Aggiungi valore alla natura ☢

Capim dourado, l'oro vegetale

La brillantezza è la stessa e l’effetto estetico lascia a bocca aperta. 
 

Non è metallo, ma un materiale 100% vegetale. Il capim dourado è la nuova frontiera di bigiotteria e gioielli. La particolare pianta si trova in Brasile, nella regione del Jalapao. L’area, generalmente desertica, racchiude un vero e proprio tesoro, i campi dorati di quest'incredibile risorsa. Il capim veniva già lavorato dagli indios per la realizzazione di collane, bracciali, orecchini, borse e oggettistica varia, cucito con spine di cactus. La sua lucentezza non varia nel tempo, neanche a contatto con l’acqua.

Coltivazione e lavorazione
 

La pianta assume la preziosa colorazione solo una volta giunta a maturazione. Al momento della raccolta ha l’aspetto di una rosetta di foglie di circa 4 cm, accompagnata da un lungo stelo.

I fusti vengono tenuti a riposo due giorni e, successivamente, immersi nell’acqua per farli diventare più flessibili per la cucitura . Inizialmente  come filo veniva  usato il buritì, filamento presente all’interno dell’omonima palma. Negli ultimi anni, per evitare l’abbattimento di piante che altrimenti rischierebbero l’estinzione, viene utlizzato il rocchetto di seta dorato, che crea un piacevole effetto filigrana e dona luminosità agli oggetti.

Particolarità?
 

Il materiale è anallergico, eco-sostenibile e estremamente leggero. Inoltre la lavorazione del capim dourado consente di tutelare tradizione  e artigianato locale.

Una lavorazione senza ombra di sfruttamento o uso irrazionale delle risorse, principale fonte di reddito degli abitanti del Jalapao. In Brasile si sono moltiplicati gare e concorsi per la miglior lavorazioni del capim dourado, per espandere la produzione, conquistare altri mercati e far conoscere al mondo la bellezza di questo materiale.

Una pianta che, letteralmente, vale oro. 

 

di IRENE CALTABIANO

 

Ti è piaciuto quest'articolo? Leggi anche:

-Iscriviti al canale YouTube-

Continua...

Wi-fi gratis? Solo se diminuisce lo smog

Wi-fi libero per tutti, ma solo se l'aria diventerà più pulita.
 
Joris Lam, designer di Amsterdam, invita gli olandesi ad essere più consapevoli di problemi ambientali e influenza che possono avere i cittadini nel risolverli. Purtroppo anche la città nordica, generalmente simbolo di pulizia e civiltà, si ritrova a fare i conti con l'inquinamento atmosferico.
 

Lam ha così creato Tree-Wi-Fi, “casette per uccelli”, che rilevano la qualità dell'aria sulla base della quantità di smog emanata da auto e  camion. Ogni sera i dati raccolti verranno inviati ad un server che, dopo averli analizzati, li rispedisce alla casetta con un comando. Se i cittadini “hanno fatto i bravi”, ovvero se l'inquinamento è diminuito rispetto al giorno precedente, partirà la connessione gratuita. Se invece non vengono raggiunti determinati livelli, si bloccherà e cominceranno a essere forniti, su tutte le pagine web, consigli per migliorare la qualità dell'aria.

L'illuminazione a LED ricorderà costantemente ai cittadini le condizioni atmosferiche in cui verte la capitale. L'idea è rendere comprensibili le rilevazioni che avvengono nelle aree urbane, così da sensibilizzare i cittadini sul tema. Al momento Tree Wi-Fi è solo un prototipo, ma il comune e già interessato a brevettare.

La creatività sarà mica l'arma giusta per avvicinarsi alle coscienze?

di IRENE CALTABIANO

 

Ti è piaciuto quest'articolo? Leggi anche:

-Iscriviti al canale YouTube-

 
Continua...

In vino, familia: i Moretti ripartono dalla terra

«E poi, laddove più dolce è la ripa, colline di terra e roccia, in compagnia di ormai rade querce
residui di vigne antiche persistono aggrappati a declivi di terra rossa »
 
La poesia può avere tante forme; una di queste potrebbe essere una bottiglia di vino.
 
