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Vigga, come risparmiare sui vestiti per bambini

I bimbi crescono, le mamme imbiancano. E i vestiti? 

vigga-1Stringono! Qualsiasi novello genitore sa quanto i pargoli, soprattutto nelle prime fasi di vita, si sviluppino alla velocità della luce. Cosa comporta questo? Tutine e pigiamini che fino ad una settimana prima calzavano a pennello, la successiva potrebbero già essere da sostituire.

Sulla scia di  Armadio verde, piattaforma di cui abbiamo parlato qualche tempo fa, nasce Vigga, startup danese omonima della creatrice, strutturata sullo stesso modello di economia condivisa.

La signora Vigga Svenson ha lavorato per dieci anni nell’industria della moda etica e sostenibile, realizzando linee di vestiti green. Ma anche così ha capito che, nonostante gli sforzi, la prima cosa da modificare è lo stile di vita quotidiano delle persone . «Abbiamo bisogno di creare un sistema di consumo diverso, più intelligente» ha detto l’imprenditrice di Cophenaghen, in un’intervista all’Associated Press.

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La giovane ha così sfruttato la sharing economy e l’esperienza accumulata sia nel campo della moda che nella lavanderia che possiede con il marito, per unire sostenibilità ambientale a un supporto concreto per neo-mamme e papà. 

Come? Ha creato una linea di abiti biologici e ha dato possibilità di affittare, a ogni famiglia che lo desidera, una borsa all’interno della quale mettere vestitini divisi per età e taglia.

Un circolo positivo

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Chi aderisce al progetto pagherà in primis una quota mensile, che varia in base all’opzione scelta; le borse variano da un minimo di otto pezzi a un massimo di ventiquattro. Ad esempio il costo di quella media, da quindici capi, è quarantotto euro.
 

Che succede una volta che gli abiti sono diventati troppo stretti? Vanno riconsegnati. Sarà in seguito la stessa Vigga a occuparsi di controllarli, lavarli e igienizzarli con detersivo ecocompatibile.Una volta rimessi a nuovo, sono pronti per “ricominciare una nuova vita” e aiutare un’altra famiglia. 

Quanto può essere utilizzato un vestito?

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Anche centocinquanta volte, raggiungendo fino a cinque famiglie diverse. La piattaforma, che conta già oltre tremila membri in Danimarca, ha suscitato interesse anche altrove. Iraq e Malesia, ad esempio, sarebbero intenzionati a esportare il modello.

Le forme di sharing economy come Vigga sostengono la tendenza di molti genitori, per fortuna sempre più comune, a voler abbracciare uno stile di vita green. In primis per i loro bimbi e infine anche per sé stessi.

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di Irene Caltabiano

 

 
 
 
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Roma brucia!(e con lei la civiltà)

Ridateci Roma!

roma-maialiTra disagio sociale e calamità naturali, quanto è ancora vivibile questa città? I romani, gli abitanti della capitale, quelli della città più bella del mondo, non ne possono più.
 

In principio era “la metropoli”. Primo grande problema da affrontare ma, del resto, il mondo ne è pieno: un po’ di sana organizzazione ed ecco il via libera per la vivibilità cittadina. Un ostacolo di poco conto se pensiamo alle condizioni attuali in cui viviamo: scioperi dei trasporti ormai di cadenza settimanale, traffico fuori controllo, accoglienza per migranti statica, invasione di animali ( finchè si trattava di “romantici” topi a fare da cornice sullo sfondo di Castel Sant’Angelo era fin tanto sopportabile… ma non credete che cinghiali e volpi che passeggiano per le vie di casa vostra siano un’esagerazione?)

 

 Per non parlare delle fantastiche situazioni di igiene che ogni gabbiano che vola a bassa quota ci ricorda, immondizia a palate, strade piene di buche.  E i cittadini a percorrere chilometri a piedi per  evitare l'arricchimento immediato del meccanico o carrozziere sotto casa; un settore turistico in caduta libera, per quanto continui a difendersi a testa alta numericamente parlando ( ringraziamo chi eravamo in passato e ciò che abbiamo costruito). Signore e signori, ecco a voi Roma.

Vacanze romane: un'estate di fuoco

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A queste condizioni, vi starete chiedendo, è possibile aggiungere un’aggravante? La risposta sta nel fuoco (e non parlo di calore estivo) che la città attraversa in questi giorni.

Roma brucia, infatti, sempre di più. Da nord a sud, da est ad ovest. Nuvole di fumo che si alzano, cittadini che si allarmano con la nube grigia che vince sul caldo e sigilla i residenti in casa: autodemolitori in fiamme, roghi sparsi. Nell’ultima settimana i bilanci parlano di più di duecento incendi, una situazione drammatica che, come in ogni emergenza che si rispetti, fa accendere il campanello d’allarme e riflettere sui motivi scatenanti.

Le sterpaglie, complice la siccità, sono la prima causa dei roghi poiché basta pochissimo per accendere la miccia, che sia sul ciglio di una strada o su un campo. Ma spesso, troppo di frequente, i pompieri scoprono la presenza di baraccopoli, mini insediamenti in cui non vi è, però, nessuno. Difficile quindi stabilire se chi era lì potrebbe aver partecipato ad attivare l’incendio o lo ha solo subìto. 

Questi accampamenti sono il rifugio di persone ai margini, di chi si nasconde e sparisce immediatamente. Fantasmi di cui si scopre l’esistenza solo in occasione di un incendio. Dunque, insediamenti abusivi. Uno dei maggiori e suddetti problemi della vita romana.

Cos’altro dovrà succedere per accorgerci che non siamo in buone mani?

 

di Giorgia Sollazzo

 

 
 
 
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Quest'opera è un meraviglioso inno alla libertà d'espressione

Un Partenone costruito esclusivamente con i libri?

PartenoneGià di per sé l’idea è suggestiva. Ancor più accattivante se si tratta di volumi proibiti e censurati nel corso della storia, dal Decameron di Boccaccio alle Metamorfosi di Franz Kafka, passando per Nicolò Machiavelli e George Orwell.

L’artista che l’ha realizzato si chiama Marta Minujìn. Ex compagna di Andy Warhol, è stata aiutata dagli studenti dell’Università di Kassel, luogo dove è esposta l’opera, a selezionare almeno 170 volumi bruciati nel corso della storia perché considerati eretici e scandalosi.

Documenta 14

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La riproduzione del Partenone è stata creata dunque con 100mila volumi  e si erge nella piazza stessa dove i nazistihanno dato a fuoco le opere incriminate. La colossale struttura è stata eretta nell’ambito del festival Documenta 14, kermesse artistica giunta alla sua sessantunesima edizione.

Una delle strutture più famose dell’Ellade assume un significato particolare quest'anno . Il progetto si muove infatti tra Grecia e Germania, una manifestazione che diventa piattaforma sperimentale, luogo immaginario in cui le tensioni tra i due Paesi, generate dalla crisi europea, possano trovare un punto di incontro attraverso l’arte.

L’opera, spiega l’autrice, è simbolo della democrazia. Nel 1983 la stessa artista aveva realizzato una miniatura chiamata Partènon de libros prohibidos, in un Paese in cui negli anni Settanta la dittatura militare aveva vietato volumi di Karl Marx e Fidel Castro. E addirittura Il piccolo principe di Antoine de Saint-Exupery.

Un’opera che non solo è un’omaggio alla cultura ma anche alla vasta e affascinante storia della culla della civiltà. 

 
 
 
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