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Social lending agricolo: così vincono produttori e consumatori

Il prestito 2.0, è ormai una realtà

Dopo aver preso piede in sostituzione al credito bancario, comincia a “esportare” la sua filosofia anche in altri settori, compresa la produzione alimentare. Qui di seguito l’intervista a Leonardo Fornario (Rete Gas Puglia), uno dei promotori del progetto Natura Solidale.

Come e quando è nata l’idea del social lending agricolo?

L’idea è nata dalla intenzione da parte del nostro gruppo (3 Persone) di ricercare sempre più e nuove occasioni per gli operatori agricoli che presentano la necessità di trovare liquidità ed allo stesso tempo nuovi contatti per nuovi sbocchi di mercato con l’intenzione di arrivare direttamente agli utenti-consumatori finali.

 

Cosa comporta, concretamente?

Consiste nel creare un rapporto diretto tra i piccoli operatori del settore (produttore agricolo-rivenditore-consumatore finale) attraverso un anticipo finanziario da parte dei secondi o dei terzi utile al produttore per ottemperare ai costi stessi di produzione con l’ obbligo da parte dello stesso di restituire tale anticipo con un quantitativo di prodotti agricoli-alimentari-zootecnici o di altra natura (tessile, prodotti per l’ igiene e quant’altro) prestabilito da un accordo scritto-contratto (con clausole e polizze assicurative che proteggano la parte debole del contratto).

 

Qual è il bacino territoriale attualmente coinvolto?

Per facilità è naturale partire dal proprio territorio per poi allargarsi a macchia d’olio, nonostante ciò ritengo promettente per la riuscita del progetto far “incontrare” anche solo virtualmente gli attori di cui sopra appartenenti a zone geografiche diverse e distanti (es.: agrumicoltore siciliano o pugliese con il fruttaiolo o il consumatore finale lombardo, quest’ultimo organizzato in forma associativa tipo GAS-Gruppo di Acquisto Solidale o di altra natura).

 

Quali sono i principali punti di forza dell’iniziativa e quali gli elementi di criticità finora emersi?

Il punto di forza è il contatto diretto con il produttore con il quale si instaura un rapporto di fiducia e di rispetto, questo porterebbe a pretendere da parte del consumatore un prodotto genuino, salubre e quindi teoricamente privo di sostanze chimiche nocive alla salute umana e dell’ ecosistema in genere oltre che una convenienza in termini economici.

I punti di criticità sono la diffidenza ad anticipare denaro e l’esigenza  di conoscere personalmente il produttore (cosa che non avviene sui prodotti tecnologici poiché questi non si “mangiano” ed inoltre sono percepiti come “sempre uguali”-standard da qualsiasi parte del globo essi provengano).

 

Come spieghereste i vantaggi di aderirvi, a chi ha poca familiarità con il social lending?

Per spiegare i vantaggi innanzitutto servono delle precondizioni intrinseche agli attori da coinvolgere: un approccio ai sistemi informatici, la necessità di avere a disposizione prodotti di altissima qualità e salubrità, la convenienza, la necessità di liquidità finanziaria, serietà e onestà, la capacità di associarsi.

Ovviamente spiegate le precondizioni va da sé quali sono i vantaggi.

 

 

 

Convenienza al consumo e guadagno per i produttori grazie ai G.A.S.

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Colazione: gli otto errori da non fare

"Fai colazione come un re, pranza come un principe, cena come un povero".
 

È proprio vero che i vecchi proverbi sono sempre validi. Purtroppo il primo pasto della giornata è spesso il più sottovalutato. Le scuse sono tante: chi ha troppa fretta, chi non avverte il senso di fame, chi ha bisogno di una semplice tazza di caffè. Eppure non solo la colazione è importante, ma fondamentale. Anche chi  segue assiduamente questo rituale spesso commette qualche errore. Vediamo quali sono i più comuni e come evitarli.

1)    MANGIARE CIBI ZUCCHEROSI

Gli italiani associano la colazione a qualcosa di dolce: cornetti, torte, biscotti, pane e marmellata. In realtà, anche se  quando andiamo all’estero i piatti con prosciutto e uova ci stomacano, danno un apporto calorico molto più corretto. Gli zuccheri infatti regalano un picco glicemico che si smorza in maniera repentina nell’arco di poche ore. Così già a metà mattinata, la fame ci sorprende. Come fare per cambiare le nostre abitudini senza sconvolgerle completamente? Si può provare con del pane integrale con formaggio spalmabile, macedonia di frutta fresca e secca, frittatine e torte salate.