Tutto è partito dalla serigrafia di una borsa che, durante una semplice serata tra amici, ha attirato l’attenzione di molti. Poi la passione di Valentina e Federica Moretti per il loro progetto ha fatto il resto. Verso il bio è un’idea genuina, che mescola l’amore di una famiglia per la terra d’origine, la “ciociara” Monticelli di Esperia, unita a una simpatica campagna social. Amore che si concretizza nell’Olivello, vino prodotto biologicamente grazie alla sapienza di Mario, il papà, per anni capo cantiere, ma con la passione per la viticoltura.
 Dopo il licenziamento, il signor Moretti si è rimesso in gioco, ripartendo dalle tecniche e le regole del vivere contadino trasmesse dai nonni. Inizia così un percorso, dapprima di raffinazione del vitigno principe per poi passare alla ricerca delle qualità che lo incuriosivano di più. Colpito da alcuni tralci trovati in altri vigneti di cui Mario si prende cura, li preleva e comincia a innestarli nel suo terreno.  
Risultato? In vigna Moretti si contano oggi circa 19 vitigni autoctoni, coltivati biologicamente, che aspettano solo di essere iscritti al Registro nazionale.  Come nelle migliori tradizioni di famiglia, Valentina e Federica vogliono raccogliere l’eredità, creando un mix vincente tra sapere antico e comunicazione moderna. 
«Fino alla generazione di mio nonno più che di passione si parla di tradizione locale, ogni famiglia aveva la sua piccola vigna » dice Federica, studentessa di Lettere e Filosofia. « Ma la vera passione nasce in nostro padre, che in quelle vigne ci è cresciuto e negli anni ha scelto di occuparsene ». ribatte Valentina, che invece si dedica al Teatro. 
Il vino è una passione da tempo presente nella famiglia Moretti. « Da circa quindici anni lo produciamo per amici e parenti.  L’idea è costruire un’azienda vitivinicola, coscienti della ricchezza enorme che abbiamo in mano ».  Le virtù dell’Olivello infatti, il vino più diffuso della zona, vengono anche citate in un carme del poeta latino Orazio (vile potabis, molto gradito dagli antichi romani). 
Le imprese a conduzione familiare sono rare in questi tempi di produzione in serie. Ma papà Mario e figlie hanno accettato di buon grado questa sfida. «Per cambiare rotta bisogna tentare. Monticelli è una realtà desolata e abbandonata a sé stessa in cui manca collaborazione e voglia di costruire. Nonostante questo, si sta di nuovo riconoscendo peculiarità e qualità dei prodotti locali ». L’iniziativa però è ben lontana dall’essere un semplice trend del momento. « Non sono una da tendenze » sottolinea Valentina. « Sono certa che la nostra autenticità e genuinità non faticheranno in ogni caso ad essere riconosciute ».
Una valida alternativa ai vini esposti negli scaffali del supermercato, dalle belle confezioni ma poco genuini. «Chi produce , mio padre, conosce ogni singola pianta, le sue problematiche e le sue esigenze. Questo fa si che lui possa prevenire anziché curare » afferma Federica. 
Genuinità che ha trovato terreno fertile in una campagna di crowdfunding sviluppata sulla piattaforma Produzioni dal basso. « L’idea è nata al tavolo di Maura, napoletana DOC, di fronte a un piatto di spaghetti e alici fresche. Le abbiamo raccontato della nostra terra, del desiderio di prendere in mano un patrimonio che, altrimenti, sarebbe andato perduto. Per la campagna social e tutto quello che concerne la raccolta fondi ci siamo avvalse dell’aiuto delle persone a noi più vicine ». Un gruppetto di giovani, tutte donne, che crede con forza nell’Olivello e nelle sue proprietà. 
Grazie alle donazioni, che possono esser fatte anche nella forma dei simpatici pacchetti con adeguate ricompense ( l’appassionato, il divertito, la groupie), si potranno coprire spese di costituzione e gestione dell’azienda per il primo anno, nonché la messa a norma di locali e impianti di vinificazione.  Inoltre, volendo procedere in maniera eco-sostenibile, si potranno acquistare impianti per lo smaltimento e il riutilizzo delle acque di lavaggio, i pannelli solari e le strutture per il compostaggio. 
La raccolta fondi verrà coronata con l’evento di venerdì 15 Luglio al Teatro Lo Spazio di Via Locri 42, una scoppiettante serata di musica, teatro, ballo…e, ovviamente, buon vino!
L’obiettivo economico che i Moretti si sono prefissati è l’importante cifra di 70.000 euro. « Siamo coscienti del fatto che potremmo non raggiungerlo, ma agiremo per tappe. Con qualsiasi somma, cominceremo comunque il nostro percorso ». 
 
 

«E poi, laddove più dolce è la ripa, colline di terra e roccia, in compagnia di ormai rade querce

residui di vigne antiche persistono aggrappati a declivi di terra rossa »

 

La poesia può avere tante forme; una di queste potrebbe essere una bottiglia di vino.

 

Tutto è partito dalla serigrafia di una borsa che, durante una semplice serata tra amici, ha attirato l’attenzione di molti. Poi la passione di Valentina e Federica Moretti per il loro progetto ha fatto il resto. Verso il bio è un’idea genuina, che mescola l’amore di una famiglia per la terra d’origine, la “ciociara” Monticelli di Esperia, unita a una simpatica campagna social. Amore che si concretizza nell’Olivello, vino prodotto biologicamente grazie alla sapienza di Mario, il papà, per anni capo cantiere, ma con la passione per la viticoltura.

