Aggiungi valore alla natura ☢

Vuoi curare l'ansia? Comincia a respirare meglio

La maggioranza delle persone tende a pensare che l’ansia derivi da fattori esterni al corpo. 

In realtà è un tilt dei nostri organi interni, un mix di reazioni biochimiche, che, anche se a volte sembra un  mostro che si impadronisce della nostra mente, è controllabile grazie a qualche accorgimento.

L’ansia, un male del nostro secolo

La sedentarietà, che è propria di molti lavori, indebolisce la muscolatura di tutto il corpo, impedendo la corretta postura e facendo sporgere spalle e torace in avanti . A farne le spese non solo la colonna vertebrale, ma anche muscolatura e organi interni. Il diaframma si atrofizza, costringendoci a respirare con la parte alta del torace. Ciò comporta una serie di problemi muscolo-scheletrici: non solo asma e respirazione affannosa, ma anche disturbi all’apparato digerente, ginecologici e circolatori.

Respirare con il torace significa non avere equilibrio tra C02 e ossigeno. Il risultato è un'inadeguata ossigenazione dei tessuti, con la conseguente sensazione di mancanza d’aria. La persona tende a respirare più velocemente nel tentativo di colmare quel bisogno, entrando in iperventilazione. Sangue e tessuti si infiammano, generando diverse patologie.

Cos’è il metodo Buteyko

Konsatntin Pavlovich Buteyko studia prima come ingegnere meccanico e poi, durante la seconda guerra mondiale,intraprende gli studi di medicina, laureandosi a pieni voti. Soffre di ipertensione, così sperimenta una serie di cure inizialmente su di sé, comprovandole successivamente in molti istituti dell’ex Unione Sovietica. La ricetta? Respirare soltanto con il naso, più lentamente e a livello del diaframma per calmare gli stati di iperventilazione.


Il metodo ha un unico obiettivo: rieducare la respirazione, riportandola al funzionamento naturale. Il metodo è stato utilizzato in primis per la cura di ansia e attacchi di panico. Questo disagio è aggravato da un’alimentazione scorretta: troppe proteine animali, zuccheri, glutine e prodotti “arricchiti” da additivi di tutti i tipi. Da non sottovalutare l’inquinamento ambientale: attraverso l’aria che respiriamo assorbiamo pesticidi, ormoni e altre sostanze tossiche.

È riconosciuto scientificamente?

Sono state fatte molte ricerche per sondare l’efficacia di questo metodo, sia dallo stesso dott. Buteyko, che da moltissimi altri ricercatori in vari paesi. Al momento viene considerata una tecnica complementare non sufficientemente supportata da dati empirici. Tuttavia sono molti i sostenitori della sua efficacia, considerando anche i limiti enormi dei test di validazione che la scienza applica a terapie non farmacologiche come questa.

L’affinità con alcune tecniche di respirazione Yoga però lo attesta come forma valida di auto-terapia e rimedio naturale privo di controindicazioni, in grado di aumentare l’auto-controllo il benessere generale, soprattutto se inseriti in un percorso completo. 

di Irene Caltabiano

 

ISCRIVITI al canale YouTube

 

 
 
Continua...

Si è chiusa la COP22 e nessuno se n’è accorto

Il summit di Marrakesh, chiusosi lo scorso 18 novembre, ha avuto toni meno entusiasti della scorsa conferenza sul clima di Parigi, terminata con sorrisi e gesti di vittoria.

Umori condizionati dalla netta posizione di Trump sul riscaldamento globale? Sì, ma non basta. Nonostante gli USA siano una grande potenza, ci sono altri 196 stati al mondo. La speranza è che la nomina del nuovo presidente degli Stati Uniti non diventi una scusa per impegnarsi sempre meno e dichiararsi sconfitti in partenza.

Cosa è stato detto alla COP22

Fortunatamente, a prescindere dalla decisione del tycoon americano, gli altri partecipanti non sembrano affatto voler gettare la spugna. Hanno infatti dichiarato nuovamente il loro impegno a rispettare le clausole dell’accordo di Parigi. Il processo di epurazione della Terra dall'inquinamento continuerà; il problema è il non sapere ancora bene come. 

