Lavorare 2.0

Nuovi business? Fatti prendere dall'hipsteria!

Giovani bohemién, della classe ricca e media.

Barbuti o baffo-muniti più per moda che per reale anticonformismo. Forse non tutti sanno che il termine hipster nasce come neologismo negli anni ‘40 per descrivere gli appassionati di jazz e bebop, ragazzi bianchi che emulavano lo stile afro-americano.

Oggi questo folto gruppo sociale viene invece identificato dalle camicie a scacchi a trama scozzese, dai pantaloni a sigaretta ai quali vengono applicati i famigerati risvoltini, da una grande propensione per i social network,  dall’attenzione alla cura del corpo e una predilezione per la musica indie.

Negozi only for hipster, una nuova idea di business

hipster16Nonostante oggi la carica culturale del movimento sia sbiadita a livello di immagine, nessuno può negare che l’hipster sia la moda del momento.

Quindi perché non approfittarne per creare concept store dedicati a questo trend?

Uno spazio dedicato alle diverse sfaccettature della moda hipster, che si tratti della creazione di un reparto abbigliamento, un bookstore, un barbershop o magari una caffetteria in stile americano.

 Aprire un bar? Ecco come fare per non fallire subito

Una fonte di guadagno ma anche una specie di polo culturale, attraverso eventi  e mostre create ad hoc.

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Business che già funzionano

C’è chi ha già pensato a fare business remunerativi sulla moda hipster.   Sono infatti rinati i suddetti barber shop, nuova generazione di barbieri maschili, di tendenza, super attenti a ogni dettaglio.

Un salone di bellezza al maschile dove si può fumare il sigaro, bere tisane alle erbe o ascoltare jazz mentre si attende il nuovo taglio di capelli o il trattamento per la barba.

I barbieri in Italia sono spariti a fine Sessanta perché non sapevano gestire i tagli lunghi. L’unica scuola di barberia era la Colla, n con clienti quali Fellini o Mastroianni.

Oggi questa tendenza è rinata grazie a Bullfrog,  catena presente a Roma, Milano, Torino, Riccione e persino Zurigo e Monaco. Romano Brida, suo ideatore, rivela come ogni shop abbia in realtà un’identità e un suo preciso target . «Non vogliamo fare una catena, così replichiamo il servizio, non la confezione».

Vuoi aprire una libreria? Ecco come fare

Oppure a Milano ha aperto da poco il Tongs , locale con libri appesi al soffitto, dove fare book crossing e bere un gustoso cocktail. Pensate anche che su Zalando o altre piattaforme di e-commerce esistono già sezioni dedicate esclusivamente alla moda hipster.

Le vostre rotelle si sono già messe in moto? Non fatevi  scappare la vostra possibilità di successo!

di Irene Caltabiano irene-caltabiano

 

 

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Rovigo: 20 socie lavoratrici risollevano le sorti di una cooperativa di abbigliamento

Dopo gli anni della crisi, in Veneto si delinea una nuova fase, quella del wbo

Centro-Moda-PolesanoÈ un acronimo, questo, che fa riferimento al workers buyout, ovvero l’acquisto di una società da parte dei lavoratori della stessa. Nei giorni scorsi è stato reso noto il settimo caso, quello della Cooperativa Polesana Abbigliamento di Stienta (Rovigo) che, dopo un periodo turbolento, è stata rilevata da 22 operaie. Pur di tornare a lavorare le donne hanno deciso di investire i propri soldi, assumendo così un considerevole margine di rischio.

L’azienda in liquidazione…e le ansie che fanno capolino

Quando la Cooperativa CAPA ha subito la procedura amministrativa coatta le operaie hanno visto profilarsi all’orizzonte l’eventualità concreta di perdere il lavoro. La situazione ha avuto però una svolta inattesa, in quanto si sono create le condizioni per la fondazione di una nuova cooperativa. Fondamentale, in tal senso, è stato l’intervento di Legacoop Veneto e delle divisioni locali di Cgil, Cisl e Uil.

Centro-Moda-Polesano-dueLa determinazione è stata la carta vincente, unita alla capacità di immaginare un futuro altro, e alla nostra volontà di mettere sul piatto una posta sostanziosa”, spiegano le socie. In concreto questo ha significato anticipare la Naspi (Nuova Assicurazione Sociale per l’Impiego), cui si sono aggiunti 80mila euro provenienti da un fondo mutualistico gestito da Legacoop. Banca Etica ha partecipato con una linea di fido da 200mila euro.

La ripartenza è avvenuta in tempi contingentati: a luglio la macchina produttiva ha “scaldato i motori”. Fortunatamente si sono fatti coinvolgere anche gli ex clienti, che hanno confermato gli ordini, dimostrando di voler continuare a collaborare con il Centro Moda Polesano. Le socie lavoratrici sono state affiancate da subito da altri 11 dipendenti, e a questi, in seguito, si sono aggiunte sei persone.

