La vera ricchezza non è nelle tasche ma nel cervello.
È opinione comune che per fare soldi col web occorra concepire un prodotto o servizio davvero innovativo. La mente va subito a Google, Facebook, YouTube, eBay e Amazon, quando si pensa a idee che hanno rivoluzionato il mondo. Cose che prima non esistevano e ora sono diventate pressoché indispensabili: ecco cosa serve inventare per diventare ricchi.
Ebbene, questo non è affatto vero. O meglio, sicuramente creare valore come hanno fatto i sopracitati colossi della Rete è il modo più diretto ed efficace per guadagnare badilate di denaro, ma ciò non toglie che si possano ottenere risultati eccellenti senza produrre un fico secco.
Stiamo parlando di metodi legali, beninteso, e assolutamente innocui. Niente truffe, schemi piramidali o nefandezze simili. La verità è che conoscere la psiche dell’essere umano apre la porta a una serie infinita di possibilità che neppure la mente più brillante potrebbe immaginare.
Nell’articolo “Ti assicuri più volte al giorno di aver chiuso la valvola del gas?” (chi non l’ha ancora fatto può leggerlo qui), abbiamo parlato di quanto le nostre vite siano più o meno influenzate dai disturbi ossessivo compulsivi.
Idee e pensieri ripetitivi creano dei loop nella nostra mente e ci spingono a compiere delle azioni, dette compulsioni, il cui unico scopo è attenuare il senso di ansia e angoscia da cui siamo pervasi.
Ebbene, essere padroni di questo concetto significa poter speculare a proprio piacimento sulle umane debolezze e vivere di rendita. È proprio questo che ha fatto lo sviluppatore Johan McCubbin, mettendo online un’idea tanto stupida quanto geniale che gli sta fruttando migliaia di dollari.
Quante persone hanno pagato un dollaro per vedere quante persone hanno pagato un dollaro?
“Howmanypeoplepaidadollartoseehowmanypeoplepaidadollar.com” è il nome del sito in questione. A cosa serve? A nulla. Cosa fa? Nulla, ma lo fa molto bene.
Una delle ossessioni più comuni nel genere umano è la curiosità. Un vecchio proverbio dice che essa è femmina, ma è una bugia perché anche i maschietti sanno il fatto loro, in quanto a ficcanasare.
Nel momento in cui un’immagine, un video o una frase colgono nel segno scatenando la curiosità, l’istinto di spingersi oltre per saperne di più è praticamente irrefrenabile. Nessuno è capace di resistere, punto.
A pensarci bene il web si serve molto di questo meccanismo, tant’è che i titoli delle notizie pubblicate dalle varie testate online sono sempre posti in maniera tale da invitare al clic compulsivo o alla registrazione. E questo frutta i soldi veri, grazie al sistema della pubblicità (se un sito è cliccato e trafficato, infatti, gli sponsor saranno disposti a elargire somme consistenti per reclamizzare i loro prodotti).
Cos’ha fatto, dunque, il signor Johan McCabbin? Ha creato forse la pagina web più banale della storia, inserendo la domanda che dà il nome al dominio e un pulsante PayPal che l’utente può cliccare qualora decidesse di accreditargli un dollaro per sapere quanti altri curiosoni hanno fatto altrettanto prima di lui.
La mente vacilla al solo pensiero che un’idea tanto strampalata possa aver riscosso un tale successo, ma tant’è. Grazie alla diffusione sui social network, attraverso le condivisioni del link, migliaia di ficcanaso si sono precipitati sul sito e non hanno esitato a pagare il loro bel dollaro pur di leggere il numero misterioso.
Ebbene sì, la compulsione è capace di fare anche questo. Spendere un dollaro per sapere che altri diecimila novecento beoti hanno fatto la stessa cosa, per lo stesso assurdo motivo, può avere un potere ansiolitico più forte della benzodiazepina.
Lo stesso Johan McCubbin ha dichiarato, in una recente intervista, che gli utenti che gli hanno regalato i loro soldi sono fondamentalmente degli idioti. Ciò si è dimostrato solo apparentemente un autogol, perché dopo un breve periodo di magra, è bastata qualche nuova condivisione su Facebook per far ripartire il meccanismo.
La curiosità non conosce ostacoli, c’è poco da fare. Alcuni utenti hanno addirittura affermato di aver ceduto alla tentazione più volte. Sarà anche vero che perseverare nell’errore è diabolico, ma probabilmente la malattia della compulsione è una valida attenuante.
Il potere di una mente aperta.
Somiglia a un mantra buddhista, ma “il potere di una mente aperta” è davvero infinito. Spesso ci perdiamo in discussioni filosofiche sui massimi sistemi ed elucubrazioni varie, nel disperato tentativo di partorire un’idea valida che ci permetta di risollevare le nostre finanze.
Fondamentalmente trascuriamo due aspetti: il denaro è solo un mezzo di scambio e l’essere umano è molto più elementare di quanto si possa immaginare.
Per guadagnare cifre considerevoli non è indispensabile produrre qualcosa di costoso. Bisogna essenzialmente convincere un significativo numero di persone a regalarci una moneta.
Attenzione, questo non significa non creare valore né chiedere l’elemosina. I soldi sono solo uno strumento attraverso il quale stabiliamo il valore di una merce, un prodotto o un servizio. Suscitare una curiosità significa creare un bisogno e soddisfare quest’ultimo al prezzo di un dollaro, per quanto possa suonare strano, significa dare al cliente ciò che chiede.
Quanti soldi spendiamo esattamente nella stessa maniera senza rendercene conto? Non è forse vero che i nostri armadi sono pieni di vestiti o accessori che non indossiamo quasi mai, ma che al momento dell’acquisto credevamo ci avrebbero reso persone migliori?
Cediamo continuamente alle nostre compulsioni e gli esperti di marketing lo sanno bene, proprio per questo confezionano il nulla in modo tanto accattivante. L’idea di Johan McCubbin è solo l’estrema sintesi di questo concetto ma non dà e non toglie nulla di più di quanto faccia l’ultimo smartphone top di gamma proposto dal mercato.
Tanto il numero misterioso di McCubbin quanto l’iPhone X vanno a soddisfare una necessità di tipo compulsivo. La differenza la fanno solo i costi di produzione e il prezzo di vendita, ma i guadagni sono assicurati in entrambi i casi.
La prossima volta che ci verrà in mente di metterci in proprio, allora, proviamo a investire del tempo interrogandoci sulle principali debolezze del genere umano e lasciamoci andare, giochiamo con la fantasia. Potremmo addirittura diventare ricchi.
di Giovanni Antonucci
autore del romanzo "Veronica Fuori Tempo"
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