Ecco dove conviene laurearsi
Studiare all’estero resta la migliore soluzione. Gli atenei italiani non sono competitivi nè appetibili per i cacciatori di teste.
Se avete intenzione di intraprendere un corso di laurea, fate attenzione a quello che scegliete, perchè una delle più accreditate classifiche dell’alta formazione mette ai primi posti alcune università straniere, tra cui quella di Londra.
La graduatoria si basa su sei indicatori: reputazione accademica, giudizio dei datori di lavoro e cacciatori di teste, rapporto docenti/studenti, numero di citazioni per docente, percentuale di studenti stranieri e docenti internazionali. Secondo tali parametri la capitale inglese è sede di cinque tra i primi 100 migliori atenei del mondo.
Un estratto della classifica dal Corriere della Sera
In cima c’è il Massachussetts Institute of Technology (Mit), a pari merito con Cambridge, e a seguire l’Imperial College (Londra). Harvard passa dalla seconda alla quarta posizione, davanti a Ucl (University College London).Quindi, nella top ten, troviamo, Oxford, Stanford, la californiana Caltech, Princeton e Yale. L’elenco va avanti con altre università anglosassoni,americane e orientali.
E l’Italia?
Gli atenei nostrani sono fuori dai primi 100, a causa dello scetticismo di recruiter e cacciatori di teste. Peraltro, chi consegue qui la laurea già conosce gli ostacoli derivanti dall’immenso gap tra studio e realtà lavorativa.
L’Italia, inoltre, non è competitiva neanche per quel che riguarda la proporzione tra studenti e docenti, a causa dei tagli dell’organico derivanti dalla recessione. Altra nota dolente è l’indicatore “Studenti stranieri e docenti internazionali”.
Comunque, volendo individuare la migliore università, dobbiamo dirigerci a Bologna dove c’è l’Alma Mater.
Sotto l’aspetto della preparazione scientifica le cose migliorano. Godono infatti di una buona reputazione La Sapienza di Roma, il Politecnico di Milano, La Statale di Milano, Pisa, Padova e infine Tor Vergata, Federico II di Napoli, Firenze , Politecnico di Torino, Pavia, Università Cattolica del Sacro Cuore e Torino.
Scienze sociali e Management confermano il primato della Bocconi; Engineering & Technology quello del Politecnico di Milano.
In buona sostanza possiamo affermare che la scelta di laurearsi all’estero, pur comportando dei sacrifici, ci garantisce il risultato sperato, e cioè un’ottima preparazione che ci porterà a un rapido inserimento nel mercato del lavoro.
Comunicazione non verbale: così controlli quello che dici quando non parli
02.11.2015 15:29
Sapevate che una particolare postura può avere un impatto molto forte sulla persona con la quale ci relazioniamo? Il linguaggio del corpo è, ormai da anni, oggetto di numerosi studi. Per esempio, una ricerca pubblicata sul Wall Street Journal ha dimostrato che la comunicazione non verbale ha la capacità di influenzare il comportamento altrui.
Attraverso i nostri atteggiamenti abbiamo il potere di conquistare l'attenzione. Una scrollata di spalle istintiva può far diventare il nostro datore di lavoro un vero agnellino, parola di Carol Kinsey Goman, autrice del libro Il linguaggio silenzioso dei leader. La tesi sostenuta è che l'autorità di una persona sia determinata, in modo non verbale, da fattori come l'altezza e lo spazio. In tal senso, particolarmente efficace è la postura che si slancia, allargando e tirando le spalle indietro.
Stare per qualche minuto in piedi, a testa alta, prima di un colloquio aiuterebbe inoltre a ottenere grandi successi. Questo è il risultato a cui è giunto lo studio condotto da Amy JC Cuddy, docente associato di Economia Aziendale presso Harvard Business School.
Comunicare in piedi aumenta l’attenzione e l’autorevolezza che ci riconosce l’ ascoltatore. Mai appoggiarsi a una sedia, o a un tavolo quando si comunica con gli altri. Pensate all’uccello che si fa potente dispiegando le ali: così devono fare gli uomini. Impossessarsi del proprio spazio diffondendo energia positiva.
Riunione in corso? Anche da seduti, potete espandervi. Come? Allungate il braccio lungo la sedia di chi vi è accanto.
Restare in una posizione di potere, anche quando si è al telefono, non visti da nessuno, è importante. Lo stand up è un must: il linguaggio del corpo condiziona gli altri, ma ancor prima la nostra mente.
Che lavoro fai? Boh, sto su Facebook...
29.10.2015 10:33Il mondo digitale ha bisogno di nuove figure professionalità
In un mondo condizionato da internet e dai social, chi si adegua troverà lavoro presto!
E se abbiamo la sensazione che tutto all’interno di questo mondo avvenga semplicemente e senza fatica sbagliamo! Bisogna avere una strategia e una conoscenza adatta a rendere dinamica una pagina Facebook ed instaurare relazioni positive con la clientela. Per fare ciò dobbiamo necessariamente dare spazio alle nuove professioni che si affacciano sul mercato del lavoro, che dunque, necessita di figure come quella del Social Media manager
Tra i lavori più richiesti del momento c’è quello del Social media manager, ma chi è?
I compiti del Social Media Manager comprendono tutte quelle attività di definizione e implementazione delle strategie di comunicazione attraverso strumenti quali Facebook, Twitter e Google+, dialogando e ascoltando i clienti e monitorando costantemente l’attività. In poche parole è il professionista che ha una sensibilità e visione più globale della struttura social di un’azienda.
Il SMM ingloba le figure di Community Manager, Social Media Strategist e Social Media Analyst che lo affiancano.
Ma c’è anche il Web Creative Strategist altra figura che si occupa di pensare a quali sono i modi migliori per ottimizzare la comunicazione di un’azienda/prodotto sui social.
Chi è e come si diventa?
Si diventa Social Media Manager se siamo in possesso di requisiti come la conoscenza delle dinamiche del Marketing Online e la conoscenza approfondita dei Social Network.
Il compito del SMM sarà quello di instaurare relazioni e sviluppare la Social Media Strategy aziendale al fine di instaurare un rapporto di fiducia tra il cliente e l’azienda stessa. Dovrà , inoltre, essere in grado di instaurare relazioni online, scrivere in maniera corretta, conoscere a fondo il mondo del web 2.0 e deve essere appassionato di internet e social media.
Perché il mondo digitale ha bisogno di questa figura?
Esistono dinamiche che sfuggono a coloro che in un’azienda prendono decisioni e queste sono importantissime come, ad esempio, a che ora pubblicare un post e come fare per ottenere più like.
Senza un Social Media Manager un’azienda non può far altro che fissare la propria pagina Facebook e sperare che non accada nulla.
E i guadagni?
Dipende dai "mi piace". Ebbene si! Si guadagna con i "mi piace" o le condivisioni su G+. Come? Beh, questo non posso scrivere...