Lavorare 2.0

Amate gli animali e vorreste lavorare con loro? allora che aspettate! diventate un Pet Taxista

Il Pet Taxi per trasportare i vostri animali ovunque lo desiderate

caneChe si tratti di una visita veterinaria, di una spuntata al pelo o di un cambio di domicilio con il Pet Taxi i nostri amici pelosi arriveranno a destinazione e verranno trattati da “veri signori”.

Tutto nasce dal fatto che nelle grandi città oramai ci sono più animali che persone e molte di queste per vari motivi (tempo, età, distanza, pulizia auto, ecc...) hanno difficoltà a recarsi dal veterinario con il proprio amico a quattro zampe.  

Ed ecco  che gli amanti degli animali si sono attrezzati per queste evenienze, così che un furgoncino con un autista aspetterà il nostro amico a quattro o due zampe (a volte si trasportano anche le iguana o gli uccelli) pronto per accompagnarli ovunque lo desideriamo.

Come funziona un servizio di Pet Taxi?

Il cliente contatta l’agenzia e dichiara quale animale ha bisogno di essere trasportato, cani, gatti, pappagalli e ogni tipo d’animale da compagnia. Saranno poi prelevati da personale qualificato e da autisti, dotati anche di uno speciale patentino, e portati ad esempio dal veterinario di fiducia del cliente e riaccompagnati a casa. Il servizio può prevedere anche che il padrone possa accompagnare l’animale, qualora non possieda una vettura.

Tutto avviene con le autorizzazioni dovute e con l’impiego di mezzi idonei a creare un ambiente salubre per l’animale e nel rispetto delle regole.

Signore e Signori: "La Sharing economy"!

Requisiti

Importanti sono l’affidabilità e il modo di relazionarsi con gli altri in particolare con i proprietari. Alla base di tutto ovviamente c’è soprattutto l’amore per gli animali. Il segreto del successo di questo lavoro si basa proprio su questo, trattare gli animali come fossero componenti della famiglia, coccolati e curati.

 In Italia

Già ampiamente diffuso negli Stati Uniti, il servizio di Pet Taxi è attivo da qualche anno sia a Milano che a Roma.In particolare il primo a sperimentare questo servizio è stato il fondatore di Masterdog agenzia di servizi a domicilio per animali da compagnia.

Il servizio costa mediamente 50 euro. 

Il pet taxi viene incontro anche alle esigenze di padroni che conducono una vita frenetica e spesso non hanno il tempo di occuparsi completamente dei quadrupedi. 

Ci sono,infatti, tantissimi professionisti che sono spesso fuori casa e che hanno bisogno del taxi per portare al posto loro l’amico a quattro zampe o a fare la toletta o dal veterinario.

Simona
blogger con gatto

 
 
 
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Caffè ambulante? E qual'è l'idea geniale?

Wheelys, caffè ambulante

Decolla la  startup “Wheelys”  che ha lanciato le caffetterie ambulanti oggi presenti in 70 paesi

founder_wheelysE’ decisamente una startup innovativa quella creata da una giovane di 27 anni dai capelli colorati. Ha messo a punto un tipo di caffetterie ambulanti e cioè tricicli elettrici alimentati a energia solare ed equipaggiati per la vendita del caffè. 

Si chiamano caffetterie Wheelys e lei (l’ideatrice) si chiama Maria De La Croix, è svedese e vuole sfidare colossi come Starbucks.

Ce la farà? Ma certo che si! 

Questa volta però il successo di queste caffetterie dipende da giovani e affamati imprenditori e eco di tutto il mondo e con pochi soldi. 

Una caffetteria Wheelys, infatti, costa circa 3.000 dollari, rispetto a (un negozio) Starbucks che ne costa 500mila. Questo permette a molte più persone di aprirne una.

Il segreto, della già riuscita operazione, sta nell’offrire caffè bio in una bicicletta alimentata da pannelli solari e tecnologica perché permette la connessione ad Internet e bluetooth.

Com’è nata l’idea

wheelys_a_parigiL’idea nasce in un bar da un gruppo di amici, nel 2013 e dopo aver terminato la collaborazione con una grossa agenzia di pubblicità. 

Volevano “cambiare il mondo” ed utilizzare la propria professionalità per creare qualcosa di nuovo. Alcuni di loro nel corso del tempo hanno abbandonato l’idea ma chi è rimasto ha venduto le prime biciclette online anche oltre confine. 

Le vendite sono andate  talmente bene che Wheelys entra in Y Combinator, l’acceleratore più importante del mondo (lo stesso di Airbnb e Dropbox), e riceve 2,5 milioni di dollari da investitori della Silicon Valley (inclusi l’ideatore di Gmail e i fondatori di Scribt e di Zynga).

 

Ad oggi sono state vendute oltre 900 caffetterie.

Come sono le caffetterie (per chi intende investire)

Le caffetterie Wheelys sono dotate di pannello solare, purificatore d’aria, frigo, display digitale, macchina per l’espresso, impianto stereo bluetooth, insegna luminosa, fornelli a gas, un tappeto verde. 

Hanno serbatoio per l’acqua, lavandino, scaffali e tetto pieghevoli, a scomparsa, per rendere più facili gli spostamenti. Il triciclo,inoltre, può trasformarsi in un juice bar, un chiosco per gelati o crepes. 

Il prossimo passo della startup

Non è solo la diffusione delle caffetterie in tutto il mondo. La startup,infatti, ha messo a punto un supermarket senza personale, aperto sette giorni su sette, h 24. 

