Ludovico Einaudi è arrivato fino alle Isole Svalbard (Norvegia), al largo dell’impronunciabile ghiacciaio Wahlenbergbreen, per dedicare una sinfonia alla natura, a quell’Artico minacciato dai cambiamenti climatici e sfruttato brutalmente per fini commerciali. Un video che somiglia a un presagio: se non facciamo qualcosa per la nostra Terra, resteranno pochi uomini in un mondo freddo e inospitale.
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Il compositore, che ha raggiunto l'area a bordo della nave Arctic Sunrise di Greenpeace, si è unito agli otto milioni di persone che hanno firmato la petizione Save The Artic, sfruttando la sua arte come denuncia. Il momento scelto per il concerto infatti non è casuale, poiché ha coinciso con l’apertura dei lavori al meeting internazionale dell’OSPAR, (commissione per la protezione dell’Artico) per rendere l’area un Santuario naturale. L’esito dell'incontro non è scontato dal momento che Norvegia e Svezia stanno premendo affinché non si raggiunga un accordo.
«L'Artico non è un deserto ma un luogo pieno di vita.Ho potuto vedere con i miei occhi purezza e fragilità di questo posto meraviglioso. E interpretare una mia composizione ispirata alla bellezza dell'Artico e alle minacce che subisce a causa del riscaldamento globale. Dobbiamo comprendere la sua importanza prima che sia troppo tardi» afferma il musicista.
E dove non arrivano le parole, la musica suggestiona e giunge al cuore.
Un oggetto di uso comune diventare àncora di speranza di un intero Paese?Faso Soapè l’idea di una startup per porre rimedio al problema della malaria nei Paesi africani più colpiti. I burkinabè Moctar Dembelè e il burundese Gèrard Niyodinko hanno creato una sostanza speciale che potrebbe non solo tenere lontane le zanzare ma limitarne la riproduzione. Faso soapcontiene infatti insetticidi che neutralizzano gli insetti anche quando presenti in acque stagnanti.
La malaria causa un milione di morti l’anno in Africa, soprattutto nella Repubblica subsahariana. È stato stimato che se Faso soap fosse distribuito al 40% degli abitanti di sei Paesi africani verrebbero salvate 100mila vite in due anni. È stata perciò avviata una campagna su Ulule, piattaforma francese di crowdfunding, per finanziare la ricerca e realizzare il potente antidoto. Purtroppo produrre un sapone del genere è costoso per una giovane startup. La cifra verrà sfruttata per fare test ed essere certi dell'efficacia prima di commercializzare il prodotto.
I primi test del Centre National de Recherche et de Formation sur le Paludisme (CNRFP) a Ouagadougou si sono rivelati incoraggianti. Alcuni volontari infatti proveranno il sapone e valuteranno successivamente quante zanzare si saranno allontanate nell’arco di otto-nove ore.
Perché un sapone?
Spesso la cosa più difficile è far attecchire abitudini diverse da quelle locali, ma l’uso del detergente non si allontanerebbe dai costumi africani. Loro stessi lo utilizzano per scacciare le zanzare.«Lavandosi con questo sapone prodotto a partire da elementi naturali e locali la popolazione si ripulisce e si protegge dai parassiti diventati resistenti a diversi medicinali antiparassitari», dicono gli studenti Dembélé e Niyondiko. Il Faso Soap contiene citronella, karitè e altri ingredienti segreti ed è stato creato nell’ottica di essere accessibile a tutti, infatti costa solo 300 franchi(0, 46 cent) Gli sponsor della campagna sono Etikea, Mapa Spontex, St Hubert et la Fondation ELI.
Speriamo che la promozione abbia successo. A volte il pesce piccolo può smuovere il mare.
Un obiettivo si raggiunge solo se ciascuno si rende conto dell'importanza del proprio contributo.
Fortunato Cerlino, ben più noto come il boss Pietro Savastano di Gomorra, parla dell'importanza di fare attenzione ai gesti quotidiani. Fare la spesa, ad esempio.
Pochi sanno che la criminalità organizzata controlla persino il mercato dei sacchetti di plastica bio. La camorra impone ai commercianti acquisto e distribuzione illegale di prodotti non compostabili, come un cancro che distrugge tutto ciò che tocca.
L'attore è diventato così volto della campagna Legambiente#Unsaccogiusto, con l'obiettivo di sensibilizzare sulla lotta alla camorra, Legambiente confeziona uno spot che gioca sulla potenza del montaggio, invitando a osservare meglio, andare al di là del nostro naso. Il video è infatti scisso in due parti. Nella prima Cerlino è in primo piano. Nella seconda l'inquadratura si allarga, mettendo in evidenza la troupe e il lavoro svolto per confezionare il filmato. Un' allusione a comprendere che senza l'aiuto di ciascuno non si arriva lontano. «Se non l'hai visto come fai a cambiare le cose?» recita Don Savastano, non senza un certo effetto.
C'è chi lotta per un commercio più giusto e legale, voci fuori dal coro come la Cooperativa 21. Gennaro e Massimiliano, i fondatori, sono figli rispettivamente di Fedeico Del Prete e Domenico Novello. Cosa li accomuna? I loro padri sono stati uccisi dalla camorra. Il primo, sindacalista dgli ambulanti, per aver denunciato il racket delle buste di plastica del mercato di Mondragone. Il secondo per aver fatto condannare alcuni esponenti del clan dei casalesi, responsabili di quella morte.
