Lavorare 2.0

«A Scampia mi ero perso. La musica e Berlino mi hanno regalato una seconda giovinezza»

La vita è come la pelle

/Fabergi_JonesGli eventi in cui inciampiamo possono ferirci, provocare lividi e dolore ma, se ce ne prendiamo cura, quel che resta è una cicatrice … e il bagaglio di esperienza che porta con sé. Qualcosa in grado di donare uno spessore e una sensibilità tutta particolare. Qualcosa che solo chi ha attraversato il suo personale inferno può comprendere. Giovanni Ciervo, in arte Fabergi Jones, è nato a Messina e cresciuto a Napoli, nella turbolenta realtà di Scampia. Due le sue più grandi passioni: la ristorazione e la musica. Da queste è ripartito a Berlino, costruendosi una nuova vita lontano dagli eccessi della droga contro cui ha a lungo combattuto. «La capitale tedesca mi ha regalato una nuova giovinezza, e un nuovo respiro al cuore». Una nuova stagione cominciata a 50 anni.

«Da bambino ho conosciuto le prime vittime di Scampia»

Fabergi Jones entra a contatto con il variopinto mondo dei locali quando è ancora un bambino. Sua madre apre dapprima un bar, quindi una trattoria in provincia di Napoli. La Scampia di quei tempi era composta solo da qualche casermone. Giovanni racconta che la realtà della criminalità organizzata non era ancora tangibile e palpabile, tuttavia, covava sotterranea la guerra tra famiglie malavitose per ottenere il controllo del territorio. Contestualmente, iniziava a diffondersi il traffico di droga … e a mietere le prime vittime. Anche Giovanni cade nella rete.

 

La musica come una bussola

Fabergi_Jones

Sin da piccolo, questa lo accompagna. A sei anni Fabergi Jones costruisce la sua prima chitarra di legno; gli artisti a cui si ispira cambiano nel corso degli anni, così Little Tony lascia il posto a Fabrizio De Andrè.

La musica, per Giovanni, diventa una vera e propria metafora: «ogni volta che riuscivo a imparare una canzone, era come superare un nuovo ostacolo». Arrivano poi gli anni bui, quelli scanditi dagli arresti domiciliari.

Segue il periodo di disintossicazione in comunità, e il ritorno a Messina. «Avevo bisogno di mettere un punto, in tutti i sensi, all’esperienza napoletana». Arriva una ricaduta ma, subito dopo, si fa strada, prepotente in lui, la voglia di riscatto. Ricomincia a lavorare nel mondo della ristorazione e, piano piano, propone al pubblico la sua versione dei successi di grandi cantautori come Bob Dylan e Simon & Garfunkel.

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La partenza per Berlino

Fabergi_Jones

Giovanni cerca lavoro senza sosta, a Messina, ma si rende conto rapidamente che, alla sua età, è oggettivamente difficile ricollocarsi. In un certo senso, è come se non fosse consentito, agli adulti, di inciampare … e rialzarsi. A quel punto decide di raggiungere la capitale tedesca e provare a ricominciare daccapo lì. Una scelta, spiega, perlopiù dettata dal caso: Berlino, inizialmente neanche lo attrae eccessivamente.

In un primo momento Fabergi Jones tenta di entrare nel settore della ristorazione italiana, ma si accorge ben presto che è particolarmente difficile. Così, sceglie di perseguire in modo esclusivo la sua passione per la musica. Via via che si esibisce per locali guadagna in naturalezza e disinvoltura. Entra a contatto con molte e diverse umanità, si arricchisce  e cambia. Matura. Oggi raccoglie i frutti del coraggio che ha dimostrato. Resta, amara, la riflessione su quanto poco spazio (e rispetto) il nostro Paese dimostri nei confronti di quella fetta di società che ha raggiunto la mezza età. Come se le persone fossero simili agli yoghurt, e avessero una data di scadenza…

 
 

 
 

 

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Lavorare nella bellissima costa azzurra

Le otto cose da fare una volta trasferiti

Cercavo un posto di mare dove poter trascorrere le mie vacanze ed avevo voglia di uscire dall’Italia, così ho pensato alla costa azzurra. 

Sono rimasta colpita dalla bellezza e dalla organizzazione di  questa parte della Francia ed ho pensato:dal momento che amo il mare, potrei viverci! 

Ma quali opportunità lavorative mi offrirà?

Così ho analizzato i diversi aspetti positivi di un eventuale trasferimento

Qualità della vita

Il mare, il clima e i paesaggi che spaziano dalle montagne, alle colline, alle spiagge fino alle città d' arte, contribuiscono a migliorare la qualità della vita.

Sia le città più grandi che i piccoli paesi sono ben tenuti ed organizzati sia in termini di servizi che trasporti.

Imparare la lingua non è un problema perché esistono delle scuole di francese per stranieri completamente gratuite e, una volta imparato, facilmente si può trovare lavoro.

E poi, la costa azzurra è veramente vicina all’Italia.In poche ore si possono raggiungere con l’auto Genova e Milano, un po’ di più per Roma ma ci sono anche numerose offerte aeree.

Più opportunità rispetto all’Italia

La Francia offre, infatti, maggiori opportunità rispetto all’Italia. Gli aiuti statali sono maggiori, soprattutto per i giovani, il sistema sanitario è meglio gestito, gli stipendi sono più alti e comunque è presente uno stipendio minimo che ti tutela. 

