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Vero o falso?

Sono  sei milioni le case di italiani che hanno come “ospite” natalizio un vero abete. Le stime, infatti, parlano chiaro: gli alberi commercializzati mettono in moto giri d’affari da circa 150 milioni di euro.
 
L’acquisto di alberi reali è necessariamente una scelta anti-ecologica? Gli esperti PEFC, sistema di certificazione per la gestione forestale sostenibile, affermano che gli alberi in plastica hanno impatto maggiore rispetto agli originali in aghi e corteccia per via del materiale di cui sono fatti, molto più difficile da smaltire.
 
A sostegno dell’abete naturale c’è la produzione italiana e i suoi numeri: oltre il 90% deriva da coltivazioni specializzate, dedicate al solo scopo di far crescere alberi  per le Feste natalizie. Il modo per essere sicuri che giungano da piantagioni sostenibili è controllare il tagliando di provenienza. Il cartellino garantisce  infatti che l’albero arrivi da produzioni autorizzate , altrimenti si rischia di immettere nell’ambiente tipologie che potrebbero danneggiare quelle autoctone.
 
 
E voi? Siete più per il fake o per il Natale al naturale?
 

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Prati da tavolo e bambole di mais

Siete quelli che guardando la trilogia di Toy story versano fiumi di lacrime? 
O che si fermano davanti a negozi di giocattoli fingendo di entrare per compiacere il sangue del vostro sangue? Non c’è niente da fare, bambole, pupazzi e balocchi sono da sempre sinonimo di Natale presente e passato,  ma anche di plastica e materiale difficilmente riciclabile. È possibile soddisfare i desideri dei nostri piccoli con idee regalo green? Affermativo.  Ecco alcuni spunti che accontenteranno bimbi e genitori.
 
Puzzle di legno:
 
Wild Republic ne propone alcuni composti da forme particolari che ricordano animali, persone, oggetti. L’ azienda espone nella stessa linea piste per biglie, regalo vintage che divertirà anche gli adulti.   Gli articoli sono adatti per giocare sia in casa che all’aria aperta e realizzati con colori atossici e legno certificato.
 
Prezzo: dai 10 ai 30 euro 
 
Prato da tavolo: 
 
L’Erba voglio cresce nei giardini di Egea, azienda bolognese che commercializza oggetti green per l’infanzia.  La scatola, u

na volta aperta, diventa un palcoscenico da popolare di personaggi. Il kit è composto da semi vari che, se innaffiati, diventeranno originali location per le storie dei vostri piccoli. All’interno della scatola anche  diverse costruzioni in cartone riciclabile a incastro, da assemblare senza colla né forbici. Così i castelli saranno circondati da boschi o  gnomi e fate scorrazzeranno nell’erba alta.  Per i piccoli amanti della natura. 

 
Prezzo: 13 euro
 
Pasta di mais:
 
I vostri pargoli sono novelli Donatello? Sarà un piacere allora regalare pasta modellabile a base di amido di mais, acqua e colori alimentari. Riciclabile e compostabile al 100%,  la si trova in molti eco-shop e sul sito I Piccolissimi.
 
Prezzo: dagli 8 ai 15 euro
 
Giocattoli a energia solare:
 
Il sito Emporio  Ecologico propone gran quantità di balocchi che si muovono grazie al calore di raggi e idrogeno, come Sprig la jeep o Perspex l’elicottero. Le bimbe invece potranno divertirsi a far volare  farfalle o illuminare casette di  luce calda e avvolgente. I giochi sono azionati da piccoli pannelli fotovoltaici che forniscono energia a motori elettrici miniaturizzati assolutamente silenziosi. Così insegneremo alle piccole pesti il valore di energia pulita e rispetto ambientale!
 
Prezzo: 30-40 euro
 
Bimbi scatenate fantasia e creatività! E lasciate giocare anche gli adulti più nostalgici…
 
 
 
 
 
 

Regali green per un Natale eco-sostenibile

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Sindrome di Marfan, la malattia silenziosa

Abramo Lincoln e Charles De Gaulle,  Niccolò  Paganini e Joey Ramone.
 

Cosa accomuna questi quattro personaggi che hanno influenzato storia e cultura 
mondiale? Una patologia del tessuto connettivo, più nota come Sindrome di Marfan, pediatra francese che per primo la diagnosticò nel lontano 1896.
 
Il morbo appartiene alla  sfera genetica e, nella maggior parte dei casi, è dovuto a mutazioni di fibrillina,  proteina essenziale del tessuto connettivo che costituisce l’impalcatura del nostro organismo.  La sua particolarità? È una malattia difficilmente individuabile. I sintomi si possono infatti presentare  in qualsiasi parte del corpo, ma più spesso in vasi sanguigni, ossa, articolazioni ( raramente in polmoni e pelle). Un individuo su cinquemila ne è affetto e migliaia non sanno neanche di esserlo. Colpisce infatti indistintamente uomini e donne di qualsiasi età.
 
Tuttavia ci sono  segnali che potrebbero essere indicativi. Statura particolarmente elevata, aspetto ciondolante e snodato, gambe e braccia più lunghi del busto. La patologia  ha come conseguenza più grave la dilatazione dell’aorta. Altri segnali più comuni sono invece dita lunghe  e sottili, articolazioni estremamente mobili, piede piatto e sterno malformato. La diagnosi si effettua sulla base di osservazione clinica , storia familiare e test genetico, anche se molto complesso.
 
Purtroppo ancora non esistono terapie in grado di curare la sindrome di Marfan, ma si stanno facendo passi avanti enormi.  Si può infatti intervenire per rallentare  indebolimento e allargamento dell’aorta  e ridurre la pressione sanguigna. Grazie a medicine e terapie specifiche  l’aspettativa di vita di individui che ne soffrono è pari  a quella di una persona normale.
 
I centri specializzati in Italia si trovano a Firenze ( Ospedale Careggi), Pavia ( Policlinico San Matteo) Milano ( Marfan Clinic) e Bologna ( Ospedale S. Orsola). Una sindrome molto simile è l’Ehlers –Danlos,  che intacca la fibrillina . Tra i sintomi più comuni difficoltà di cicatrizzazione, ipermobilità articolare e deformazioni scheletriche.
 
Come per molte patologie genetiche, la ricerca è ancora in corso e si spera che un giorno vengano del tutto debellate. L’informazione a volte è la miglior prevenzione, senza bisogno di troppi allarmismi.
 
 
Un approfondimento sulla sindrome... Guarda il video:
 

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