 Dopo il licenziamento, il signor Moretti si è rimesso in gioco, ripartendo dalle tecniche e le regole del vivere contadino trasmesse dai nonni. Inizia così un percorso, dapprima di raffinazione del vitigno principe per poi passare alla ricerca delle qualità che lo incuriosivano di più. Colpito da alcuni tralci trovati in altri vigneti di cui Mario si prende cura, li preleva e comincia a innestarli nel suo terreno.  

Risultato? In vigna Moretti si contano oggi circa 19 vitigni autoctoni, coltivati biologicamente, che aspettano solo di essere iscritti al Registro nazionale.  Come nelle migliori tradizioni di famiglia, Valentina e Federica vogliono raccogliere l’eredità, creando un mix vincente tra sapere antico e comunicazione moderna.

«Fino alla generazione di mio nonno più che di passione si parla di tradizione locale, ogni famiglia aveva la sua piccola vigna » dice Federica, studentessa di Lettere e Filosofia. « Ma la vera passione nasce in nostro padre, che in quelle vigne ci è cresciuto e negli anni ha scelto di occuparsene ». ribatte Valentina, che invece si dedica al Teatro.

Il vino è una passione da tempo presente nella famiglia Moretti. « Da circa quindici anni lo produciamo per amici e parenti.  L’idea è costruire un’azienda vitivinicola, coscienti della ricchezza enorme che abbiamo in mano ».  Le virtù dell’Olivello infatti, il vino più diffuso della zona, vengono anche citate in un carme del poeta latino Orazio (vile potabis, molto gradito dagli antichi romani).

Le imprese a conduzione familiare sono rare in questi tempi di produzione in serie. Ma papà Mario e figlie hanno accettato di buon grado questa sfida. «Per cambiare rotta bisogna tentare. Monticelli è una realtà desolata e abbandonata a sé stessa in cui manca collaborazione e voglia di costruire. Nonostante questo, si sta di nuovo riconoscendo peculiarità e qualità dei prodotti locali ». L’iniziativa però è ben lontana dall’essere un semplice trend del momento. « Non sono una da tendenze » sottolinea Valentina. « Sono certa che la nostra autenticità e genuinità non faticheranno in ogni caso ad essere riconosciute ».

Una valida alternativa ai vini esposti negli scaffali del supermercato, dalle belle confezioni ma poco genuini. «Chi produce , mio padre, conosce ogni singola pianta, le sue problematiche e le sue esigenze. Questo fa si che lui possa prevenire anziché curare » afferma Federica.

Genuinità che ha trovato terreno fertile in una campagna di crowdfunding sviluppata sulla piattaforma Produzioni dal basso. « L’idea è nata al tavolo di Maura, napoletana DOC, di fronte a un piatto di spaghetti e alici fresche. Le abbiamo raccontato della nostra terra, del desiderio di prendere in mano un patrimonio che, altrimenti, sarebbe andato perduto. Per la campagna social e tutto quello che concerne la raccolta fondi ci siamo avvalse dell’aiuto delle persone a noi più vicine ». Un gruppetto di giovani, tutte donne, che crede con forza nell’Olivello e nelle sue proprietà.

Grazie alle donazioni, che possono esser fatte anche nella forma dei simpatici pacchetti con adeguate ricompense ( l’appassionato, il divertito, la groupie), si potranno coprire spese di costituzione e gestione dell’azienda per il primo anno, nonché la messa a norma di locali e impianti di vinificazione.  Inoltre, volendo procedere in maniera eco-sostenibile, si potranno acquistare impianti per lo smaltimento e il riutilizzo delle acque di lavaggio, i pannelli solari e le strutture per il compostaggio.

La raccolta fondi verrà coronata con l’evento di venerdì 15 Luglio al Teatro Lo Spazio di Via Locri 42, una scoppiettante serata di musica, teatro, ballo…e, ovviamente, buon vino!

L’obiettivo economico che i Moretti si sono prefissati è l’importante cifra di 70.000 euro. « Siamo coscienti del fatto che potremmo non raggiungerlo, ma agiremo per tappe. Con qualsiasi somma, cominceremo comunque il nostro percorso ».

 

 

 

«E poi, laddove più dolce è la ripa, colline di terra e roccia, in compagnia di ormai rade querce, residui di vigne antiche persistono aggrappati a declivi di terra rossa ».
 