Inoltre, in Costa Azzurra, la crisi non si è fatta molto sentire, e le  offerte di lavoro non mancano e le possibilità per i giovani sono infinite.

Le otto cose da fare appena trasferiti in Costa azzurra

Ed ecco allora le otto cose da fare appena una vota trasferiti in questo bellissimo posto:

  1. Tovare un alloggio.
    A volte ci si sente in un circolo vizioso perchè molti proprietari chiedono le ultime buste paga o un contratto di lavoro. Tuttavia, anche se non sia ha un lavoro con un po' di fatica delle  offerte di affitto si trovano.
  2. Ottenere un numero telefonico francese.
     indispensabile se si vuole avere più opportunità di essere ricontattati una volta aver spedito il curriculum.
  3. Prepararsi un CV in francese.
    E vari tipi di lettera di motivazione a seconda dei lavori a cui si aspira
  4. Cercare un lavoro
  5. Aprirsi un conto in banca.
    Aspetto fondamentale per ricevere lo stipendio.
  6. Iscriversi alla Securité Sociale. (la nostra Inps)
    Spesso è il datore di lavoro che si occupa di tutte le procedure burocratiche per richiederla.
  7. Se non si riesce a trovare lavoro a causa della poca conoscenza della lingua, consiglio di ISCRIVERSI A POLE EMPLOI per richiedere di poter seguire un CORSO GRATUITO DI FRANCESE
  8. Dopo massimo un anno che si abita all' estero bisogna ISCRIVERSI ALL' AIRE, l' anagrafe degli italiani residenti all' estero e rivolgersi al Consolato per cambiare la residenza sui documenti.

E allora bonne chance!

Simona
Blogger francese

 

 

 
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Aprire un bar? Cosa fare per non fallire subito

E poi ci troveremo come le star…

roxybarÈ opinione diffusa, facendo un rapido giro in rete, che siano sostanzialmente cinque le regole da seguire quando si vuole aprire un bar di successo. Una sorta di vademecum non ufficiale, universalmente recepito, suggerisce di:
- avere un’idea precisa e un progetto ben definito;

- essere pienamente consapevoli di costi, ricavi e utili previsti;

- scegliere un target;

- fidelizzare il cliente garantendogli un’esperienza piacevole;

- distinguersi dalla concorrenza.

Consigli senz’altro preziosi, che tuttavia non sembrano essere particolarmente mirati poiché potrebbero applicarsi a qualsiasi tipo di attività imprenditoriale.

Di bar, in Italia, ce ne sono 136.000. Forse anche qualcuno di più…
Considerando che gli uffici postali ammontano a 7.000 unità e di Chiese se ne contano 14.000, si evince che l’arte di servire un buon caffè consente a circa un milione di persone di guadagnarsi il pane quotidiano. Niente male, in un paese con sessanta milioni di abitanti che in quanto a disoccupazione non è secondo a nessuno, specie nell’élite dei paesi dell’Unione Europea.

Per lo stesso motivo, tuttavia, bisogna tenere conto del rischio “saturazione” e pensare bene a come muoversi, prima di imbarcarsi in un progetto certamente non banale come quello, appunto, dell’apertura di un bar. Altrimenti si rischia di evaporare come la maggior parte dei negozi di sigarette elettroniche che hanno dovuto abbassare la saracinesca dopo appena tre mesi di attività. Questo perché per avere successo in qualsiasi mercato, non bisogna analizzare solamente i dati relativi alla domanda, ma anche quelli dell’offerta: se quest’ultima supera la reale richiesta di un bene o servizio, qualsiasi new entry è destinata al flop.

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Che fare, dunque?

sigaretta_elettronica

Pensare davvero in modo differente sembra essere l’unica via per ritagliarsi uno spazio in un settore che definire inflazionato è un eufemismo. Tutto sta nell’interpretare l’ultimo punto del vademecum di cui sopra (“distinguersi dalla concorrenza”) con la dovuta creatività. Il che non significa, come credono in molti, diversificare l’offerta per fasce orarie, proporre tessere prepagate per cappuccino e brioche che diano diritto a degli sconti e quant’altro.

Significa, invece, progettare una bella esca che consenta di creare tanto traffico all’interno di uno spazio fisico, onde poter implementare un punto ristoro di cui poi inevitabilmente le persone si serviranno.
Poco importa se per attirare gente nel locale proporrete speed date, campionati regionali di Risiko, contest per rock band e cantautori emergenti o qualsiasi altra diavoleria vi venga in mente. Quello che conta è che fiumi di persone vengano a voi e che accogliendole gli creiate un bisogno, ossia quello di bagnarsi la bocca o mettere qualcosa sotto i denti.
Il giochino funziona ancora meglio se per aprirgli la porta non chiedete nulla in cambio.

Colpo di scena, signore e signori.

folla_personeIl segreto per aprire un bar di successo è non aprire un bar ma un “contenitore” nel quale le persone siano felici di entrare.
Pensiamo a cosa accadrebbe se Facebook, anziché essere uno spazio virtuale fosse un luogo dove così tante persone affluiscono fisicamente ogni minuto: predisporre un bar al suo interno significherebbe vincere il jackpot.
Eppure Facebook è gratis e lo sarà sempre

 

 

di Giovanni Antonucc

 

 

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