che affiorano in superficie, e sciacquate.
Come fare per ridurre i fastidiosi gonfiori?
Durante l’ammollo si possono inserire alcune foglie di alloro o semi di finocchio che assorbono i gas. Inoltre se i disturbi sono intensi, si possono passare e nel caso delle lenticchie acquistarle decorticate.
Come cucinarli?
Per evitare che perdano la loro consistenza solida, devono essere portati lentamente a bollore, e non aggiungere alcun condimento (pomodori…) finché i legumi non sono cotti, in quanto diventerebbero duri e richiederebbero più tempo per la cottura.
Come servirli a tavola?
Quando servite in tavola, non scolate l’acqua di cottura perché proprio in quel “brodetto” si sono depositate le vitaminedel gruppo B e l’acido folico. Aggiungete dell’olio extra vergine di oliva solo a crudo.
Il mio consiglio? Un pizzico di curcuma da aggiungere solo a fine cottura. Un’ottima spezia, sia dal punto di vista nutrizionale che culinario, che regala al piatto un sapore delizioso. E ricordate, da oggi la salute viaggia dal web alla vostra tavola!
Alcuni non possono farne a meno, anche con dieci gradi sotto zero.
Il gelato è una vera e propria passione che, causa consistente importo calorico, va regolata (con grande dispiacere di chi ne mangerebbe a quintali). Ma, udite udite, i ricercatori dell' Università di Tor Vergata ( RM) stanno lavorando per unire finalmente gusto e benessere.
Il progetto
Elementi naturali come antiossidanti, probiotici e omega 3 racchiusi in un solo cono. Così ecco arrivare nelle gelaterie il gusto tarassaco o cardo, due piante dall'efficace funzione depurativa, il sapore al pomodoro, ricco di licopene, efficace contro invecchiamento e malattie cardiovascolari o ancora la menta piperita, dalla forte azione antisettica. Insomma, ce n'è per tutti i palati.
A settembre inizierà la formazione dei gelatai interessati, successivamente ci saranno le prime prove di lavorazione e gli assaggi, per essere sicuri che, oltre a far bene, il gelato-medicina sia anche buono da mangiare.
Il potere di Powellnux
L'obiettivo delle ricette che biologi e gelatieri dovranno elaborare è duplice: aiutare la prevenzione delle malattie ed elaborare un alimento gradevole anche per gli anziani, che tendono a bere e mangiare poco accumulando carenze nutrizionali.
Si sta addirittura lavorando alla ricetta di un gelato funzionale, una miscela di antiossidante con base di cacao scuro, nocciole e tè verde, sperimentata come base di realizzazione del gelato, disponibile anche in versione crema spalmabile o barretta.
Tale delizia è stata ideata da Valerio Sanguigni, cardiologo e docente di medicina interna a Tor Vergata. «Ho scelto questi tre ingredienti perché sono ricchi di polifenoli e mantengono inalterato il loro potere antiossidante»
Sanguigni ha eseguito uno studio su quattordici persone, pubblicato su Nutrition, giornale di divulgazione scientifica. Risultato? Chi aveva mangiato Powellnux risultava possedere meno radicali liberi e stress ossidativo.
Speriamo che l'esperimento sia il primo di una lunga serie di alimenti che rendano il cibo una cura...dolce.