Lavorare 2.0

Vendere cannabis online, un business vincente e in crescita

"L’alcol distrugge, l’erba costruisce".

bob marleyParafrasando il caro zio Marley, sì, ma nelle quantità giuste. Anche voi vi siete accorti che nell’ultimo periodo è tutto un proliferare di grow shop, ovvero negozi che vendono cannabis online?

In tutta Italia, da Nord a Sud, usare la marijuana per rilassarsi e rilasciare lo stress quotidiano non è più un taboo, purchè rispetti alcune fondamentali regole.

Prima fra tutte? Possedere una quantità massima di THC (l’idrotetracannabidiolo) ovvero il principio attivo che in quantità superiori allo 0, 2% rende la cannabis una sostanza stupefacente.

Leggi anche: Guadagnare con la marijuana? Si può ed è legale

Un’attività redditizia

cannabisUn business, quella della vendita legale di cannabis online, che ha già regalato una consistente spinta all’economia nazionale, dal momento che sta facendo la ricchezza delle aziende agricole.

Un’idea arrivata dalla Svizzera, dove piccole quantità di erba venivano già vendute nelle tabaccherie in pacchetti simili a quelli delle sigarette. Un modello che si è poi esteso in tutta Europa, con un giro d’affari che nel 2018 ha sfiorato i 50 milioni di euro l’anno.

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Sono state infatti acquistate, solo nei primi sei mesi del 2017, almeno venti tonnellate di fiori di canapa. Quest’ultime rivendono poi l’infiorescenza sia ai negozi fisici, di cui tanti in franchising, che ai rivenditori online.

Il successo degli e-commerce

erbaMentre i negozi fisici devono aspettare che le normative statali vengano definite e chiarificate al 100%, chi vuole rilassarsi con una piccola quantità di marijuana, magari per combattere insonnia o stress, può tranquillamente acquistarla online.

Comprare cannabis su Internet consente non solo la garanzia di anonimato (dal momento che per molti entrare in un negozio simile genera ancora imbarazzo) ma tutta un’altra serie di benefici.

In Italia, ad esempio, uno dei primi a puntare su questo tipo di attività è stato  Erbalegaleonline.com, sito che si pone non solo come e-commerce per la vendita di marijuana ma anche come punto di incontro per chi fosse interessato al mondo della legalizzazione della canapa light tramite la sezione news. 

Leggi anche: P erchè aprire un negozio online 

canapaAll’interno del sito si può scegliere tra numerose varietà (Amnesia, Golden Rush, Super Lemon Haze, Buddha Cheese) a prezzi contenuti.

Le quantità vanno dai 5 ai 20 grammi e la consegna è completamente anonima. Per mantenere la privacy verrà infatti indicato sul pacchetto solo indirizzo e ragione sociale, senza specificare il contenuto.

Si può inoltre scegliere tra più metodi di pagamento: consegnando i contanti al corriere, acquistando con carta di credito o debito, oppure tramite bonifico bancario.

Anche i costi di spedizione risultano piuttosto bassi, circa 4.90 euro, incluso il costo di imballaggio. Se la spesa arriva a 100 euro invece, la spedizione è gratuita. Se per qualsiasi motivo non si è soddisfatti del proprio acquisto, si può restituire entro 14 giorni dalla data di consegna.

La cannabis in campo medico

cannabis medicaL’uso di marijuana a livello legale non è utile solo per il relax. Sembra infatti che la marijuana serva a contrastare e ritardare l’effetto di alcune malattie quali l’Alzheimer, migliorando l’equilibrio chimico nel cervello. Oppure si stanno studiando le proprietà della marijuana come forma alternativa alla chemioterapia.

Insomma, naturale è meglio. E speriamo che, anche grazie a queste attività, vengano abbattuti gli ultimi blocchi mentali a riguardo.

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di Irene Caltabiano

 

 

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Digital Disruption, ovvero come Davide deve allearsi con Golia

Morte e distruzione!

godzillaTranquilli, non si parla di qualche catastrofe naturale ma esattamente l'opposto.

Mai sentito parlare di digital disruption? La parola fa paura ma altro non riguarda che il momento i cui una nuova tecnologia soppianta completamente il modello di business precedente.

