Aggiungi valore alla natura ☢

La storia di Rose Thorpy, la ranger più anziana del Grand Canyon, ci regala una lezione importante

Grand Canyon in love

grand canyon-rangerRose Thorpy ha visitato il Grand Canyon per la prima volta nel 1985, insieme al marito. L’immensa gola creata dal fiume Colorado e i suoi picchi rocciosi l’hanno conquistata.

Rose adesso ha 103 anni. È tornata in quel luogo magico e indimenticabile con la figlia. La vecchietta è andata infatti a fare visita alla nipote che, adesso, lavora per il Parco nazionale.

La storia di questa adorabile nonnina mi ha colpita non solo per il profondo amore per l’ambiente ma perché una donna come lei ci insegna che c’è sempre tempo per abbracciare una nuova vita e fare qualcosa per la comunità.

Leggi anche: Baba Lena, la nonnina 89enne che gira il mondo da sola

Giovani marmotte

rose-thorpyDopo la visita al Grand Canyon infatti madre e figlia si sono fermate nella libreria del parco, dove la donna si è intrattenuta a parlare con i dipendenti del programma Junior Rangers.

Cioè? Un progetto nato con l’obiettivo di promuovere i valori di rispetto dell’ambiente e della tutela della biodiversità nei parchi, soprattutto tra i più piccoli.

loading...

E chi meglio può diventare ambasciatrice e portavoce del parco se non una persona con tanta esperienza sulle spalle? Rose ha colto la palla al balzo e ha manifestato la volontà di far parte dell'iniziativa.

Il compito di Rose Thorpy sarà dunque promuovere le meraviglie del Grand Canyon, per aumentare la consapevolezza della sua importanza. «I miei genitori mi hanno insegnato a prendermi cura della terra, ma non vale per tutti i bambini».

Leggi anche: Patsy, l'uomo che sussurrava alle volpi

Mai troppo vecchi per la bellezza

grand canyonUno sponsor certamente efficace per la salvaguardia del parco nazionale dl Grand Canyon, che ha festeggiato il proprio centenario lo scorso 26 febbraio e che attira oltre sei milioni di visitatori l’anno.

«Persone come Rose ci aiutano a educare il pubblico per garantire che questa meraviglia della natura rimanga intatta per i prossimi cento anni » ha affermato Susan Schroeder, Ceo di Grand Canyon Conservancy.

Storie che regalano la voglia di rimettersi in gioco. A qualsiasi età- A chi si stupisce della sua età avanzata la dolce Rose risponde: «Non sei mai troppo vecchio per vedere il Grand Canyon».

 

 

di Irene Caltabiano

 

 

 

google playSeguici anche su Google Edicola »

 

Continua...

Energia da batterie organiche? Ecco l’idea di Green Energy Storage

Green Energy Storage è una startup innovativa dedicata alla creazione di batterie organiche

green energy storageGreen Energy Storage è una realtà che dal 2015 si dedica allo sviluppo di energie rinnovabili a batteria, con il CEO Rodolfo Pinto (bergamasco di soli 27 anni) che ha acquisito competenze nel campo dopo una formazione all’Università Bicocca di Milano e una prima esperienza nella holding di famiglia, la Skyres.

Dalle batterie per l’energia solare ed eolica all’efficienza energetica per ottenere elettricità pulita, di questo si occupa Green Energy Storage grazie ad un pool di professionisti tutti italiani specializzati nella ricerca di nuove tecnologie che possano contribuire ad innovare il settore delle energie rinnovabili.

Leggi anche: Powerwall, energia da parete

Di cosa si occupa Green Energy Storage

green energy storageDopo Harvard, è arrivata la collaborazione don l'Università di Tor Vergata e la Fondazione Bruno Kessler, ma per Green Energy Storage si è aperta al crowfunding raccogliendo finora oltre un milione di Euro.

Dopo gli inizi in Skyres, che ha come attività principale quella di scouting, hi-tech e company building, è arrivata Green Energy Storage (di cui la holding possiede la quota di maggioranza).

