Lavorare 2.0

Come apro una casa editrice dentro la scuola

Teoria e pratica

scuola-1Un grande problema della scuola e in generale dell’istruzione italiana è trovarsi di fronte a un sapere teorico che non sfocia mai nel corrispettivo pratico. A volte però esistono le eccezioni, gli spiragli di luce che si spera diventino fari per molti altri.

La scuola media Ugo Foscolo di Torino, grazie alla giovane e intraprendente insegnante Verena Lopes ha permesso all’istituto di avere una vera e propria casa editrice al suo interno.

La scintilla dell’idea è scaturita da una semplice domanda fatta da un’alunno della seconda A durante una lezione sul tema delle favole: «Prof, sono così belle. Perché non le facciamo leggere ai bambini delle elementari?».

Dal dire al fare

libri-1Detto, fatto. In quel momento alla giovane professoressa si è accesa la lampadina. Ha deciso di unire le diverse competenze dei ragazzi associato al saper utilizzare le tecnologie. 

«Non potevo lasciarmi sfuggire quell’occasione: quella classe fa anche sperimentazione digitale e così abbiamo pensato alla forma dell’e-book per coniugare l’innovazione alla bellezza della scrittura e della lettura. Io non ho fatto altro che strutturare in maniera più organica la loro idea».

Il progetto ha poi trovato la sinergia di tutta la scuola; parecchi colleghi si sono messi a disposizione per aiutare la professoressa Lopes e la seconda A in questa impresa non facile.

Non uno, ma ben due volumi realizzati in poche settimane e a costo zero. Il primo pubblicato si intitola Una classe da favola e contiene racconti interamente illustrati a cui si aggiungono un’introduzione che, attraverso le mappe concettuali fatte da un’alunna, spiega le caratteristiche della favola classica e moderna.

Inoltre, un’appendice riassume la descrizione scientifica degli animali che compaiono nel libro, ciò che essi simboleggiano nella favola e la traduzione dei nomi in inglese, tedesco e francese, ossia le lingue che vengono studiate dai ragazzi.

La smania editoriale si è diffusa velocemente anche ad altre classi. I ragazzi della prima L hanno infatti prodotto un altro libro dopo aver assistito  a uno spettacolo teatrale, generando riflessioni raggruppate nel testo “Dal sogno allo spazio”. Il volume racconta i sogni dei ragazzi passando per l’astronomia e la scienza.

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Una vera casa editrice

principessa-lavagnaAd oggi le classi coinvolte sono circa metà, realizzando libri in base alle esperienze che sono state fatte, volumi che potrebbero perfettamente diventare testi scolastici. Sono infatti già presenti su Amazon, con tanto di titoli e copertine: La principessa lavagna e Sii social. 

«Ci piacerebbe stamparli, restiamo affezionati alla carta. Vorremmo aumentare la dotazione libraria della biblioteca, fare una campagna di crowdfunding o finanziamento collettivo».

Prossime opere in uscita? Un libro scritto con una ricercatrice di Torino sull’educazione consapevole e l’affettività nei social. «Ne pubblicheremo uno all’anno su questo tema. Abbiamo poi una raccolta di poesie, due libri in lingua straniera, in inglese e tedesco oltre ad una collana di interdisciplinari fatti in lingue e poi altri testi che nascono da riflessioni scientifiche» dice Verena.

La cosa più bella dell’iniziativa è l’abbattimento delle barriere tra alunni e insegnanti. Tutti lavorano alla pari, su uno stesso obiettivo. La classe pioniera ha scritto libri a quattro mani, in autonomia.

«Un laboratorio creativo che ha permesso anche a me di rinnovarmi continuamente. È molto impegnativo questo lavoro ma si vedono veramente i frutti:  una lezione non è mai uguale ad un’altra e questo è quello che conta».

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di Irene Caltabiano

 

 

 

 

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My cooking box: acquistare per ricetta azzera tempo e sprechi

Ci sono due tipi di persone in questo mondo.

my cooking boxChi cucina di pancia, seguendo l’ ispirazione del momento e chi invece ha bisogno di seguire pedissequamente la ricetta. La costante é il gusto di mangiare qualcosa di buono, che soddisfi occhi e palato.

Ed è proprio ció che ha spinto Chiara Rota, 32enne bergamasca, laurea in Ingegneria gestionale e una grande passione per i fornelli, a creare Mycookingbox, startup che realizza scatole con tutti gli ingredienti necessari per creare piatti gustosi, tipici soprattutto dell’arte culinaria dell'East Lombardy (come i pici al tartufo o una crema di mais con fonduta doc veronese).

L’idea nasce principalmente per soddisfare un’esigenza turistica. «Mi ero accorta che il consumatore straniero una volta assaggiato il piatto in Italia incontrava parecchie difficoltà nel replicare la ricetta e nel reperire gli ingredienti originali nel suo Paese» dice Chiara. «Così ho pensato che dare la possibilità di portarsi a casa come souvenir i sapori italiani poteva funzionare».

Dall’acceleratore al crowdfunding

chiara rotaL'intraprendente ragazza comincia cosí a darsi da fare. «La mia paura più grande? Che mi rubassero l’idea. Poi ho scoperto che il segreto del successo sta proprio nel parlare con le persone»: Chiara infatti ha descritto il progetto all’acceleratore di impresa Speed Mi Up, legato alla Bocconi di Milano,realizzando in seguito una campagna di crowdfunding su CrowdfundMe e raccogliendo 50mila euro in soli 20 giorni.