La poesia può avere tante forme; una di queste potrebbe essere una bottiglia di vino.Tutto è partito dalla serigrafia di una borsa che, durante una semplice serata tra amici, ha attirato l’attenzione di molti. Poi la passione di Valentina e Federica Moretti per il loro progetto ha fatto il resto. "Verso il bio" è un’idea genuina, che mescola l’amore di una famiglia per la terra d’origine, la “ciociara” Monticelli di Esperia, unita a una simpatica campagna social. Amore che si concretizza nell’Olivello, vino prodotto biologicamente grazie alla sapienza di Mario, il papà, per anni capo cantiere, ma con la passione per la viticoltura.

Dopo il licenziamento, il signor Moretti si è rimesso in gioco, ripartendo dalle tecniche e le regole del vivere contadino trasmesse dai nonni. Inizia così un percorso, dapprima di raffinazione del vitigno principe per poi passare alla ricerca delle qualità che lo incuriosivano di più. Colpito da alcuni tralci trovati nei vigneti di cui Mario si prende cura, li preleva e comincia a innestarli nel suo terreno.  

Risultato? In vigna Moretti si contano oggi circa 19 vitigni autoctoni, coltivati biologicamente, che aspettano solo di essere iscritti al Registro nazionale.  Come nelle migliori tradizioni di famiglia, Valentina e Federica vogliono raccogliere l’eredità, creando un mix vincente tra sapere antico e comunicazione moderna.

«Fino alla generazione di mio nonno più che di passione si parla di tradizione locale, ogni famiglia aveva la sua piccola vigna » dice Federica, studentessa di Lettere e Filosofia. « Ma la vera passione nasce in nostro padre, che in quelle vigne ci è cresciuto e negli anni ha scelto di occuparsene » ribatte Valentina, che invece si dedica al Teatro.

Il vino è una passione da tempo presente nella famiglia Moretti. « Da circa quindici anni lo produciamo per amici e parenti.  L’idea è costruire un’azienda vitivinicola, coscienti della ricchezza enorme che abbiamo in mano ».  Le virtù dell’Olivello infatti, il vino più diffuso della zona, vengono anche citate in un carme del poeta latino Orazio (vile potabis, molto gradito dagli antichi romani).

Le imprese a conduzione familiare sono rare in questi tempi di produzione in serie. Ma papà Mario e figlie hanno accettato di buon grado questa sfida. «Per cambiare rotta bisogna tentare. Monticelli è una realtà desolata e abbandonata a sé stessa in cui manca collaborazione e voglia di costruire. Nonostante questo, si sta di nuovo riconoscendo peculiarità e qualità dei prodotti locali ». L’iniziativa però è ben lontana dall’essere un semplice trend del momento. « Non sono una da tendenze» sottolinea Valentina. « Sono certa che la nostra autenticità e genuinità non faticheranno in ogni caso ad essere riconosciute ».

Una valida alternativa ai vini esposti negli scaffali del supermercato, dalle belle confezioni ma poco genuini. «Chi produce , mio padre, conosce ogni singola pianta, le sue problematiche e le sue esigenze. Questo fa si che lui possa prevenire anziché curare » afferma Federica.

Genuinità che ha trovato terreno fertile in una campagna di crowdfunding sviluppata sulla piattaforma Produzioni dal basso. « L’idea è nata al tavolo di Maura, napoletana DOC, di fronte a un piatto di spaghetti e alici fresche. Le abbiamo raccontato della nostra terra, del desiderio di prendere in mano un patrimonio che, altrimenti, sarebbe andato perduto. Per la campagna social e tutto quello che concerne la raccolta fondi ci siamo avvalse dell’aiuto delle persone a noi più vicine ». Un gruppetto di giovani, tutte donne, che crede con forza nell’Olivello e nelle sue proprietà.

Grazie alle donazioni, che possono esser fatte anche nella forma dei simpatici pacchetti con adeguate ricompense ( l’appassionato, il divertito, la groupie), si potranno coprire spese di costituzione e gestione dell’azienda per il primo anno, nonché la messa a norma di locali e impianti di vinificazione.  Inoltre, volendo procedere in maniera eco-sostenibile, si potranno acquistare impianti per lo smaltimento e il riutilizzo delle acque di lavaggio, i pannelli solari e le strutture per il compostaggio.

La raccolta fondi verrà coronata con l’evento di venerdì 15 Luglio al Teatro Lo Spazio di Via Locri 42, una scoppiettante serata di musica, teatro, ballo…e, ovviamente, buon vino!

L’obiettivo economico che i Moretti si sono prefissati è l’importante cifra di 70.000 euro. « Siamo coscienti del fatto che potremmo non raggiungerlo, ma agiremo per tappe. Con qualsiasi somma, cominceremo comunque il nostro percorso».

 

di IRENE CALTABIANO

 

Ti è piaciuto quest'articolo? Leggi anche:

-Iscriviti al canale YouTube-

Continua...

 

FB  youtubeinstagram

✉ Iscriviti alla newsletter


☝ Privacy policy    ✍ Lavora con noi

Contattaci