“Ci siamo impegnate febbrilmente perché la transizione dalla prima alla seconda cooperativa avvenisse nel modo meno traumatico possibile. Non è stato semplice, ma i risultati ci hanno ripagate. L’obiettivo prioritario è stato preservare l’integrità della produzione, e questo ha cambiato la nostra vita: siamo diventate operaie imprenditrici”.

Il valore – umano e professionale – profuso ha ben presto cominciato a dare frutti, così, quest’anno si prevede che il volume arrivi a circa 600mila euro. Nel 2019, invece, dovrebbe più che raddoppiare.

Mettere in moto il futuro richiede inventiva, coraggio e disponibilità al sacrificio. Chi ha voglia e forza sufficiente per rischiare è già a buon punto per costruire qualcosa di importante.

 
 
francesca garrisi
 

 

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La fisica è un gioco da ragazze! Parola di Physics girl

 Ci vuole fisica?

Alla sola pronuncia di tale branca della scienza la maggior parte delle persone pensa a una marea di nerd devoti al dio di quantistica ed elettromagnetismo. 

Personalmente la collego ai traumi degli scivoloni scolastici, al mio sei politico con relativi tentennamenti durante le interrogazioni, alle ore passate a rifiutare rapporto con numeri e formule.

La fisica insomma viene spesso considerata o roba da genietti o da imbranati sociopatici. Dianna Cowern, classe '91, la Physics girl più amata di Youtube smentisce tali credenze

Seicentomila iscritti all’omonimo canale, vive tranquillamente dei proventi dei suoi video; filmati volti a dimostrare come la fisica non sia roba da Olimpo di pochi eletti ma riguarda tutto ciò che ci circonda.

La scienza parla social

physics-girlPerché le stelle brillano? Di cosa siamo fatti? Perché un oggetto cade per terra? 

«La fisica è cool perché risponde alle domande e anche perché mi ha dato un lavoro» afferma l'esplosiva ragazza cresciuta in una fattoria delle Hawaii tra surf e immersioni e il cui soprannome al liceo era happy pants, per via del suo amore per i vestiti colorati.

Dianne, dai tempi della scuola, ne ha fatta di strada. Ha studiato fisica al MIT e Harvard ma fa parlare alla scienza il linguaggio dei social tramite esempi facili e fisicamente impeccabili.

Inizialmente i suoi genitori erano perplessi nel vedere la figlia che passava tutto questo tempo su Internet. Fin quando i suoi video non sono stati notati dal Public Broadcasting Service, che ora copre i costi di produzione dei suoi 32 video l’anno, dando lavoro part-time a cinque persone: un writer, uno stagista, un editor, un disegnatore e un fact checker.

Il colore della svolta

Il salto di qualità è arrivato con un video che ha vinto una competizione internazionale legata al quesito Cos'è il colore dove  Dianne interpreta la lunghezza d’onda rimbalzando su superfici colorate, sbatte contro gli oggetti simulando la luce che li colpisce e viaggia dentro il cervello con un cerchietto munito di antenne. 

In questo modo la simpaticissima Physics girl fornisce spunti didattici, diverte i nerd e incuriosisce i profani. Sfatando i luoghi comuni sulle donne scienziato e incrinando la patina di maschilismo con intelligenza e ironia.

La scienza è ancora troppo maschio

Dianne infatti è anche bella e divertente. Cosa che di per sè non rappresenta una notizia. 

Ma certamente sorprende in un mondo che si dia per scontato che il canale di scienza più seguito del web, alias “I fucking love science”, sia gestito da un ragazzo ( per la cronaca la proprietaria è Elise Andrews, divulgatrice scientifica). 

O dove persino in una serie dedicata al mondo della fisica come Big Bang Theory, la cervellona di turno è bruttina e si dedica ad una disciplina considerata più soft dagli esperti del settore.

Infine ahimè, i divulgatori scientifici più conosciuti, dall’Italia (Piero Angela)  all'America (Neil DeGrasse) passando per l'Inghilterra ( Brian Cox) sono uomini.

Dianne è ormai una web star della scienza. Forbes l'ha inserita tra i 30 under 30 da tenere sott'occhio nel 2019. «All’inizio il canale era il mio modo bizzarro di esprimere la frustrazione di non sapere ancora cosa fare della mia vita. Ho sempre avuto la passione per l’insegnamento. E ho sempre creduto in un maggiore coinvolgimento delle donne nella scienza. E certamente ci sono maggiori probabilità che le persone guardino un vido su come divertirsi con ferrofluido e glowstick (bastoncini luminosi)! anziché Le tre leggi di Newton sul moto».

irene-caltabiano

di Irene Caltabiano

 

 

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