Aggiungi valore alla natura ☢

Melati e Isabel, la lotta all'inquinamento non ha età

Se si dice Bali si pensa a un meraviglioso paradiso tropicale.
Il sogno esotico delle giornate passate al chiuso di un ufficio. Eppure l’isola dell’arcipelago indonesiano ha a che fare con i nostri stessi problemi: l’invasione dei rifiuti. Chiunque voglia passare una mattinata al sole, si ritroverà circondato da buste di plastica. 
 
Melati e Isabel Wijsen, coraggiose sorelle indonesiane,  frequentano la Green school, un luogo già di per sé speciale. Una scuola che insegna ai bambini a rispettare l’ambiente e comprendere le dinamiche del territorio, ispirandoli a essere creativi e diventare green leader. Le due ragazzine, una 14, l’altra 12 anni, hanno preso sempre maggiore consapevolezza del problema studiando le conseguenze negative legate alla dispersione della plastica. Ogni anno infatti vengono utilizzati circa un trilione di sacchetti, circa due milioni al minuto; la maggioranza viene abbandonata nell’ambiente, ma, anche se correttamente riciclata, impiega fino a 1000 anni per decomporsi. Ciò significa che per strada potremmo, per assurdo, trovare  la confezione usata dal nostro bisnonno. 
 
Così le ragazze, assieme a un gruppo di amici, hanno lanciato l’iniziativa Bye bye Plastic Bags, con l’obiettivo di sviluppare  tra i propri conterranei sempre maggiore consapevolezza delle conseguenze negative di un uso smodato dei contenitori. I volenterosi teenager, sostenuti da una rete di contatti e aziende, hanno scelto di dire basta. «A Bali generiamo 680 metri cubi di rifiuti di plastica al giorno» spiegano le due sorelle- «Un quantità con cui si potrebbe costruire un edificio di 14 piani. E, per quanto riguarda i sacchetti di plastica, meno del 5% viene riciclato ».
 
Tre anni di spedizioni per pulire le spiagge, numerose iniziative e persino uno sciopero della fame, ma l’obiettivo è stato finalmente raggiunto.  Il governo dell’isola  si è impegnato a mettere al bando i sacchetti di plastica monouso entro il 2018. «Non permettete a nessuno di dirvi che siete troppo giovani o che non potete capire.” – concludono le due ragazze - "Non vi diciamo che sarà facile. Vi diciamo che ne vale la pena». La più piccola azione è più nobile della migliore intenzione.
 
 
Guarda il video >>>
 

Leggi anche:
 
Iscriviti al canale YouTube >>>
 
Continua...

Roll Array, l'energia del sole racchiusa in un tappeto

L’allarme ambiente si fa sempre più forte. 
Tuttavia quotidianamente ci sono nuove invenzioni che cercano di farvi fronte. Chi non vuole o non può prendersi la briga di installare pannelli solari potrà accumulerà energia con Roll-Array, tappeto fotovoltaico trasportabile anche nelle zone più remote del mondo. 
 
La compagnia inglese di clean tech Renovagen ha sviluppato un oggetto che non solo è portatile, ma anche dieci volte  più potente  rispetto alle soluzioni già esistenti. La struttura molto sottile lo rende flessibile e adatto a numerosi tipi di territorio: inoltre, al suo interno, è già presente tutto il necessario al suo funzionamento, dai cavi ai moduli fotovoltaici. 
 
Roll Array può alimentare una struttura medica di 120 posti,fornendo 100 KW di potenza e eliminando il bisogno di grandi generatori diesel . Non solo è una tecnologia facilmente trasportabile ( è sufficiente un veicolo 4x4 e un piccolo rimorchio) ma di facile installazione. Se infatti i pannelli fotovoltaici tradizionali richiedono 22 ore di montaggio, per Roll-Array bastano 2 minuti, senza produrre un grammo di C02. Il tappeto è anche dotato di batterie e inverter in modo da garantire energia anche nelle ore in cui il sole non c'è.
 
Renovagen è a caccia di fondi su Crowdcube. L’ennesima interessante invenzione che passerà inosservata?
 
Irene Caltabiano
 
Guarda il video >>>
 

Leggi anche: 
 
Iscriviti al canale YouTube >>>
 
Continua...

Quell'acqua trasparente, pulita...e pubblica

Napoli non è solo la città di pizza e sfogliatelle.
È anche l’unico grande capoluogo d’Italia ad avere l’acqua pubblica. L’oro blu è un elemento così importante da dedicargli persino un museo, dove il visitatore può verificare quanta strada viene percorsa dalle fonti del Serino e dai pozzi della Campania occidentale fino ai rubinetti di casa. 
 
Mentre negli anni '90 le vecchie aziende municipalizzate sono state trasformate in società per azioni e la distribuzione è stata data in mano a privati, la capitale partenopea è andata controcorrente. Nel 2013 è nata Abc Napoli, che sta per Acqua bene comune, così ribattezzata sull’onda lunga del Referendum del 2011. Le tensioni non mancano, ma l’acqua è buona e la bolletta costa meno. 
 
 La chiave della gestione pubblica  è la garanzia del servizio. Abc Napoli ha una forma giuridica speciale, per cui il comune detta le linee di indirizzo, ma le politiche gestionali sono molto più autonome. In terra di camorra, si parla di cultura d’impresa e di bene comune, di trasparenza e onestà di gestione. « La vecchia società per azioni era amministrata come un feudo. Una gestione paternalistica, magari con iniziative illuminate come l’asilo interno per i figli e i dipendenti, ma con grande moltiplicazione di poltrone e stipendi non giustificati. Tutto a danno di investimenti e utenza »,  afferma Ugo Mattei, professore di diritto internazionale e presidente di Abc Napoli . 
 
Il laboratorio di analisi  di Via Argine analizza ogni giorno campioni prelevati da settanta punti  della rete, per esaminare residui che potrebbero rivelarsi tossici.  Tutto è organizzato nella massima trasparenza; sul sito di Abc basta cliccare un determinato luogo sulla mappa per risalire all' acquedotto di provenienza. L’acqua, arrivando da diverse fonti, può avere caratteristiche differenti, ma viene poi miscelata nei serbatoi in modo che la qualità non sia troppo difforme tra una tipologia e l’altra. 
 
Le scolaresche napoletane, nella sede del serbatoio dello Scudillo, giocano sulla lavagna luminosa, imparando il mondo complesso dietro al gesto quotidiano dell’apertura di un rubinetto, rendendosi conto di come sia difficile la gestione di una struttura di tali proporzioni. Da parte dei privati c’è un continuo tentativo di accaparramento delle fonti idriche, perché garantiscono un alto profitto. Abc però resiste, restaurando fontane cittadine e lanciando nuove campagne come Buona da bere, che ha ispirato la graphic novel Mammacqua.Venderesti  tua madre?, un po’ racconto, un po’ cronaca a dell’epopea " acqua di tutti". 
 
«La goccia scava la pietra, non per la sua forza, ma per la sua costanza » scriveva Lucrezio. La costanza di un’acqua gestita nella legalità e nella trasparenza. 
 
 
Leggi anche:
 
Iscriviti al canale YouTube >>>
 
Continua...

 

FB  youtubeinstagram

✉ Iscriviti alla newsletter


☝ Privacy policy    ✍ Lavora con noi

Contattaci