Il nostro rapporto con il cibo è molto della semplice assunzione di determinati alimenti
È anche – anzi, soprattutto – un rito complesso, in cui entrano in gioco fattori psicologici, culturali e sociali. Così, saltare a piè pari la colazione può dipendere dalla (dis) educazione ad una quotidianità tenuta in scacco dal binomio fretta e procrastinazione (della sveglia). E, ancora, l’irrinunciabile pausa caffè di metà mattino/pomeriggio può scaturire dall’esigenza (legittima) di ritagliarsi un momento di stacco dal lavoro, in cui poter sgranchire le gambe; peccato però che così la quantità di caffeina assunta giornalmente diventi significativa, considerando le due moke ingollate ancor prima di uscire da casa al mattino…
E se al caffè sostituiamo/affianchiamo il latte, la situazione non cambia granché. Perché si aggiungono calorie, ed una certa quantità di grassi. L’alternativa rappresentata dalle bevande vegetali può essere quindi un ragionevole compromesso per salvare il rito, la nostra salute…e quella dell’ambiente. A breve, nei supermercati, potremo forse acquistare anche il cosiddetto latte di patate, oltre a quello di soia, un classico ormai consolidato.
Questa bevanda è già molto apprezzata e diffusa in Paesi del Nord Europa come Svezia e Gran Bretagna; a commercializzarla è stata la startup svedese Veg of Lund, che lavora in partnership con l’Università di Lund.
A inventare il latte di patate e metterne a punto/brevettarne la ricetta è stata Eva Tornberg, docente e ricercatrice dell’ateneo della città svedese che già cinque anni fa è riuscita a produrre la bevanda previo riscaldamento dell’olio di colza. Il lancio sul mercato è avvenuto nella seconda metà del 2021 con il marchio DUG.
Le componenti del latte di patate, oltre al tubero ed all’olio di colza, sono acqua, maltodestrina, proteine dei piselli, fibre di cicoria, saccarosio e lecitina di girasole. La bevanda contiene inoltre vitamina D, B12 ed acido folico.
Che sapore ha il latte di patate?
Attualmente sul mercato sono disponibili tre varianti a marchio DUG, ed il loro odore è stato accostato da qualcuno al purè di patate, e da altri alle patate crude. Il sapore, invece, secondo altri farebbe pensare ai fagioli, e avrebbe comunque una nota salata.
Gli usi del latte di patate sono molteplici: non solo in combinazione con latte o cereali, ma anche per preparare dolci.
Perché bere il latte di patate?
Perché, in proporzione, ha meno carboidrati e calorie del latte di sesamo nero, inoltre isola 14 allergeni molto diffusi che possono determinare allergia a soia, avena e lattosio. Dunque è destinato, potenzialmente, ad una platea più ampia di consumatori.
Ultimo, ma non meno importante, la coltivazione delle patate ha un impatto meno forte sull’ambiente, rispetto alla produzione di altri elementi da cui si ottiene il latte vegetale. La quantità di terreno richiesto, infatti, è la metà di quella necessaria per l’avena, 56 volte meno acqua di quella utilizzata per la coltivazione delle mandorle, e non comportano la deforestazione disordinata e il ricorso ad Ogm, a differenza della soia.
Chissà se i proprietari del marchio Veggemo, che nel 2015 avevano lanciato, per la prima volta, sul mercato (in quel caso, canadese) il latte di patate senza successo avrebbero immaginato, per la bevanda, una seconda vita, più fortunata e in sintonia con i tempi.
Francesca Garrisi
Quando le cose non mi divertono, mi ammalo (H.B.)
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