La COP22 si è fermata a una stesura non definitiva di un sistema condiviso per valutare l’efficacia delle politiche nazionali e misurare i tagli alle emissioni. In poche parole, nonostante le buone intenzioni, molta teoria e ancora pochi strumenti per agire concretamente. La roadmap verrà perfezionata durante la COP 23 e infine messa in vigore solo nel 2018.

Rinnovata la promessa del Climate Vulnerable Forum, i 47 Paesi che inficiano maggiormente sul diffondersi del global warming, di ridurre le emissioni di carbonio e passare ad un’alimentazione al 100% di energia rinnovabile. Usa, Gran Bretagna e Germania hanno annunciato la creazione di un fondo per aiutare i Paesi in via di sviluppo a monitorare meglio le proprie emissioni  di gas nocivi. Al momento l’aiuto prevede 50 miliardi ( a Parigi ci si era accordati per 100), da molti ritenuta una cifra troppo bassa. Ulteriori decisioni sul budget sono state rimandate di sei mesi. 

In alto mare anche il risarcimento per le perdite dei Paesi che hanno già subito danni irreparabili. Altra nota dolente, dal momento che le nazioni più ricche dichiarano la necessità di avere le idee chiare su cosa sia per prima cosa considerato un danno prima di sborsare cifre altissime.

Insomma, si può dire che rispetto un anno fa non si è andato molto avanti. Nel frattempo la temperatura aumenta e si spera che non si cominci ad agire quando sarà davvero troppo tardi. 

di Irene Caltabiano

 

 

ISCRIVITI al canale YouTube

 
 
Continua...

Coffeflour: come i fondi di caffè diventano farina

Alzi la mano chi butta i fondi di caffè nella spazzatura.

coffee-flour

Tutti? Lo immaginavo. Forse qualcuno lo userà al massimo per uno scrub o una maschera al naturale. Ma sfido chiunque ad aver pensato 

di ricavarci la farina. E senza glutine per giunta!

Si chiama Coffe flour e il sapore di caffè non si sente affatto; ha al contrario un piacevole profumo floreale. Partendo dal presupposto che gli scarti derivanti dalla produzione della bevanda corrispondono a una perdita di circa 17 mliardi di sterline, perché non utilizzarne una parte per creare un nuovo 

prodotto? Nello specifico una farina alternativa a quelle tradizionali?

I vantaggi

chicchi-caffè

La farina di caffè apporterebbe benefici importanti anche a livello sociale. La produzione si è infatti stabilita nelle zone dove si concentrano le coltivazioni: Nicaragua, Vietnam, Messico e Guatemala, aree povere che avrebbero bisogno di incremento industriale ed eco-sostenibile. Gli agricoltori guadagnano soprattutto sulla vendita di caffè tradizionale, la cui produzione dipende da fattori variabili come agenti atmosferici e speculazione sulle materie prime. Coffe Flour è molto meno deperibile dei chicchi di caffè, il prezzo è più stabile e dà un ulteriore possibilità di entrata economica. Meno rifiuti e più guadagni insomma, sfruttando risorse preziose che altrimenti sarebbero destinate alla spazzatura. 

coffe-flour-2

Il prodotto inoltre contiene più ferro degli spinaci, meno grassi e fibre della farina di cocco, più antiossidanti del melograno e più potassio delle banane. Un prodotto già in vendita che si può usare per cucinare torte, biscotti, dolci da forno, pasta fresca o aggiungere a zuppe e salse in alternativa alla farina di grano. Sul sito c'è persino un'area ricette per sbizzarrirsi in cucina. Prezzo? Contenuto. La confezione da undici barattoli costa otto dollari.

Per chi ha voglia di provare cose nuove e odia gli sprechi. 

Irene-Caltabiano

 

di Irene Caltabiano

 

GUARDA IL VIDEO

 

 

google playSeguici anche su Google Edicola »

 

Continua...

 

FB  youtubeinstagram

✉ Iscriviti alla newsletter


☝ Privacy policy    ✍ Lavora con noi

Contattaci