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Come il netturbino Nelson Molina ha reso i rifiuti pezzi da museo

Avete mai perso un oggetto a cui tenevate molto?

trash-museum-1O magari, inavvertitamente, è finito nel bidone della spazzatura costringendovi a una ricerca senza fine? Provate ad andare a New York sulla novantanovesima strada. Magari ritroverete la vostra bambola o coltellino svizzero smarrito.

Si chiama Treasure in the trash (Tesori nella spazzatura) il museo creato da Nelson Molina, netturbino cinquattottenne di Manhattan, che ha cominciato a collezionare i primi “pezzi da esposizione” circa vent’anni fa. Oggi le pareti del garage del Dipartimento della Sanità tra First e Second avenue sono diventate dimora di milioni di quadri, fotografie, giocattoli tra i quali un’incredibile collezione di Furby e Superman. C’è persino un diploma di Specializzazione in Amministrazione aziendale dell’Università di Harvard.

 

Non chiamateli rifiuti

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Nelson è partito in solitaria, pitturando personalmente le pareti del garage che ospitano la collezione. L'idea appariva inizialmente bislacca. Man mano che il numero di oggetti cresceva però, persino colleghi che si occupavano di altre aree della città hanno cominciato ad apportare il loro contributo. Ad oggi nella galleria si contano almeno mille pezzi, accuratamente ripuliti e assemblati con attenzione e dedizione.«Perché l’ho fatto?» dice Mr Molina.«Amo collezionare cose, appenderle, decorarle». Gli impiegati alla nettezza urbana non possono portare a casa oggetti recuperati sul lavoro e a Nelson dispiaceva abbandonare per la seconda volta autentiche rarità.

Ma c’è un criterio di scelta in mezzo al marasma?

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Nessuna catalogazione precisa. L’originale direttore artistico agisce di pancia su cosa valga effettivamente la pena conservare . Anche se si tratta della stauetta di un procione dentro una gabbia viola o il ninnolo di una scrofa con la scritta “Diventa il tuo sogno” ( firmata, pare, dall’arista newyorchese De la Vega).

«Non importa cosa sia. Se è interessante, gli trovo un posto. Ecco perché dico ai ragazzi, qualunque oggetto trovino, di portarlo. Poi deciderò». Nella sua lunga esperienza di raccolta Nelson ha imparato due lezioni: la spazzatura domestica è quella in cui si trovano le vere chicche e che è il punto di recupero a fare la differenza. Il posto più prolifico fino ad ora è la Third Avenue ovest, quartiere piuttosto ricco.

Il museo purtroppo non è aperto al pubblico

Si può prenotare una visita via mail. La chicca? Durante il periodo di Natale viene allestita una "mostra temporanea" con oggetti a tema con la festività. Persino il cd che risuona nello stereo è stato recuperato dai rifiuti.

«È più di una galleria» dice Robin Nagle, insegnante di Antropologia alla New York University. «Una collezione, un museo, un archivio. Forse avremmo bisogno di una parola nuova. Magari un giorno diremo: "Hey, hai creato un Molina!"»

 

di Irene Caltabiano

 

 
 

 

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Sebastião Salgado e Instituto terra: quando la natura cura l'anima

Ventisei Paesi e scatti che ritraggono il mondo in due uniche sfumature.

salgado1«I colori dicono già tutto, con il bianco e il nero chi guarda può interpretare, ricostruire l’immagine attraverso la memoria». Se fotografare significa scrivere con la luce allora possiamo considerare Sebastião Salgado alla stregua dei grandi narratori. Come Omero e Dante, l'artista brasiliano ha descritto tramite il suo personalissimo occhio altezze e bassezze degli uomini. Loro, il sale della terra. È proprio da qui che prende il nome il documentario omonimo di Wim Wenders, un’opera a tutto tondo che mescola vita privata e professionale del fotografo e premio Oscar al Miglior documentario 2015.

Salgado ha raccontato l’avidità dei cercatori d’oro nella più grande miniera a cielo aperto del Brasile,  i genocidi del Rwanda e i suoi cadaveri accatastati. I corpi impregnati di petrolio nei pozzi del Medio Oriente , le migrazioni al limite della sopravvivenza dei tuareg. E, di fronte a tali bagni, a volte brutali, di realtà, ha perso fiducia nell umanità. Come ritrovarla? Attraverso la natura. 

Dopo anni di peregrinazioni torna da dove è partito, la fazenda della sua infanzia, da decenni proprietà dei Salgado e gestita dal padre fino alla morte. Uno spazio arido nella regione brasiliana di Minas Gerais, un tempo ricoperto da alberi e foreste. Così la moglie Leila, fedele compagna, propone un’idea che inizialmente risulta assurda: ripiantare la foresta pluviale che faceva respirare quella terra brulla, dilaniata dallo sfruttamento delle risorse minerarie.

