Lavorare 2.0

Come mollare tutto e trasferirsi in paradiso senza farsi ingannare dal serpente

Dire Australia, in automatico, evoca nella mente dei più canguri  e koala

In realtà, questa terra è molto altro, e risulta appetibile per numerosissimi italiani,  per varie e diversificate ragioni.

Clima piacevole, paesaggi mozzafiato, natura intatta … e un tasso di disoccupazione al 6% (a fronte di una disoccupazione giovanile, in Italia, del 40%). Questi, in breve, i suoi punti di forza. Non stupisce, quindi, che gli australiani siano tra i popoli più soddisfatti del proprio Paese, e che la qualità della vita sia tra le migliori al mondo. Così, ai primi posti delle città più vivibili c’è Melbourne.

Sempre più italiani, negli ultimi anni, decidono di abbandonare il Belpaese e l’Europa per tentare la fortuna in Australia. Una sorta di Paradiso Perduto, di Terra Promessa ma, per ridimensionare le aspettative un po’ troppo ottimistiche di chi non si è sufficientemente documentato in merito, è bene precisare che questa nazione offre sì molto, ma che pretende in cambio altrettanto. Per cominciare, una conoscenza adeguata della lingua è fondamentale, per cercare lavoro.

Quali sono i settori in cui è più facile inserirsi?

Uno dei campi lavorativi più appetibili e, al tempo stesso, accessibili, è quello della ristorazione. Non solo, infatti, è abbastanza facile trovare una collocazione anche se si è in working holiday o si cerca un contratto part time, ma è anche possibile, con impegno e passione, scalare in tempi relativamente rapidi le varie posizioni diventando chef o manager. In tal senso, noi italiani godiamo, peraltro, di una sorta di vantaggio competitivo: gli australiani dimostrano di apprezzare particolarmente il nostro stile di vita, così fanno di tutto per ricrearlo anche nei loro locali.

Un altro settore in cui professionalità e competenza italica sono estremamente gradite è quello edile. Perciò, chi vanta già un curriculum in materia, potrebbe presentarsi direttamente ai cantieri e proporre la sua candidatura.

Invece, per quanto riguarda le libere professioni, è consigliabile contattare un migration agency e farsi spiegare qual è l’iter da seguire per veder riconosciuto il proprio profilo.

Hai bisogno di un aiuto concreto? Rivolgiti a Just Australia

Se stai pensando a sbarcare nella terra dei canguri, ma quello che ti terrorizza sono i risvolti pratici/burocratici della tua scelta, puoi contattare l’agenzia di Stefano Riva e Ilaria Gianfagna.

Giornalista freelance lei, organizzatore di eventi lui, hanno provato sulla loro pelle cosa significa affidarsi alle persone sbagliate in fase di migrazione, così, hanno deciso di aiutare (gratuitamente) chi ha deciso di fare “il grande salto”.

Just Australia non è dedicato solo ai ragazzi che intendono richiedere il popolare working holiday visa, ma si propone di supportare «tutte le persone che vogliono trasferirsi in Australia, offrendo un aiuto concreto per l’inserimento nel contesto lavorativo locale».

L’agenzia propone un servizio di assistenza personalizzata destinato non solo a chi è ancora in Italia, ma anche a chi già si è trasferito in Australia. L’intento è quello di “cucire addosso” all’interessato un percorso di ingresso nel Paese sulla base del campo lavorativo di appartenenza, dell’età, del budget di cui si dispone e dei propri interessi.  Chi invece si trova già nella terra dei canguri può farsi supportare nell’apertura di un conto in banca, per ottenere il codice fiscale, o per scrivere il curriculum vitae. 

Pronti a preparare la valigia?

 
 
Il sabato a Berlino è freddo e triste? Puoi addolcirlo con un bignè italiano
 
 
 
Maggiori informazioni https://www.formicargentina.it/news/il-sabato-a-berlino-e-freddo-e-triste-puoi-addolcirlo-con-un-bigne-italiano

Il sabato a Berlino è freddo e triste? Puoi addolcirlo con un bignè italiano

 
Per farti assumere in Inghilterra devi avere il fattore “C”

 

 
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Voglia di olive ascolane a Berlino? C’è Biagio vagabond bistrot

Globalizzare? Sì, ma con moderazione

Biagio_Vagabond_Bistro

Sempre di più, negli ultimi anni, sembra questo il motto dei milioni di persone – giovani, e non solo – che lasciano il proprio Paese spinti dalla voglia/bisogno di reinventarsi altrove una vita. Il filo conduttore di molte delle loro storie è infatti il recupero e la riproposizione delle peculiarità della terra di provenienza.

Un modo nobile di coltivare la nostalgia, forse, ma senz’altro una scelta oculata e in linea con un trend ormai consolidato, che vede premiati dal pubblico prodotti di qualità ad alto tasso di specificità territoriale, sulla scia del living slow. 

250x250 Beach

Il settore enogastronomico

Uno dei settori maggiormente interessato dal fenomeno è quello enogastronomico. Fioriscono, soprattutto in città multiculturali come Berlino, locali e manifestazioni finalizzati a far conoscere eccellenze culinarie provenienti da tutto il mondo. Gli italiani stanno guadagnando, poco a poco, una fetta sempre più consistente di questo mercato, merito soprattutto dell’enorme quantità di ottime cucine regionali che possiamo vantare.

