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The kukicha: così trasformi un rito in un booster per la salute

Zero (alcol, zucchero, caffeina) = zero sapore ?

The-KukichaNon è un’equazione, ma, scegliendo una bevanda o un cibo freequalcosa è molto probabile che il palato non sia pienamente soddisfatto. Tuttavia, una dieta sana NON implica sempre e solo rinunce prive di contropartite positive per noi.

Chi l’ha detto infatti che per limitare l’assunzione di teina, e quindi evitare di passare la notte con gli occhi sbarrati a contare inutilmente pecore, dobbiamo cancellare il rito invernale della pomeridiana tazza di the fumante? A venire in nostro soccorso è un the giapponese noto come the dei tre anni.

God bless the kukicha

Anche detto the bancha, è una varietà di the verde giapponese diffusosi a partire dalla provincia di Shizuoka. Deve il suo nome alla parola kuki che significa rametto.

The-KukichaIl the kukicha è il “frutto” della potatura di piccoli steli, rami e foglie della pianta, che deve avere almeno tre anni: da qui il nome con cui è conosciuto in Europa, e che gli fu attribuito da George Ohshawa, fondatore della macrobiotica. Questa tipologia di the si ottiene tramite tostatura e, curiosamente, in madrepatria non gode di molta considerazione. I buoni motivi per consumarlo regolarmente, però, sono innumerevoli. Il the kukicha contiene principi preziosi per l’organismo umano tra cui ferro, calcio, zinco, rame, potassio, vitamina A, B1, B2 e C, aminoacidi e catechine, sostanze antiossidanti che contrastano l’azione dei radicali liberi, da cui dipende l’invecchiamento del corpo. Assumendolo costantemente si abbassano il colesterolo, la glicemia e la pressione arteriosa, si potenziano il sistema cardiovascolare e immunitario, si contrastano le infezioni alla vescica, e si facilita il processo digestivo.

Perché ogni momento è buono per bere una tazza di the kukicha

In Oriente questa varietà di the viene consumata lungo tutto l’arco della giornata. Durante i pasti, ma anche la mattina e il pomeriggio. Si sceglie di berlo a pranzo e cena in quanto, grazie alle sue proprietà, rende più agevole il lavoro dello stomaco anche se si è esagerato con gli intingoli e le ricette fin troppo elaborate.

The-Kukicha

Il sapore del the kukicha rimanda a frutti come la castagna e la nocciola, e ciò rende quasi superfluo zuccherarlo. Un’alternativa gustosa può essere correggerlo con del succo di mela. L’estrema versatilità di consumo è dovuta al fatto che il the kukicha non contiene caffeina, e la sua percentuale di teina è un decimo di quella presente nelle più tradizionali e conosciute miscele.

Si avvicina il tanto atteso rientro a casa con annesso momento relax. Per godervelo appieno, passate prima al supermercato a comprare una confezione di the kukicha.  L’inverno non sarà più lo stesso…

 

 

Francesca Garrisi     

Quando le cose non mi divertono, mi ammalo  (H.B.)

 

 

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Elisir di lunga vita? Imparate dai monaci tibetani

Se dico Dalai Lama viene in mente a tutti la sua lunga tunica rossa e il sorriso beato.

 

dalai-lamaI monaci tibetani sono per l’intero globo simbolo di longevità e vita rilassata. Ma il loro benessere non dipende semplicemente dall’aria pura delle cime himalayane.

Ciascuno ha i suoi segreti. Anche se la cultura occidentale è parecchio diversa da quella orientale, possiamo comunque rubare ai simpatici santoni alcuni segreti per condurre meglio la nostra vita quotidiana.

Non aspettare domani

In primis, i monaci si dedicano costantemente alla cura di corpo e mente. Un errore in cui incorriamo di frequente, troppo presi da lavoro e impegni, è scindere questi due aspetti del nostro essere. Inoltre, si tende a fare attenzione alla salute solo quando la bilancia segna qualche kg di troppo o avvertiamo stanchezza e stress. I monaci sanno che mente e fisico hanno bisogno di attenzioni costanti. Per questo fanno esercizio e meditano cinque volte al giorno (se vuoi approfondire i cinque riti tibetani guarda il video qui sotto)

Meditate gente, meditate!

La meditazione è un’abitudine di questi popoli fin dai tempi antichi. In Occidente viviamo immersi in un tempo che non monacoriusciamo a gestire, trascinati da una corrente involontaria di orari e programmi dove spesso perdiamo la bussola. Così ansie e paure si impossessano di noi, provocandoci l’angoscia del domani. Ma il futuro è sconosciuto, possiamo solo agire nel presente.

Il gom ( meditazione in tibetano) può essere interpretato come familiarizzazione, conoscenza e consapevolezza. Di cosa? Di noi stessi, dei nostri pensieri, della transitorietà dei problemi. La mente è un’arma potentissima, se impariamo ad usarla nella giusta maniera. Quando meditiamo ritroviamo l’equilibrio e possiamo scacciare i pensieri nocivi.

