Aggiungi valore alla natura ☢

Decreto retrofit, la bacchetta magica dei trasporti

Trasformare la nostra auto da fonte di inquinamento a veicolo eco-sostenibile al 100%? 
Dal 26 Gennaio potremo essere tutti più green. A fine mese infatti entrerà in vigore Retrofit, decreto che regola la riqualificazione elettrica dei veicoli tradizionaliNon solo macchine, anche autobus e autocarri potranno dire addio  ai carburanti più inquinanti. 
 
Il Ministero dei trasporti ha dichiarato che l’esigenza primaria del provvedimento è ridurre le emissioni nocive nell’ambiente provocate da veicoli stradali con motore tradizionale. In tal modo si potrebbe diminuire di gran lunga l’impatto di smog e gas.  Unico inconveniente? I costi. Momentaneamente infatti i prezzi di manutenzione delle auto elettriche sono più elevati rispetto a macchine a benzina, Diesel e Gpl . 
 
Nonostante questo, omologare la vecchia auto risulterà  comunque meno dispendioso che comprarne una nuova. La possibilità di conversione potrebbe offrire finalmente alternative a chi da tempo guarda con interesse ai temi ecosostenibili. I vantaggi, peraltro, non sarebbero solo ambientali; con  le auto elettriche non si hanno restrizioni di circolazione dettati da elevati livelli di inquinamento. 
 
Adesso non abbiamo più scuse. 
 
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Amsterdam entra nel tunnel!

Se dico Amsterdam , la maggior parte degli italiani pensa a coffee shop e quartieri a luci rosse. 
Sarebbe a dir poco riduttivo identificare così la capitale olandese, che è stata spesso esempio di civiltà e eco-sostenibilità. La Bologna d’Europa è infatti famosa per le biciclette, mezzo caro alla maggior parte dei cittadini. 
 
Cosa fare per aiutare chi ha detto il suo no definitivo all’automobile? Un tunnel ciclopedonale nella stazione centrale, per arrivare più facilmente a treni, bus e traghetti. Prima infatti si poteva solo circumnavigare il luogo oppure accedervi a piedi.  Il sottopassaggio invece permette di attraversare in tranquillità e sicurezza l’area, facendo risparmiare tempo ai ciclisti. 
 
Il tunnel è lungo centodieci metri, largo dieci e altro tre. La pista, disponibile sia per le bici che per i pedoni, è costruita con asfalto fonoassorbente. Camminare senza clacson fastidiosi è rilassante e durante il percorso si possono ammirare disegni su maioliche, dalle tonalità rosse e blu, che regalano all’area un design semplice ma curato. 
 
L’illuminazione è naturale, ma c’è anche un supporto artificiale, utile in particolare quando fa buio. Sono presenti steward in grado di agire in caso di sovraffollamento degli spazi condivisi. Le bici devono infatti prestare attenzione ai pedoni, per questo sono stati creati piccoli dissuasori di velocità dove ci sono attraversamenti pedonali o ingresso in spazi condivisi.
 
Piccoli gioielli di civiltà da cui tutti dovremmo trarre esempio.
 
Irene
 
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Water footprint: è la goccia che scava la pietra

Materiale prezioso, sempre meno disponibile e patrimonio di pochi.
Non stiamo parlando dell’oro, ma di una sostanza di uso molto più comune: l’acqua. Aprire il rubinetto per la popolazione occidentale è un gesto talmente scontato da non dargli quasi peso. In effetti capire come viene utilizzata e quant’è importante questa risorsa non è facile; Water footprint nasce per quest’esigenza: indicatore  del consumo idrico,  si basa sia all’uso domestico che allo sfruttamento destinato alla produzione di  alimenti e prodotti.  Il calcolo può essere riferito al singolo o alla comunità e valuta il livello di sostenibilità delle nostre abitudini e dei nostri acquisti.
 
La definizione è stata creata nel 2002 da Arjen Hoekstra, esperto di Water Management all’Università di Twente, nei Paesi Bassi. Il professore ha analizzato i fattori che determinano il consumo idrico. A giocare un ruolo fondamentale è l’approviggionamento alimentare. Il settore agricoltura richiede infatti il 70% dell’acqua utilizzata  nelle diverse attività umane. Se questo è il presupposto, ciò che scegliamo di mangiare  ha un' influenza decisiva.
 
È  stato  stimato che l’impronta idrica di un vegetariano oscilla tra i 1500 e i 2600 litri, contro i 3000/5000  di una persona che mangia carne. Motivo della disparità? La filiera dell’allevamento richiede una quantità di acqua maggiore, soprattutto per produrre foraggio. Quindi sarebbe molto più vantaggioso ottenere calorie, proteine e grassi di origine vegetale. 
 
Numerose organizzazioni hanno messo a disposizione calcolatori online in grado di misurare e valutare i consumi alimentari in base al consumo idrico. La più nota è la Water Footprint network, che dispone di due calcolatori, uno più rapido e uno più approfondito, che analizzano numerosi aspetti della quotidianità.  Sul sito  del WWF si trova  una versione animata, più comprensibile  e in chiave nostrana, in cui è inserita una maggior quantità di prodotti relativi alla dieta mediterranea ( pizza, pasta, formaggio).
 
 L’organizzazione fornisce anche una lista di suggerimenti per preservare l’acqua, un bene talmente prezioso da essere definito "marmo blu":
 
  1. Bevi acqua dal rubinetto
  2. Riduci il consumo di carne
  3. Privilegia i prodotti biologici
  4. Riduci gli sprechi, anche ai fornelli
  5. Mangia cibi non troppo eleaborati
  6. Acquista prodotti con poco imballaggio
  7. Evita il pesce appartenente a specie sovrasfruttate ( merluzzo, salmone, pescespada)
  8. Scegli frutta e verdura di stagione
 

Il nostro contributo potrà sembrare una goccia del mare. Non è la forza che cambia la situazione, ma la costanza.

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