Tutto cominciò nel 2014, con l’obbligo di inserire l’olio di palma nella lista degli ingredienti di qualsiasi prodotto.
Così molti marchi, compresa la Plasmon, sono stati costretti a fare ammissione di colpa. Ma, se si tratta di un’azienda intelligente, riesce a sfruttare il polverone per farsi pubblicità. Uno dei nomi più famosi d’Italia per l’alimentazione infantile da qualche giorno ha annunciato di aver tolto "l’incriminato" dai suoi biscotti.
Causa scatenante è stata la protesta social delle mamma: tramite Facebook, messaggi e petizioni, tantissime signore hanno intimato di sostituire l’ingrediente, un grasso vegetale solitamente sconsigliato per i più piccoli. Anziché aspettare che si placassero le acque, Plasmon ha creato un sito ad hoc, Tiabbiamoascoltato.it, in cui riprende le migliaia di post a loro indirizzati, seguito dalla promo "La nuova ricetta, le attenzioni di sempre". L’azienda specifica che l’ingrediente è stato sostituito da olio d’oliva e di semi di girasole.
Il customer care è importante e se usato nella maniera corretta può persino migliorare l’immagine dell’azienda.
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