Le quattro stagioni dei monaci

Ormai è cosa nota che il cibo non è semplicemente carburante, ma qualcosa che influisce notevolmente sul benessere fisico e monaci-dietamentale. Alimentarsi correttamente riguarda non solo ciò che mangiamo ma anche come lo facciamo. Ecco i trucchi dei monaci:

1) Mangiano solo frutta di stagione. Non hanno certamente supermercati sotto casa e quindi sono costretti a coltivare le primizie con le proprie mani. Avete mai fatto caso che la natura stessa fornisce i frutti adatti al nostro benessere per un periodo specifico dell’anno? Se vi imbattete in delle pesche a dicembre, c’è di certo qualcosa che non va.

2) Dieta dissociata. Un solo alimento a pasto. Mescolare i nutrienti appesantisce, rendendo l’assimilazione del cibo più difficile.

3) Il tempo. La digestione comincia dalla bocca. Se i cibi non vengono masticati adeguatamente gli enzimi salivari non avranno il tempo per prepararli al passaggio all’apparato digerente.

4) Niente zucchero. Né bianco, né di canna. Molto meglio il miele, più energetico e naturale.

Il digiuno

meditazione

I guru tibetani hanno la buona abitudine di digiunare ad ogni luna piena e luna nuova del mese. Grazie a quest’usanza il corpo si depura dalle tossine che si accumulano. Perchè proprio in questi giorni? Inizio e fine del ciclo lunare permetterebbero di raccogliere una forza rinnovatrice e una purificazione più profonda.

 

Cominciate a far vostre queste piccole abitudini e vedrete che in poco tempo ne osserverete i benefici. D'altronde un detto zen recita:“ Giudicate il vostro successo da ciò che avete dovuto sacrificare per ottenerlo”. 

 

 

di Irene Caltabiano

 
 
 
 

 
 

 

 

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Carte da parati ecologiche, eleganza ed ecosostenibilità in casa

La bioedilizia e la tendenza a costruire abitazioni con materiali naturali è sempre più diffusa.  

bioediliziaUna casa ecosostenibile passa da tanti elementi, dall’attenzione al risparmio energetico a una climatizzazione a consumo contenuto, fino all'utilizzo di materiali da costruzione e di arredamento green. 

Dunque, se si vuole essere amici dell’ambiente al 100%, in un momento in cui l’attenzione a un equilibrio ambientale con il nostro pianeta si fa sempre più urgente, la casa può diventare espressione di tale principio da cima a fondo. 

Persino se si tratta di pareti.  

Carta da parati anni ‘70 e non solo 

Il sito si chiama Carta da parati degli anni ‘70 e da come si mostra sembra il paradiso dei designer. 

Una vasta scelta di tappezzerie che va ben oltre ai tipici decori dei seventies. Carte da parati per tutti i gusti, ambienti e stili, con una sezione d’autore che vanta nomi come Dupenny, Versace, Lisa Bengtton.  

Nel 2003 l’azienda nacque un po’ per caso o meglio, inizialmente da un sentimento di nostalgia nei confronti delle fantasie che decoravano le case d’infanzia dei fondatori.  

Così, dopo aver recuperato qualche pezzo messo in vendita online, il team scoprì un nutrito pubblico di amanti del prodotto, 

Perché allora non creare nuove tendenze anziché adeguarsi al mercato? Il design vintage poteva essere combinato con materiali più moderni e con modelli più al passo con i tempi. Un design che ha entusiasmato fin da subito persino gli esperti newyorchesi del settore.

E infatti, la tendenza del momento, riguarda le carte da parati ecologiche.  

 Veruso lino, la prima carta da parati 100% compostabile 

Le caratteristiche? Materiali non inquinanti e processi di produzione sostenibili.  

Si va dai colori sgargianti delle fantasie floreali a texture più grafiche. Ma la punta di diamante delle carte da parati ecologiche è la Veruso lino, una delle prime carte da parati completamente compostabili.  

Una tappezzeria creata da materie prime vegetali (65% lino, 35% viscosa) che richiede una quantità molto ridotta di acqua per essere prodotta e, soprattutto, completamente riciclabile perché priva di fibre sintetiche e collante.  

Le materie prime vengono principalmente dalla Francia, nota per le sue grandi coltivazioni di fiori di lino, materiale naturalmente battericida e repellente allo sporco.  

Oltre a essere green al 100%, la carta da parati è fono e termo assorbente, assorbendo l’umidità ambientale e rilasciandola quando l’aria diventa più secca. 

Per lo stesso motivo però non è adatta a stanze ad alto tasso di umidità quali cucina e bagni, perché non riuscirebbe a mantenere l’equilibrio necessario.  

Un’idea intelligente, in armonia con la natura, una varietà che ha dato vita a una florida comunità di appassionati e clienti abituali. Un intero mondo di colori e di design con cui decorare l’ambiente quotidiano. 

Ci auguriamo quindi che un commercio di tali prodotti prenda sempre più piede.

di Irene Caltabiano

 

 

 

 

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