Ma gli ambulanti che vendono caffè non erano già stati inventati da noi Italiani? A Napoli, ricordo che c'era un certo Fortunato, ma i soldi dalla Silicon Valley non li ha mai visti. Forse avrebbe dovuto tingersi i capelli di viola?

Simona
Blogger caffeinomane

 

 

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La storia di Ampelmann, l’omino del semaforo berlinese

All’improvviso uno sconosciuto.

AmpelmannPasseggiando per le vie di quella che un tempo era Berlino Est si ha l’occasione di fare la conoscenza di un simpatico cinquantaseienne di nome Ampelmann, l’omino del semaforo. No, non si tratta di un tizio che cerca di vendere kleenex e accendini agli automobilisti teutonici, ma dell’icona (verde o rossa) che indica ai pedoni quando possono o non possono attraversare la strada.

Ideato nel 1961 dallo psicologo e designer Karl Peglau, su incarico della commissione per il traffico della capitale socialista, Ampelmann è divenuto ben presto un simbolo della cultura della ex Repubblica Democratica Tedesca. Il primo esemplare di semaforo pedonale con l’omino fu installato nel 1969 all’incrocio tra la Unter den Linden e la Friedrichstrasse, e riscosse immediatamente un gran successo. Grazie alla chiarezza dell’immagine, infatti, il numero di pedoni investiti cominciò a diminuire sensibilmente, con ampia soddisfazione delle autorità preposte alla risoluzione del problema.

La popolarità dell’Ampelmann crebbe molto rapidamente, al punto che fu adottato in programmi televisivi didattici per insegnare la sicurezza stradale ai più piccoli, oltre a essere menzionato in programmi radiofonici e a comparire in alcuni giochi.

Dopo la caduta del Muro, tuttavia, il processo di riunificazione tedesca coinvolse anche il simpatico omino luminoso, poiché la segnaletica stradale della DDR fu smantellata e uniformata a quella occidentale. Ciò scatenò la protesta dei tedeschi dell’est che chiesero e ottennero che il loro simbolo fosse preservato.

A partire dal 2005, poi, esemplari di semafori pedonali con l’Ampelmann cominciarono a essere installati anche nei territori dell’ex Germania Ovest, segnatamente a Berlino e Saarbrücken. Questo fu probabilmente l’unico caso di contaminazione al contrario tra le due diverse culture, in quello che più che un processo di riunificazione fu una vera e propria annessione dell’Est all’Ovest.

Dall’ospizio alla fama internazionale.

AmpelmannProprio quando sembrava che la luce dell’omino si fosse definitivamente spenta, un grafico originario di Tubinga di nome Markus Heckhausen pensò di sfruttarne le incredibili potenzialità a livello marketing. Inizialmente (correva l’anno 1995, ndr) si limitò a ritirare i semafori dismessi e a trasformarli in lampade domestiche, fondando la società “Ampelmann GmbH”. L’intuizione ebbe un grande successo: le lampade andarono a ruba e la stampa si interessò all’iniziativa.

Negli anni seguenti, Heckhausen ampliò la gamma di prodotti ispirati all’omino, producendo magliette, caramelle gommose, biciclette, portachiavi e ogni sorta di gadget, aprendo diversi negozi e un ristorante a tema, in quel di Berlino. Nel 2006, peraltro, l’imprenditore vinse la battaglia legale contro Joachim Rossberg, che in passato deteneva i diritti per lo sfruttamento del marchio ma aveva dimenticato di rinnovarne l’acquisizione.

Il negozio di punta tra quelli aperti da Markus Heckhausen si trova esattamente nello stesso punto in cui fu installato il primo semaforo pedonale con l’Ampelmann, proprio all’incrocio tra la Unter den Linden e la Friedrichstrasse. Molto simile a un parco giochi, al suo interno si trova anche un fornitissimo bar, oltre al materiale in vendita. Inutile sottolineare quanto la struttura costituisca un’attrattiva irrinunciabile per i turisti, che la affollano a tutte le ore del giorno.

Essere o apparire?

AmpelmannLa storia di Ampelmann insegna essenzialmente due cose di cui qualsiasi aspirante imprenditore dovrebbe far tesoro. La prima riguarda l’importanza della semiotica nella scelta del brand, ossia il significato immediatamente trasmesso dal marchio. Più quest’ultimo è evocativo, maggiore sarà la possibilità che si diffonda in modo capillare e sia in grado di autosostenersi in termini di popolarità.

Spesso, invece, si bada solo all’estetica senza considerare che in nessun altro campo come nel commercio “l’abito non fa il monaco”. Ben venga dunque il minimalismo, di cui lo stesso omino luminoso è stato “vittima” (il primo prototipo di Ampelmann, infatti, era molto più dettagliato della versione definitiva, ndr).

Il secondo aspetto da tenere in considerazione, infine, è che dovremmo essere meno distratti. In molti casi tendiamo a rottamare idee oppure oggetti che in realtà hanno ancora un gran potenziale, talvolta addirittura mai espresso. Quindi anziché avventurarsi nella ricerca di trovate esotiche, magari sarebbe il caso di dare un’occhiata al ripostiglio o in qualche discarica, perché è lì che si nascondono i veri tesori.


In fondo che senso ha spendere tempo e risorse in campagne marketing per dare un senso a qualcosa che non ne ha, quando è pieno di icone già di per sé virali che aspettano solo di essere reinventate?

 

di Giovanni Antonucci

autore del romanzo "Veronica Fuori Tempo"

 

 

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