2) NO A SUCCHI DI FRUTTA E YOGURT

Purtroppo il “nemico” è più subdolo di quanto pensiamo. Succhi di frutta e yogurt sono comunemente inclusi nel cibo sano. Ma in pochi si accorgono che la percentuale di frutta nelle bevande è minima e che, anche se gli yogurt hanno lo 0,1 % di grassi, quest’ultimi vengono sostituiti con gli zuccheri. Meglio optare per centrifughe o frullati fatti in casa o mangiare un frutto fresco, che mantiene inalterate le proprietà.

3) NON BERE ACQUA

L’acqua è una delle nostre più grandi risorse. La prima cosa da fare appena ci svegliamo è berne un bicchiere, tiepida con limone, per reidratare il corpo dopo la notte trascorsa. Una semplice abitudine che può portare molti benefici.

4) MANGIARE TROPPO TARDI

La colazione dovrebbe essere fatta non più tardi di un’ora nel corso della mattinata. Mangiare molto tempo dopo rispetto a quando ci si alza fa bruciare poche calorie e non consente al cibo di svolgere a pieno la sua funzione. 

5) MANGIARE TROPPO IN FRETTA

Quando si mangia, bisogna essere rilassati. C’è chi trangugia semplicemente una tazza di caffè  oppure si strafoga a lavoro,di fronte al computer. Quindici minuti di calma aiutano a digerire meglio e a godersi di più il gusto del cibo.

6)  NON MANGIARE FIBRE

Queste amiche del nostro organismo aumentano il senso di sazietà e contribuiscono a ridurre l’assorbimento di grassi e zuccheri. Un must per l’alimentazione mattutina, le fibre sono contenute nei cereali integrali. Si può dunque optare per un muesli fai da te con frutta secca, semi oleosi e un po’ di cioccolata fondente.

7) MANGIARE POCO O BERE SOLO CAFFÈ

La regola fondamentale del benessere alimentare è una sola: non digiunare. Evitare di mangiare la mattina non fa dimagrire, anzi,rallenta il metabolismo e fa aumentare la tendenza ad ingrassare. Inoltre il caffè preso a stomaco vuoto provoca ipersecrezione gastrica e quindi potrebbe successivamente apportare altri problemi di stomaco.

8)  NON ABBUFFARSI

Le colazioni a buffet, per quanto invitanti, sono estremamente pericolose. Il rischio infatti è farsi prendere per la gola e mangiare più del necessario.  Siate selettivi e mettete a tavola il necessario per un corretto apporto di calorie.

Provare per credere.

 

di  IRENE CALTABIANO 

 

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Bioeconomia? Il futuro del lavoro

Riciclo, attenzione all’ambiente e innovazione alimentare e farmaceutica.
 

Questi settori potrebbero rappresentare il punto di svolta dell'economia italiana. La terza Conferenza nazionale sui rifiuti, che vede protagonisti in questi giorni Legambiente, Editoriale La Nuova Ecologia e Kyoto Club, in partenariato con il COOU (Consorzio Obbligatorio degli Oli Usati a Roma) promette bene già dal primo giorno.

Oltre 400mila posti di lavoro in Europa e 100 mila in Italia che deriverebbero dall’applicazione dell’attuale legislazione sui rifiuti e altri 180mila dalla messa in atto del pacchetto sull’economia circolare. Insomma una finanza più eco-sostenibile genererebbe non solo benefici sostanziali in termini economici ma anche occupazionali e ambientali.

-COS'È L'ECONOMIA CIRCOLARE?-

L’Italia ha un settore agricolo molto sviluppato, che produce annualmente 9milioni di tonnellate di rifiuti  e 20 milioni di scarti alimentari. La spazzatura potrebbe trovare nuova vita nel compostaggio , nella digestione anaerobica e nalla bioraffinazione, mentre un ulteriore settore potrebbe essere quello delle bioplastiche.

Leggi anche: I gusci d'uovo? La bio-plastica del futuro

Forse sono finiti i tempi delle emergenze rifiuti. L’uso efficiente delle risorse è uno dei principali fattori di competitività delle imprese: il 40% dei costi è attribuibile alle materie prime, che, assieme a quelli di acqua  e energia, arriva al 50% delle spese di fabbricazione. L’obiettivo perciò è aumentare almeno del 30%  la produttività delle risorse. Prevenzione di rifiuti, rigenerazione, riparazione e riciclaggio possono generare risparmi netti pari a 600 miliardi di euro, riducendo l’emissione di gas serra del 2-4%.

Il COOU ad esempio ha raccolto 5, 3 milioni di tonnellate di olio usato, il 90% delle quali avviate alla rigenerazione per la produzione di nuove basi lubrificanti. Il riutilizzo di un rifiuto pericoloso per l’ambiente ha consentito il risparmio di circa 3 miliardi di euro.

I punti a favore sono tutti positivi. Perchè aspettare?

 

di IRENE CALTABIANO

 

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