E può portare a scelte controcorrente, diverse da quelle della maggioranza delle persone, magari distanti dal sentire comune.
Quella della fuga dei cervelli dall’Italia è un’immagine acquisita stabilmente nella mente dei singoli, ed, essendo ormai diventata realtà, potrebbe sembrare qualcosa di dato una volta per tutte, un fenomeno irreversibile e incontrovertibile.
Invece, le cronache ci restituiscono talvolta le storie di chi ha deciso di seguire un percorso di segno opposto, ovvero, restare in Italia.
Una scelta, questa, costellata di sacrifici e difficoltà, soprattutto in ambiti quale quello della ricerca scientifica. Tuttavia, quando i risultati arrivano, riescono a ripagare sforzi e rinunce…e dimostrano che l’Italia è ancora in grado di dare il suo contributo, in termini di eccellenze.
Questa è la storia di Lucia Delogu, ricercatrice impegnata presso il Dipartimento di Chimica e Farmacia dell’Università di Sassari dove studia i nanomateriali applicati alla biomedica. Nelle scorse settimane la rivista scientifica Angewandte Chemie, attualmente la più importante del settore, ha pubblicato una ricerca che l’ha vista senior author e coordinatrice di uno staff internazionale composto dalle menti più brillanti dell’Università Castilla La Mancha, del CNRS di Strasburgo, e dell’Università di Trieste. La squadra ha visto inoltre la partecipazione di Claudio Fozza, oncoematologo del Dipartimento di Medicina Clinica e Sperimentale dell’ateneo sardo.
Lo studio ha permesso di scoprire che esiste uno specifico grafene, nanomateriale con peculiari qualità fisico-chimiche, capace di colpire selettivamente le cellule tumorali dei malati di leucemia, senza intaccare altri tipi di cellule.
“Il grafene ha agito in modo mirato sui monociti, e tale proprietà biologica ci ha portati a supporre che fosse in grado di spazzare via le cellule tumorali dei pazienti colpiti da leucemia mielomonocitica” così Lucia Delogu. “Averlo rilevato potrebbe aprire la strada per l’ideazione di nuove terapie”. Tuttavia, le tempistiche previste non sono brevi, in quanto sarà necessario effettuare test anche su modelli animali.
Ciò che rende particolarmente interessante la ricerca è che ha messo in luce le differenze tra il grafene e i farmaci chemioterapici attualmente in commercio. Questi infatti sono tossici, perché, oltre a colpire le cellule tumorali, intaccano anche quelle sane, determinando effetti collaterali nei pazienti.
Lo studio è stato finanziato dal Progetto Europeo G-Immunomics, presieduto propria da Lucia Delogu, dalla call Flagera 2015 e dal Progetto Europeo Graphene Flagship sostenuto economicamente da Horizon 2020. Si segnala inoltre la partecipazione di AIL Sardegna – Associazione Italiana Leucemie della Sardegna, che ha stanziato i fondi per una borsa di dottorato, e la Fondazione Sardegna che ha acquistato gli strumenti necessari a svolgere gli esperimenti.
La passione per la ricerca può essere un pozzo senza fondo
“Stiamo cominciando a raccogliere i frutti dello studio sul grafene e questo equivale a veder realizzare un grande sogno. Studiare mi è sempre piaciuto, mi sono laureata a 22 anni in Scienze Naturali, ma non avrei mai immaginato di fare un percorso così gratificante e intenso”.
L’entusiasmo di Lucia Delogu è palpabile, forse perché rappresenta l’unione tra un sentimento e una visione strategica. Insomma, un’entità dotata di concretezza, tangibile e contagiosa.
Dopo il dottorato in Sardegna la ricercatrice ha lavorato per due anni negli USA, ed è stato proprio in questa circostanza che ha approfondito la conoscenza dei nanomateriali, sperimentando direttamente l’atteggiamento riservato agli accademici italiani. A colpire Lucia Delogu - e a spingerla a tornare nel nostro Paese - è stato un approccio fatto di stima, autorevolezza e considerazione.
Mentre racconta del suo percorso, la accompagna un sorriso avvolgente, prezioso accessorio che non la abbandona neanche quando spiega che il suo profilo è precario. A ottobre, infatti, scade il contratto. Eppure la ricercatrice non solo non è pentita della scelta fatta, ma riesce a vedere in prospettiva ed essere progettuale, cosa non semplice, per chi è costretto a vivere di equilibrismi, professionali e personali.
"Spero di ottenere un contratto da professore associato".
