15 banche commissariate: conti correnti a rischio!
Dall’anno nuovo, l’eventuale crisi di una banca verrà risolta con il nuovo meccanismo detto “bail-in”: il salvataggio dell’istituto di credito, cioè, non avverrà più con soldi pubblici dello Stato e/o delle banche centrali (come è stato sino a oggi), ma attraverso la riduzione del valore delle azioni e di alcuni crediti (come quelli dei correntisti che abbiano depositato più di 100mila euro) o la loro conversione in azioni, per assorbire le perdite e ricapitalizzare la banca in misura sufficiente a risolvere la crisi e a mantenere la fiducia del mercato.
In sostanza, se uno di questi istituti fallisce verrà imposto un contributo ad azionisti, obbligazionisti e correntisti con depositi superiori a 100mila euro.
- l'Istituto per il credito sportivo,
- la Cassa di risparmio di Ferrara,
- la Banca delle Marche,
- la Bcc Irpina,
- la Cassa di risparmio di Loreto,
- la Banca popolare dell'Etna,
- la Banca padovana credito cooperativo,
- la Cru di Folgaria,
- la Credito trevigiano,
- la Banca popolare delle province calabre,
- la Cassa di risparmio della provincia di Chieti,
- la Banca di Cascina,
- la Bcc Banca Brutia,
- la Bcc di Terra d'Otranto,
- la Banca popolare dell'Etruria e del Lazio.
Oltre ai quindici istituti ci sono anche quattro intermediari non bancari a rischio: Medioleasing S.p.A., Commercio e finanza S.p.A., EstCapital sgr, Prisma sgr
- vendere una parte dell'attività a un acquirente privato;
- trasferire temporaneamente le attività e passività a un'entità (bridge bank) costituita e gestita dalle autorità per proseguire le funzioni più importanti, in vista di una successiva vendita sul mercato;
- trasferire le attività deteriorate a un veicolo (bad bank) che ne gestisca la liquidazione in tempi ragionevoli.
Solo in extrema ratio, quindi, si arriverà al Bail In, ma è del tutto evidente che i correntisti degli istituti commissariati non possono certo dormire sonni tranquilli.
Come cautelarsi dal rischio di bail-in?
C’è poi il consensus degli analisti, ovvero i “consigli” di eventuale acquisto, mantenimento o vendita di un titolo.
Utile può essere anche l’andamento dei Cds, i credit default swap che rappresentano il “premio” per assicurarsi contro il default (il loro rapido aumento segnala tensioni).
Il dato, però, più interessante è il coefficiente patrimoniale (solidità patrimoniale).
Espresso come Cet 1, (che sta per Common equity tier 1), tale valore viene indicato nelle comunicazioni di bilancio e rappresenta il rapporto tra capitale ordinario versato e attività ponderate per il rischio delle banche. Più alto è il Cet 1, maggiore è la solidità dell’istituto, dunque di azioni e bond. Se il Cet 1 scende sotto la soglia fissata dalla Banca Centrale, l’istituto deve porre in atto operazioni di rafforzamento patrimoniale.
Considerazioni finali: "sempre che i bilanci siano veritieri" ^_^