 

In seguito ha coinvolto altri due soci, Francesca Perzotta, Marketing manager e Alessandro Riva, Chief Financial Officer e numerosi investitori, realizzando le prime quattro box;  Risultato? La startup si è espansa rapidamente in Germania, Spagna, Svizzera e Gran Bretagna.

Un bel sistema di distribuzione di prodotti di qualità, mescolando tradizione con nuove modalità di diffusione.


Mycooking box: design e praticitá

my cooking box 4Le confezioni sono accattivanti e curate nei minimi dettagli; inoltre la filosofia di Mycookingbox è "zero sprechi e zero eccessi" e tutto è dosato nel migliore dei modi, a garantire la perfetta riuscita della ricetta per non dover riservare alla spazzatura nemmeno due grammi di pasta.

Prima di esser messo in vendita inoltre ogni piatto viene personalmente provato da uno chef dell’Accademia del Gusto, di cui la  startup è partner.

In ogni box è inoltre presente un foglio con i segreti per realizzare il piatto e in più una descrizione sulla provenienza dei prodotti utilizzati.

«Il nostro cliente ideale è uno straniero e il target é ampio: va dal turista che vuole un souvenir gastronomico, alla coppia che lavora o il single che ha poco tempo per fare la spesa e per cucinare».

Ogni ricetta si puo infatti trovare in diversi formati, per un minimo di due ad un massimo di cinque persone.«I cofanetti verranno venduti negli shop enogastronomici, distribuiremo negli aeroporti, negozi di località turistiche, hotel e strutture ricettive». Il prezzo dei box va da 15 ai 45 euro.

Un’idea semplice ma che funziona. «Noi siamo più che soddisfatti dai risultati ottenuti e dal fatto che il progetto stia decollando anche a livello internazionale dove abbiamo tanti altri sviluppi interessanti che stiamo studiando con partner esteri».

Non mi resta che augurarvi buon appetito!

 

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di Irene Caltabiano

 

 

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Come guadagno col fitness tra i monumenti

Animali in gabbia?

gorilla-1Alzi la mano chi, come me, si sorbirebbe un coro di canti mongolici anziché andare in palestra  in sala pesi.

Badate bene: non è tanto la fatica di alzare il posteriore dal divano, raccapezzarsi tra bilanceri, tapiroulan e sopportare gli ululati degli esemplari maschili mentre fanno addominali.

Piuttosto stare in palestra, anche quando si opta per i famigerati corsi quali step e simili, mi ha sempre dato l’impressione di essere scimmie in gabbia (anche se talvolta, dopo una lezione di zumba, penso ci siano orango dai movimenti più aggraziati e coordinati).

Molto più motivante il fitness all’aria aperta, che evita il rischio di zaffate mortali e dà maggiori possibilità di fuga in caso di iperventilazione o acido lattico.

Ginnastica da strada

  Il fitness è un mercato che non conosce crisi. E l’ultima frontiera è lo Street workout, l’allenamento da strada già praticato all’estero soprattutto nei parchi.


 In Italia però questo tipo di attività ha una marcia in più.È infatti possibile fare gambe addominali e glutei respirando il profumo della storia, con tour che mescolano turismo ad attività fisica.

street work-out

Si chiama Street Workout e nasce da un’idea di Simone Massaro e Maria Intorto. Dopo aver praticato per più anni il fitness Indoor in cuffie wireless, attività che consentiva di svolgere più eventi contemporaneamente in un unico spazio, hanno deciso di abbattere i muri, portando la ginnastica all’aperto.

 

E, accanto all’emozione di partecipare ad un’esperienza di gruppo coinvolgente ed emozionante si può collegare quest’ultima alla diffusione di contenuti culturali.

«Abbiamo portato il fitness fuori dalle palestre, nelle città, tra i monumenti. Le persone sono coinvolte, accompagnate da una guida turistica e da un team di istruttori. Un circuito a tappe, in cui si praticano diverse discipline con la musica in cuffia. Tutto è partito da lì. Dal sistema silent: ognuno ha i suoi auricolari per sentire le istruzioni dei trainer, la musica o la storia del posto. In un anno il format si è esteso a macchia d’olio, grazie soprattutto ai social». dice Massaro.

Milano, Torino, Venezia, Genova, Palermo, Jesolo, Napoli. Il fitness outdoor ha fatto tappa in più di 70 città, con 300 eventi, 100.000 presenze, anche all’estero. «A ogni evento partecipano da 100 a 400 persone. Abbiamo richieste da istruttori e circoli sportivi per organizzare Street Workout in giro per l’Italia. Anche le imprese ci chiamano».

La forza dell’idea è  promuovere la socializzazione, l’aggregazione associandola all’amore per la conoscenza del proprio territorio e ad un uso sano della tecnologia.

 Come funziona?

street work-out Ogni partecipante paga una quota di iscrizione. Si stringono accordi con sponsor locali e nazionali, circoli e tour operator per regalare esperienze non convenzionali. Le professionalità coinvolte infatti sono parecchie, dagli specializzati in coaching alle guide turistiche fino agli istruttori delle diverse discipline.

L’attività è rivolta sia ai singoli che ai gruppi aziendali, come esperienze per rafforzare il rapporto tra i dipendenti. Un settore in espansione che non sembra destinato a ridimensionarsi, semmai il contrario.

Perciò se volete evitare l’inutile abbonamento salvacoscienza prima delle ferie, le alternative ci sono eccome.

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di Irene Caltabiano

 

 

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