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Oploft, mai più seduti

Quante ore al giorno passiamo in ufficio?
 
 

Meglio non pensarci. La sensazione più comune quando finiamo di lavorare è avvertire stanchezza mentale ma non fisica. Stare fermi per molto tempo però aumenta il rischio di incorrere in obesità e malattie cardiache

Una società danese sembra aver trovato la soluzione per non lasciare i nostri muscoli atrofizzati. Si chiama Oploft, scrivania che permette di sollevare schermo e tastiera del computer in base alle proprie esigenze. Pensata appositamente per chi passa molte ore seduto, renderebbe le gioranate passate di fronte al computer molto più dinamiche.

Come funziona
 

Dal design minimal e molto robusta, Oploft è munita di una maniglia laterale che consente di rilasciare il meccanismo nel momento in cui si trova la posizione esatta. Pesa solo 12 kg e può sopportarne 40.  Ha una struttura pieghevole, facile  da riporre quando non si utilizza e agevolmente trasportabile.

Il progetto è stato  presentato sulla piattaforma di crowdfunding Kickstarter. Chi lo supporterà con una donazione potrà riceverla in anteprima con uno sconto a partire da ottobre-novembre 2016. Idee semplici e intelligenti, toccasana per la nostra salute. 

 

di IRENE CALTABIANO

 

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Cibi pesanti a pranzo? Aumentano la distrazione

La pausa pranzo del lavoratore è sempre un dramma.

I buoni propositi vogliono che ci si porti la pratica "schiscetta" da casa, con il pranzo accuratamente preparato  la sera prima. Non sempre però è possibile mettere in atto le nostre volontà. Così, il più delle volte, ci ritroviamo a mangiare un pezzo di pizza al volo, panini, patatine fritte e simili. Praticamente una bomba H per il nostro organismo.

Più il cibo è condito con salse e intingoli vari e più aumenta il tempo di digestione  a discapito della concentrazione. Bandite anche le pizze troppo farcite o con salumi e formaggi. La dietista Manuela Pastore dell'ospedale Humanitas consiglia insalata di verdure o in alternativa i primi piatti a base di cereali, come riso , pasta, orzo e farro, da condire con poco olio e con verdure e legumi.

Attenzione anche ai tipici "cibi sani" proposti al bar, come le mega insalatone, spesso troppo ricche di olio, uova, prosciutto o tonno. La soluzione sono pasti leggeri e nutrienti...e addio a pisolini inaspettati e colpi di sonno!

 

di IRENE CALTABIANO

 

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Hanna Rousey, la coerenza è ancora un valore

La storia di Hanna fa ben sperare nelle nuove generazioni. 
 
 
La ragazza, diciassettenne studentessa di una scuola superiore del Maine, ha rifiutato una borsa di studio del valore di 1000 dollari per frequentare lo Sterling College. Perchè? Il sussidio era emesso dalla Nestlè, azienda che non rispetta l'eco-sostenibilità ambientale. 
 

Poland Spring, filiale statunitense del marchio, ha il permesso di estrarre fino a 603 mila galloni al giorno dalla falda acquifera di Fryeburg (la città dove Hanna ha frequentato la scuola superiore). Il liquido viene poi trasportato ad Hollis, il più grande stabilimento di imbottigliamento in zona. Le multinazionali offrono soldi e premi a scuole e organizzazioni per distrarre i cittadini dal proprio discutibile operato.

Leggi anche: Ikea ama la Terra ( e taglia gli alberi centenari)

«Sono grata del riconoscimento che mi è stato attribuito ma, in buona fede, non posso accettare dei soldi da un’azienda che non ha principi etici nel proprio modo di agire»  ha scritto Hannah nella lettera rivolta all'azienda. Lo Sterling College è prestigioso, ma l'adolescente non si è lasciata incantare dai soldi e ha rifiutato il denaro, dal momento che vuole studiare Agricoltura sostenibile.«Sarebbe ipocrita per me accettare la vostra borsa di studio. Ora spero che molte persone della mia generazione diventino consapevoli della necessità di salvaguardare l’acqua, la terra e altre preziose risorse ambientali».

Nestlè ha risposto alla lettera di questa coraggiosa studentessa sottolineando che potrebbe estrarre ancora più acqua, fino a 800mila galloni al giorno, ma non lo fa per una questione di “rispetto per l’ambiente”. La giustificazione non regge, anche perché il quantitativo d’acqua ricavato è comunque troppo elevato. Per non parlare della moltitudine di plastica utilizzata per le confezioni: una singola bottiglia ci mette mille anni per biodegradarsi.

Nonostante la rinuncia al sussidio, la coerenza di Hanna è stata premiata. Amici e concittadini hanno infatti creato la campagna di crowdfunding  su GoFundme per permettere alla ragazza di proseguire gli studi. In pochi giorni sono stati raccolti ben 3000 dollari.

Un esempio vivente di come credere nelle proprie idee prima o poi premia. 

 

di  IRENE CALTABIANO 

 

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