I dati parlano. La filiera legale a causa del commercio criminale perde 160 milioni di euro, a cui se ne devono aggiungere 30 di evasione fiscale e 50 per lo smaltimento delle buste fuori legge. C'è un modo per denunciare questa filiera distruttiva? Si. Se la busta non è conforme alle normative puoi segnalarlo all'indirizzo di posta elettronica unsaccogiusto@legambiente.it.
Una scelta azzeccatissima quella dell'associazione ambientalista, che sfata il mito del criminale-eroe, già perpetrato precedentemente da altri colleghhi( vedi Claudio Gioè in Il capo dei capo). La fiction è diversa dalla realtà e siamo noi a doverci impegnare a vedere cioò che non ci viene così facilmente mostrato.
Un obiettivo si raggiunge solo se ciascuno si rende conto dell'importanza del proprio contributo.
Fortunato Cerlino, ben più noto come il boss Pietro Savastano di Gomorra, parla dell'importanza di fare attenzione ai gesti quotidiani. Fare la spesa, ad esempio.
Pochi sanno che la criminalità organizzata controlla persino il mercato dei sacchetti di plastica bio. La camorra impone ai commercianti acquisto e distribuzione illegale di prodotti non compostabili, come un cancro che distrugge tutto ciò che tocca.
L'attore è diventato così volto della campagna Legambiente#Unsaccogiusto, con l'obiettivo di sensibilizzare sulla lotta alla camorra, Legambiente confeziona uno spot che gioca sulla potenza del montaggio, invitando a osservare meglio, andare al di là del nostro naso. Il video è infatti scisso in due parti. Nella prima Cerlino è in primo piano. Nella seconda l'inquadratura si allarga, mettendo in evidenza la troupe e il lavoro svolto per confezionare il filmato. Un' allusione a comprendere che senza l'aiuto di ciascuno non si arriva lontano. «Se non l'hai visto come fai a cambiare le cose?» recita Don Savastano, non senza un certo effetto.
C'è chi lotta per un commercio più giusto e legale, voci fuori dal coro come la Cooperativa 21. Gennaro e Massimiliano, i fondatori, sono figli rispettivamente di Fedeico Del Prete e Domenico Novello. Cosa li accomuna? I loro padri sono stati uccisi dalla camorra. Il primo, sindacalista dgli ambulanti, per aver denunciato il racket delle buste di plastica del mercato di Mondragone. Il secondo per aver fatto condannare alcuni esponenti del clan dei casalesi, responsabili di quella morte.
I dati parlano. La filiera legale a causa del commercio criminale perde 160 milioni di euro, a cui se ne devono aggiungere 30 di evasione fiscale e 50 per lo smaltimento delle buste fuori legge. C'è un modo per denunciare questa filiera distruttiva? Si. Se la busta non è conforme alle normative puoi segnalarlo all'indirizzo di posta elettronica unsaccogiusto@legambiente.it.
Una scelta azzeccatissima quella dell'associazione ambientalista, che sfata il mito del criminale-eroe, già perpetrato precedentemente da altri colleghhi( vedi Claudio Gioè in Il capo dei capo). La fiction è diversa dalla realtà e siamo noi a doverci impegnare a vedere cioò che non ci viene così facilmente mostrato.
Un obiettivo si raggiunge solo se ciascuno si rende conto dell'importanza del proprio contributo.
Fortunato Cerlino, ben più noto come il boss Pietro Savastano della serie tv Gomorra, parla dell'importanza di porre attenzione ai gesti quotidiani. Fare la spesa, ad esempio.
Pochi sanno che la criminalità organizzata controlla persino il mercato dei sacchetti di plastica bio. La camorra impone ai commercianti acquisto e distribuzione illegale di prodotti non compostabili, come un cancro che distrugge tutto ciò che tocca.
L'attore è diventato così volto della campagna Legambiente #Unsaccogiusto, con l'obiettivo di sensibilizzare sulla lotta alla camorra. L'associazione ambientalista confeziona uno spot che gioca sulla potenza del montaggio, invitando a osservare meglio, andare al di là del nostro naso. Il video è infatti scisso in due parti: nella prima Cerlino è in primo piano; nella seconda l'inquadratura si allarga, mettendo in evidenza la troupe e il lavoro svolto per confezionare il filmato. Un' allusione a comprendere che senza l'aiuto di ciascuno non si arriva lontano. «Se non l'hai visto come fai a cambiare le cose?» recita Don Savastano, non senza un certo effetto.
C'è chi lotta per un commercio più giusto e legale, voci fuori dal coro come la Cooperativa 21. Gennaro e Massimiliano, i fondatori, sono figli rispettivamente diFederico Del Prete e Domenico Novello. Cosa li accomuna? I loro padri sono stati uccisi dalla camorra. Il primo, sindacalista degli ambulanti, ha denunciato il racket delle buste di plastica del mercato di Mondragone. Il secondo ha condannato alcuni esponenti del clan dei Casalesi.
I dati parlano. La filiera legale, a causa del commercio criminale, perde 160 milioni di euro, a cui se ne devono aggiungere 30 di evasione fiscale e 50 per lo smaltimento delle buste fuori legge. C'è un modo per denunciare questa catena distruttiva? Si. Se la busta non è conforme alle normative si può segnalare all'indirizzo di posta elettronica unsaccogiusto@legambiente.it. Una scelta azzeccatissima quella dell'associazione ambientalista, che sfata il mito del criminale-eroe, purtroppo perpetrato da altri colleghi di Cerlino (vedi Claudio Gioè in Il capo dei capi).
La fiction è diversa dalla realtà. Siamo noi a doverci impegnare a vedere ciò che non ci viene così facilmente mostrato.