Accademia Europea Tutela Privata: ecco i nuovi Jason Bourne
C’è un nuovo sceriffo in città.
Al cinema ne abbiamo visti tanti, dal caro vecchio Clark Kent che smessi i panni del reporter introverso e un po’ impacciato si trasformava nell’invincibile Superman, agli agenti 007 di Sua Maestà: ladies and gentlemen, ecco a voi i superuomini, quelli che non devono chiedere mai.
In ambito militare, da un punto di vista decisamente più realistico, si chiamano invece Navy Seal, Spetsnaz, SAS, Col Moschin: corpi d’élite composti da uomini in grado di infilare una pallottola nel sedere di una cimice da distanze siderali ma all’occorrenza trasformarsi in medici, piloti d’elicottero, hacker o veri e propri Sherlock Holmes.
Ultimamente anche le aziende sembrano subire il fascino dell’oltreuomo di Nietzsche e con sempre maggior insistenza, per salvaguardare i propri interessi, ricercano profili quali il risk manager, il security manager, il cyber security specialist e il responsabile del servizio di prevenzione e protezione. Figure professionali dai nomi altisonanti che da oggi saranno prodotte in serie all’interno dell’Accademia Europea Tutela Privata.
Chi sono costoro?
I nuovi Jason Bourne, verrebbe da rispondere. Infatti, come fossero ispirati dal personaggio chiave della saga cinematografica, al termine del biennio formativo acquisiranno conoscenze approfondite nei comparti giuridico, scientifico, medico, psicologico e tecnico professionale, unite a una costante formazione psico-fisica di tipo militare.
Non è tutto. Tra i vari brevetti di cui il cadetto entrerà in possesso, spiccano quello di paracadutista, pilota di velivolo, subacqueo di livello avanzato, specialista in difesa personale e disarmo, tiratore d’arma, esperto di guida sicura e guida veloce, sistemista di rete, professionista PNL, addetto all’uso del defibrillatore e al primo soccorso, criminologo ed esperto nella conoscenza di una lingua straniera.
D’altra parte viviamo in un’epoca in cui tutti spiano tutti e un imprenditore accorto ha bisogno di tutelare il suo patrimonio, specie le proprietà intellettuali, il know how aziendale, i piani industriali e commerciali e gli archivi.
Un tempo gestire un’impresa consisteva nel mettere in commercio un bene di ottima qualità, tenere d’occhio profitti e costi di produzione, e coltivare il dialogo coi sindacati affinché non insorgessero stati di agitazione del personale. Oggi, tuttavia, considerando che ogni cosa prende forma solo dopo esser passata attraverso il mezzo informatico, sia essa un bene materiale o un servizio, il tema sicurezza è diventato preponderante. L’ambiente aziendale, infatti, più che a un luogo di lavoro somiglia al set di un film di spionaggio in cui il nemico può attaccare tanto dall’esterno quanto dall’interno.
Dipendenti infedeli o finti dipendenti che in realtà fungono da cavalli di Troia, così come ladri, hacker e investigatori assoldati dalla concorrenza, possono mettere in ginocchio un’azienda come o più di una calamità naturale, compromettendo migliaia di posti di lavoro. Anche un'analisi approssimativa dei rischi di altra natura può comportare gravi conseguenze, per cui è opportuno elaborare piani di sicurezza per rimuoverli o quantomeno ridurli ai minimi termini, garantendo un’efficace gestione delle emergenze.
Ciak si gira.
È bene allora disporre di uno o più superuomini capaci tanto di menare le mani quanto di tracciare un dettagliato profilo psicologico di un dipendente dalla semplice osservazione delle sue movenze e delle espressioni del viso, in pieno stile The Mentalist.
Qualcuno che sia in grado di intrufolarsi nei pertugi più reconditi facendo il passo del leopardo ma anche risalire al responsabile di una minaccia dall’analisi di pochi indizi.
L’Accademia Europea Tutela Privata mira a formare i nuovi Jason Bourne, per cui le aziende possono dormire sonni tranquilli.
Nemmeno poi tanto, tuttavia, conoscendo la trama del film.
Già perché ora che il “sorvegliante” è stato trovato, viene da chiedersi… Chi sorveglierà il sorvegliante?
autore del romanzo "Veronica Fuori Tempo"