L’Instituto terra

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Ciò che Leila e Sebastião hanno tirato su è la dimostrazione che si può rimediare all’errore umano. La coppia, con i soldi guadagnati dai reportage in giro per il mondo, compra un milione di piantine di Mata Atlantica, la tipica vegetazione della foresta pluviale. Nel 1990, comincia a crescere gli arbusti in serra per poi interrarli successivamente nel loro ambiente naturale. Sono bastati dieci anni per far tornare il luogo, 17.000 ettari vicino alla valle del Fiume Doce, rigoglioso come un tempo. Un paesaggio paradisiaco che il governo del Brasile ha eletto a parco protetto.

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Insieme alle piante infatti hanno cominciato a tornare gli animali, addirittura quelli a rischio estinzione come i giaguari. Instituto Terra è stata poi ufficializzata come associazione no profit, con numerose iniziative all’attivo. Un progetto che ha fatto rivivere l’animo malato (come lui stesso l’ha definito dopo aver visto tante crudeltà) del fotografo, spingendolo a realizzare il progetto successivo: Genesis, un viaggio tra i luoghi più incontaminati del Pianeta.

Qualche anno fa, durante un’intervista, hanno domandato a Salgado:

«Per lei che ha sempre fotografato gli uomini e la loro sofferenza, è stato difficile fotografare la natura?»

«No, perché alla fine sono la stessa cosa».

 

di Irene Caltabiano

 

 

 

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Uova di Pasqua, come riciclarle?

La Pasqua è appena passata lasciandoci in eredità, oltre a qualche chiletto in più, una gran quantità di uova di cioccolata!
Spesso, soprattutto se si hanno bimbi in casa, ci si ritrova letteralmente sommersi dal principale attentatore della nostra linea, assieme ad ingombranti involucri di plastica. Niente paura! Ecco alcune idee su come riciclare la cioccolata in eccesso e scatenare la vostra creatività. 
 

Involucro

La confezione contenente l'uovo può essere riciclata per simpatiche composizioni floreali, bouquet , decorazioni e, se accuratamente pulita, come carta da regalo.  Un 'altra idea interessante è realizzare un aquilone per le belle giornate primaverili ( come spiegato nel tutorial).
 

Base di plastica

Chi avrebbe mai pensato che il sostegno dell'uovo potesse diventare un porta orecchini?Basta effettuare dei fori con un trapanino o uno spillo intorno a tutta la base di plastica. Rivestiamo quindi la base con degli scampoli a nostra scelta, attaccati condella colda a caldo, perforando poi all'altezza dei buchi già fatti in precedenza. Si inserisce poi nel centro un bastoncino, che può essere tranquillamente una vecchia matita e la stessa cosa si fa con il tappo di metallo che diventerà la base. 

A scelta colorare il tappo e il bastoncino...ed ecco il risultato finale!
 

Contenitori delle sorprese

 I simpatici ovali gialli possono diventare pratiche scatole per qualsiasi cosa, dagli alimenti alla plastilina. Oppure, se siete dei creativi, formine per gli impasti o addirittura dei buffi Minions!
  

Ricette golose

Nutella fatta in casa
 
 Vi bastano pochissimi ingredienti in più oltre alla cioccolata in eccedenza: nocciole tostate, zucchero e un frullatore.  Mescolare quindi gli ingredienti nel mixer  a velocità 4 e cuocere a 50 gradi. Versare la crema in un barattolo pulito e  voilà, avrete la vostra versione casalinga della Nutella (sicuramente più sana rispetto a quella del supermercato).
Ferrero rocher homemade
In una ciotola mescolare wafer al cioccolato con nocciole e nutella. Il composto va poi messo in frigo per mezz'ora a 
rassodare. Quando la miscela sarà abbastanza solida, creare delle palline  e all' interno inserire una nocciola intera;una volta pronte, rimetterle in frigo e lasciarlo indurire.
 
Prendere poi la cioccolata dell'uovo e fonderla a bagnomaria, dopodichè intingere le palline precedentemente create  e disporle su una griglia a raffreddare. Volete un risultato ancora più goloso?Rimettere nuovamente in frigo e aggiungere in seguito un altro strato di cioccolato. Gli amici impazziranno per la vostra versione dei famosi cioccolatini, che farebbero invidia persino ad Ambrogio!
 
Fonduta di cioccolato e frutta
 
Un'altra idea ghiotta? Rendere fragole, ciliegie e tutta la frutta della stagione estiva irresistibile. Basta lasciare sciogliere il cioccolato a bagnomaria, intingere il frutto preferito e lasciare indurire il composto. Un tocco da chef potrebbe essere l'aggiunta di un po' di peperoncino nel cioccolato fuso o creare simpatici spiedini da cocktail.
 
L'intramontabile cioccolata calda
Per chi ama la tradizione invece ecco la soluzione più facile che esista.  Basta l'aggiunta di un po' di latte e vaniglia o cannella per aromatizzare e mettere cioccolato, latte e una stecca dell'aroma prescelto in un pentolino. lasciare sciogliere a fuoco basso e , non appena la miscela sarà soffice  e schiumosa, rimuovere la stecca e versare il preparato. Guarnire a piacimento con la panna montata.
 
Nulla si distrugge, tutto si trasforma. Soprattutto il cioccolato. 

 

 
 

 

 

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