Niente di nuovo sul fronte occidentale. Stesso discorso di quando dalle carrozze si è passati alle macchine, dal lavare i panni nel fiume alla lavatrice, dal caro telefono a gettoni all’Iphone nelle nostre tasche.

"Ci devi stare, inutile sperare" come cantavano i Neri per caso.

Leggi anche: Tecnologia vs Politica: chi vincerà?

Davide è Golia

camaleonteSe c’è una certezza nella vita è il cambiamento. Ma il cambiamento si deve anche saper cavalcare. E, come insegnava il buon Darwin, non vince il più forte ma chi, come un camaleonte, sa adattarsi all’ambiente circostante.

La rivoluzione digitale è una specie di Godzilla che ha schiacciato solidi modelli già esistenti. O, se preferite, un Golia nato Davide che ha saputo sfruttare l'ondata di trasformazione.

Qualche esempio? BlockBuster, colosso degli anni '90, completamente annientato da Netflix. Le catene alberghiere ormai soppiantate da Airbnb, tanto che si è stati costretti a legiferare a riguardo perché gli introiti del portale hanno messo in ginocchio le catene di hotel.

Tuttavia non si parla solo dei grandi colossi. Il godzillone e le sue zampacce hanno investito anche il mondo dei retailer, le piccole attività, i negozietti sotto casa, costretti a chiudere o a rivedere sensibilmente la loro struttura.

netflixI fatti dimostrano tuttavia che in medio stat vitrtus. Ovvero? Virtualità e fisicità possono tranquillamente coesistere e diventare una forza unica.

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Anche i nativi del digitale quali Amazon hanno cominciato a considerare realtà fisiche per potenziare in modo migliore la propria offerta.

Per esempio, di recente Amazon ha preso in considerazione la possibilità di acquisire alcuni dei punti vendita di Toys’R’Us, il gigante dei giocattoli finito in bacarotta, per aumentare la sua presenza sul territorio.

Si può dunque dire che si sta arrivando a un modello ancora diverso? Forse. L’integrazione tra l’online l’offline è possibile. Bisogna però sapere come fare.

Leggi anche: Amazon Go, breve viaggio nel successo di Mr Bezos

Piccoli esempi nostrani

MyoverroseMyOver Rose, start up di rivendita di fiori sul mercato da poco tempo, ha fatto un'efficace lavoro di reverse engineering. È partita da una tecnologia digitale per poi integrare l’e-commerce con i negozi fisici.

La piattaforma ha puntato molto sui social network, un caso interessante di come si possano utilizzare con profitto per far decollare e incrementare il proprio business.

 Nato dalla mente di Emanuele Bellandi, il sito è il primo progetto di digitalizzazione del commercio floreale. Attraverso il sito il cliente può ordinare un bouquet di fiori, che siano stabilizzati (ovvero che durino tanto) o freschi.

Un esempio di come si possa partire e-commerce e aprire due negozi fisici, uno a Brescia, l’altro a Verona. Bellandi racconta infatti di come, all’’epoca disoccupato, stesse cercando qualcosa per stupire la fidanzata che nn fosse il classico mazzo di rose rosse.

«Ho visto che alcuni siti esteri proponevano eleganti boxmyoverose all’interno dei quali erano racchiusi dei fiori. Mi sono subito innamorato di quell’idea, ho fatto una ricerca e ho scoperto che in Italia non c’era nessuno che li vendesse. Da tempo volevo realizzare qualcosa che fosse solo mio, ma non avevo mai trovato l’idea giusta».

MyOverRose è nata dalla mia idea di creare una realtà totalmente made in Italy che si basasse sull’artigianato italiano che avesse una forte componente digitale.

Il budget iniziale era di soli 15.000 euro. Il giovane imprenditore ha  comunque scelto a cosa dedicare la maggior parte della quota: packaging, materiale e avviamento dell’impresa, ma un buon 23% è stato impiegato per lo sviluppo e la realizzazione del sito.