Biagio vagabond bistrot

Le Marche, ad esempio, sono uno dei tesori nascosti – in tutti i sensi – del Belpaese. Si tratta infatti di una terra che coniuga paesaggi eccezionali con un considerevole bagaglio storico, e una cucina … da leccarsi i baffi. Il 31enne sanbenedettese Dario Vagnarelli ha deciso di farsene portavoce nella capitale tedesca. E ha scelto un socio speciale: Biagio vagabond bistrot, food truck verde classe 1980.

Olive ascolane, fritti misti all’ascolana, lonzina marchigiana, panini con guanciale e crema di parmigiano … queste e molte altre squisitezze, preparate con prodotti di altissima qualità provenienti dall’Italia, possono essere gustate a Berlino nel fine settimana (presso Bötzowmarkt il sabato e alla Kulturbrauerei di domenica). Fateci un salto, se passate dalla capitale tedesca!

 

 

 

 
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Siate affamati siate folli……diceva Steve Jobs

Il segreto del nostro successo nel lavoro è racchiuso nelle parole di Steve Jobs

Siate_Affamati_Siate_FolliC’è qualcosa che i nostri genitori spesso non ci insegnano, perchè sognano per noi una vita senza ostacoli e difficoltà,  e cioè come “spingerci al di sopra delle nostre possibilità e lasciare un piccolo segno nell’universo”. In poche parole come distinguersi dalla massa di persone che non mettono passione nel loro lavoro perché non lo amano e che “molleranno”. Sono e resteranno dei meri esecutori anche se “sani di mente” e rimarranno sempre nell’anonimato.

Elenchiamo qui le principali frasi di Steve Jobs rivolte ai giovani che ci saranno utili per capire come lavorare e come avere successo

CUORE DI APPLE

Tutto ciò che siamo sono le nostre idee, ovvero le nostre persone. È questo che ci fa andare al lavoro al mattino, per stare in compagnia di questa gente splendida e brillante. Ho sempre pensato che la scelta dei collaboratori è il cuore e l’anima di ciò che facciamo.
D5 Conference: All Things Digital, 30 maggio 2007

ESSERE O NON ESSERE

Avete a disposizione un tempo limitato, dunque non sprecatelo vivendo la vita di qualcun altro. Non lasciatevi intrappolare dai dogmi, che vi portano a vivere secondo il pensiero altrui. Non lasciate che il rumore delle opinioni degli altri soffochi la vostra voce interiore. E soprattutto, abbiate il coraggio di seguire il vostro cuore e il vostro intuito. In un certo qual modo, loro sanno già ciò che volete diventare davvero. Tutto il resto è secondario.
Discorso, Stanford University, 12 giugno 2005

MEMORIA

Non c’è bisogno che prendiate appunti. Se è importante ve lo ricorderete.
Inside Steve’s Brain, 2009

MOTIVAZIONE

Steve_JobsLe persone che fanno il lavoro sono la forza motrice. Il mio compito è creare uno spazio per loro, far sloggiare il resto della struttura e tenerlo alla larga. [...] Questo è il gruppo di persone più meraviglioso con cui abbia mai lavorato. Sono tutte eccezionalmente intelligenti, ma soprattutto hanno in comune un aspetto della loro visione della vita, cioè che il premio è il viaggio in sè e per sé. Vogliano davvero vedere questo prodotto in giro per il mondo. È più importante della loro vita privata, in questo momento.
Macworld, febbraio 1984

Noi attiriamo un altro tipo di persona: una persona che non vuole aspettare cinque, dieci anni che qualcuno punti su di lui/lei correndo dei rischi. Una persona che vuole davvero spingersi un po’ al di sopra delle sue possibilità e lasciare un piccolo segno nell’universo.
Playboy, febbraio 1985

Ciò che avviene nella maggior parte delle imprese è che non si riesce a trattenere le persone straordinarie in un ambiente di lavoro in cui il successo individuale viene scoraggiato invece che incoraggiato. Le persone straordinarie se ne vanno e ti ritrovi con la mediocrità.
Playboy, febbraio 1985

PASSIONE

Dovete trovare ciò che amate. E questo vale per il lavoro così come per i partner. Il lavoro occuperà una grossa fetta della vostra vita, e l’unico modo per essere realmente soddisfatti è fare quello che considerate un ottimo lavoro. E l’unico modo per fare un ottimo lavoro è amare ciò che fate [...]. Non accontentatevi.
Discorso, Stanford University, 12 giugno 2005

 
La gente dice “Hai un sacco di passione per quello che fai”, ed è assolutamente vero. 

E il motivo è che è talmente difficile se non ce l’hai, che qualunque persona razionale mollerebbe. È davvero difficile. E devi andare avanti per un periodo di tempo prolungato. Se dunque non ami quello che fai, se non ti diverti facendolo, se non lo ami davvero, finirai per mollare. 

Ed è ciò che succede alla maggior parte della gente, in effetti. Se consideri attentamente quelli che hanno finito per diventare individui “di successo” agli occhi della società e quelli che non l’hanno fatto, spesso ad avere successo è stato chi amava ciò che faceva, perciò è riuscito a perseverare quando è diventato davvero difficile. 

Coloro che non l’amavano hanno mollato perché sono sani di mente, giusto? Chi avrebbe voglia di smazzarsi questa roba se non la ama? Dunque bisogna mettere in conto un sacco di duro lavoro e un sacco di preoccupazioni costanti, e se non ami il tuo lavoro non ce la farai.
D5 Conference: All Things Digital, 30 maggio 2007

Simona
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