Leggi anche: Business green, creare un'impresa di pulizie ecosostenibili

La parola al CEO di Green Energy Storage

green energy storage15Rodolfo Pinto ha raccontato della sua esperienza con Green Energy Storage:

Iniziammo un'attività di scouting che ci portò su un articolo di Nature dell'Università di Harvard e li iniziammo una trattativa con l'ateneo americano. All'inizio c'era un po' di diffidenza. Ma li abbiamo convinti con i risultati.

Hanno potuto toccare con mano gli accordi commerciali che eravamo pronti a mettere in campo e le nostre capacità di ricerca e sviluppo. E anche un po' dalla follia di andarci a prendere un brevetto in una fase del tutto embrionale.

Il problema dell'accumulo delle energie rinnovabili è che le stesse rinnovabili, come vento e sole, sono intermittenti. Il nostro sistema di accumulo permette di immagazzinare l'energia anche per lunghi periodi. Questo grazie all’Antrachinone, una molecola organica che si può estrarre dalle piante ma anche dagli scarti del petrolio, in un'ottica di economia circolare.

Questa molecola, insieme ad un altro elettrolita, è in grado di immagazzinare energia: una batteria appunto semi-organica.

C’è tempo fino a febbraio 2019 per poter sostenere la startup tramite crowfunding.

felice catozzi

 

di Felice Catozzi

 
 

 

google playSeguici anche su Google Edicola »

 

loading...
Continua...

Come ricavare abiti dagli scarti del vino

Bisogna fermare l'inquinamento.

vegea1Il riscaldamento globale è oggi più che mai una minaccia reale e spaventosa: c’è chi, nonostante tutto, non si abbatte e anzi preferisce rispondere alla calamità con un’attività volta alla produzione ecosostenibile.

Come? Attraverso gli scarti del vino. Si tratta dell’italiana Vegea e grazie ad un brevetto di bio-upcycling agroalimentare, la startup è in grado di creare tessuti ecosostenibili.

Vegea ha innovato nel settore e il lavoro della startup italiana ha ricevuto il primo premio del Chivas Venture 2019, un concorso internazionale dedicato alle attività innovative capaci di migliorare l’impatto sociale.

Il bello di questa società è riuscire ad abbinare due prodotti tipici del Made in Italy come i vini e l’abbigliamento.

loading...

Come funziona Vegea?

vegea6La trasformazione della vinaccia in tessuti di abbigliamento di Vegea è un processo concepito per sostenere l’ambiente, tutelare gli animali e fornire un impulso vegano e cruelty-free al settore della moda, del design degli arredamenti e addirittura nell’automotive.

Creare un laboratorio sartoriale dagli scarti di tessuto

Un bel colpo, se pensiamo che la H&M Foundation ha stretto una collaborazione diretta con la startup.

 Chivas Venture 2019

chivas-venture5Arriva quindi la premiazione italiana del Chivas Venture, che porterà Vegea a competere con altre startup alla finale internazionale del contest per un totale di venti proposte che si sfideranno ad Amsterdam il prossimo 9 maggio per l’evento The Next Web Conference.

Alle prime cinque idee vincenti spetteranno una serie di premi per un ammontare complessivo di un milione di Euro. Fattore non secondario sarà il pubblico di questa manifestazione, comprensiva di oltre 2.500 imprenditori.

I vantaggi dello sviluppo e della crescita di Vegea

vegea16Consideriamo l’impatto che Vegea potrebbe avere sul Sistema Italia: il nostro Paese è il più grande produttore mondiale di vino, con una produzione di oltre 55 milioni di ettolitri all’anno;

Di conseguenza, sono tonnellate gli scarti comprensivi di bucce, semi e raspi, con un materiale di partenza davvero ingente per la startup e una valorizzazione dei rifiuti fino a questo momento  destinati  alla spazzatura.

Svuotarmadio, il sito italiano per vendere i tuoi abiti usati

Inoltre, obiettivo della società è di contattare e coinvolgere gli altri paesi tra i più produttivi nel settore vinicolo come Francia e Spagna.

Insomma Vegea non manca certo di materia prima. E allora un brindisi e in bocca al lupo alla startup!

felice-catozzi

 

di Felice Catozzi 

 


 

google playSeguici anche su Google Edicola »

 

Continua...

 

FB  youtubeinstagram

✉ Iscriviti alla newsletter


☝ Privacy policy    ✍ Lavora con noi

Contattaci