Leggi anche: Bloovery, anche gli omaggi floreali passano dallo smartphone

Social, e-commerce e retail

La chiave del successo su MyOverRose è stato l’uso di social quali Facebook e Instagram. La startup si è fatta conoscere e ha acquisito clienti. Una strategia che li ha certamente premiati. È stato solo dopo la partenza nativa digitale che MyOverRose ha deciso di estendersi al commercio fisico, aprendo due store. L’e-commerce e gli store sono connessi tra loro.

Un esempio è il “Pick Up in Store”: il cliente entra nel negozio, interagisce con un tablet touch-screen per individuare il prodotto desiderato e lo può acquistare direttamente online, per poi fissare il ritiro in negozio.

Una testimonianza di come, nel retail, online e offline stiano scoprendo di avere uno bisogno dell’altro. Di come il piccolo debba prendere esempio dal grande e viceversa. Di come Davide e Golia possano collaborare.

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di Irene Caltabiano

 

 

 

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Cinque minuti per convincere ad assumerti: ecco il nuovo colloquio speed date

"Tre minuti solo tre minuti per fidarti di me" cantavano i Negramaro.

speed dateA volte anche meno, potremmo dire. Metti un uomo e una donna seduti di fronte a un tavolo, a bere un caffè o una spremuta. Metti una conversazione in cui nel minor tempo possibile devi riuscire a mettere in evidenza le tue migliori caratteristiche.

Ma non solo un uomo e una donna, anche due donne o due uomini. Uno speed date? Non proprio. L’obiettivo infatti non è trovare l’anima gemella ma un lavoro.

Randstad, quarta società al mondo per selezione e formazione di risorse umane, ha dato al colloquio una forma diversa. Cioè? Nemmeno un quarto d'ora per farti conoscere e giocare al meglio le tue carte. E poi? Si passa al rappresentante di un'altra azienda. Sperando di colpirne la maggioranza e regalarsi così una vasta rosa di possibilità.

Leggi anche: Mettetevi comodi: il colloquio oggi lo fate con un video

Insomma il mondo del lavoro è cambiato non solo lato candidatura ma anche lato risorse umane e  assunzioni. In una conversazione di cinque minuti infatti il curriculum è importante in minima parte. I fattori determinanti diventano altri, quali empatia, intuizione e istinto. Elementi fondamentali per creare una connessione reale con l’interlocutore e costruire una relazione soddisfacente e di successo.

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Colazione da Tiffany? No, da Randstad

colloquio randstadL'iniziativa si chiama Colazione da Randstad ed è un’occasione per le imprese di conoscere candidati del territorio in linea con i profili ricercati e gli aspiranti lavoratori di mettersi alla prova in un contesto informale e ritagliarsi il proprio spazio nel mercato del lavoro. In una prima fase l'abbinamento azienda e candidati verrà gestitia da Randstad. La partecipazione è gratuita ma l'iscrizione è obbligatoria.

Il 18 ottobre l’iniziativa è stata diffusa in 25 località sparse sull’intero territorio nazionale: Catania, Genova, Torino, Melzo (MI), Jesi (AN), Terni, Faenza (RA), Verona, Legnago (VR), Schio (VI), Castiglione delle Stiviere (MN), Milano, Cremona, Giussano (MB), Rovereto (TN), Castel Maggiore (BO), Montecchio Emilia (RE), Legnano (MI), Conegliano (TV), Pordenone, Cosenza, Ivrea (TO), Aprilia (LT), Varese e Roma.

Leggi anche: Colloquio di lavoro? Ci pensa Vera robot

«Nell’appuntamento organizzato a febbraio, abbiamo fatto conoscere oltre 320 candidati a circa 150 aziende e più di 60 persone sono state inserite in azienda» afferma Marianna Scotti, permanent manager di Randstad. Ancora non sono state specificate le date della prossima edizione, ma conviene tenere sott'occhio l'evento.

A confrontarsi tra loro anche realtà scolastiche e imprenditori. A dimostrare che un curriculum è spesso troppo impersonale e ti dà solo in minima parte un’idea di ciò che la persona è nella sua interezza. Guardarsi in faccia non potrà mai sostituire una mail inviata in mezzo ad altre cento.

 

 

di Irene Caltabiano

 


 

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