In ogni caso non mi lamento: il lavoro che faccio mi rende felice. Nonostante i problemi che investono il nostro settore, spero di poter vedere ampliare il mio gruppo di lavoro e continuare a lavorare sulle nanotecnologie. Nel frattempo, ci stiamo dando da fare per partecipare ad altri progetti europei promossi dall’Ateneo di Sassari. È per questo, infatti, che ho deciso di tornare: collaborare allo sviluppo della ricerca nell’università in cui ho studiato”.
Aprire un negozio di dischi? Potrebbe essere una buona idea!
Nell'epoca di Spotify e Youtube, dove la musica è diventata digitale, liquida, scaricabile, pensare di aprire un negozio di dischi potrebbe sembrare un'idea fallimentare. Ma così non è.
Tutto colpa di Napster e Mp3
L'inventore dell'Mp3, Leonardo Chiariglione, il formato audio compresso che consente con 3 megabyte di scaricare un brano musicale, e la rete P2P promossa da Sean Parker, ideatore di Napster, l'industria discografica è radicalmente cambiata negli ultimi 20 anni.
Ma il fenomeno dell'acquisto del disco non sembra essere terminato del tutto.
Il ritorno del vinile
Tornare al passato per sperare di avere ancora un futuro. E’ questo il curioso destino delle case discografiche, che nel 2016 stanno cercando di rilanciare un formato storico.
Oggi si ristampano dischi in vinile anche di nuovi artisti. Quindi non solo vecchi pezzi, ma anche i nuovi lanci vengono distribuiti in vinile.
La Entertainment Retailers Association ha annunciato con grande enfasi che, per la prima volta, in Gran Bretagna il volume d’affari di questi oggetti così “vintage” ha superato quello della musica digitale: 2,5 milioni di sterline, contro 2,1 milioni.
Lo storico sorpasso ha completato una curva di crescita che, seppure sottotraccia, era cominciata all’inizio del Duemila.
Aprire un negozio di dischi?
Ecco come inziare.
Il primo passaggio affittare un piccolo locale in una zona nota, ma non necessariamente centrale.
Acquistare dischi in stock. Beh, per questo punto c'è Ebay.
Andando sul famoso sito di aste online, si vendono stock di dischi in vinile in ottimo stato, anche sigillati per pochi euro.
59€ per 80 dischi in vinile
Si parte da 59€ per 80 dischi ottimi fino a pochi euro per stock di dischi di musica classica e cosi via..
Con un investimento di appena 1.000€ si parte con una magnifica esposizione di 750 dischi, che abbelliranno i nostri scaffali, rigorosamente Ikea, e luci stroboscopiche che fanno un pò vintage.
Sempre più turisti stranieri scelgono l’Italia per fare le vacanze imparando a fare la birra, la pasta e le conserve.
Il turismo in Italia
E' l'unico settore che sembra non essere stato intaccato dalla crisi. Le ultime stime parlano di un trend in aumento, con una previsione , per i prossimi 12 anni, di un raddoppio del flusso di turisti internazionali.
L’Italia
E' terzo Paese più 'cliccato' sul web da chi ricerca destinazioni turistiche.
E’ noto a tutti che i turisti apprezzano molto lo stile di vita italiano, che ritrovano soprattutto nella gastronomia, fiore all’occhiello dell’Italia.
Ma oltre a mangiare le nostre prelibatezze, in vacanza, desiderano anche imparare a farle.
Aumentano le richieste di “soggiorno con lezioni di cucina”
Consentono ai turisti di scoprire le mete del buon gusto italiane oltre che di godere di luoghi magici in cui si ferma l’orologio e si rallentano i ritmi.
Si tratta di agriturismi, casali, monasteri e dimore storiche che situate lontano dal caos cittadino permettono di ristabilire un contatto con la natura,ma non solo!
Queste dimore regalano ai turisti nuove esperienze come diventare mastro birraio per pochi giorni, oppure, imparare a fare il pane o la pasta frasca, ed anche, andare in giro con un tartufaio in cerca di funghi.
Dalla Sicilia alla Toscana
Dal Piemonte all’Alto Adige, i turisti trovano posti incantevoli dove fermarsi e dimenticare ogni pensiero. Nella quiete delle colline toscane, per esempio, possono lasciarsi andare agli antichi sapori. Saranno immensi in un'atmosfera d'altri tempi, tra soffitti a volta, affreschi centenari, pavimenti di cotto e stemmi nobiliari e potranno fare la pasta fatta in casa: dai ravioli ripieni di ricotta e spinaci con salsa di pomodoro fresco, alle tagliatelle con ragù di Chianina.
E poi tutti a tavola per un ricco banchetto con le delizie preparate!
Ma in Toscana c'è anche un profumo, intenso, inebriante, che salta subito alla mente: il tartufo.
Si parte presto al mattino per cercare questo delizioso ‘oro nero', seguendo un tartufaio nel bosco tra i profumi della terra, con tanto di cani al seguito.