Alwick garden: quattordici ettari di veleno

Pace dei sensi, spiritualità, conforto …

Occuparsi del giardino è un’occasione per guardare dentro noi stessi, un momento di contemplazione e meditazione. Ci sentiamo un tutt’uno con la terra e diventiamo consapevoli della forza della natura. Studi scientifici dimostrano che dedicarsi alle piante accresce l’autostima, abbassa i livelli d’ansia e allontana la depressione.

Vale per tutti i tipi di giardino?

“Queste piante possono anche uccidere”. Questa la scritta che si trova all’ingresso dell’Alwick Garden, in Inghilterra, il giardino più velenoso del pianeta, con estensione di ben quattordici ettari.  Punto di attrazione su scala mondiale, vanta più di mezzo milione di visitatori l’anno ed è considerato il luogo più tossico e intrigante del mondo. Grazie anche alla magnificenza del suo castello, l’ambiente è stato utilizzato per girare alcune scene di Harry Potter.

La strega. Potrebbe essere un ottimo soprannome per chi ha fatto del proprio giardino un posto seducente e dallo spirito mortale. Ma invece no, il suo nome è Jane Percy, duchessa di Northmberland.

Le piante. Si possono trovare specie esotiche ma anche più comuni. Chi direbbe mai che dietro la bellezza del narciso  si nasconde un potente narcotico? Oppure che l’oleandro contiene parti tossiche? Cinque foglie ingerite bastano per provocare la morte mentre una minore quantità causa nausea, vomito e alterazioni del ritmo cardiaco. La rosa di Natale invece, utilizzata nel medioevo, cela un potente veleno che causa il decesso per arresto cardiaco. La stella di Natale contiene un lattice irritante per la pelle e, se ingoiata, è altamente velenosa. La Peonia fin dall’antichità è motivo di numerosi aborti. Infine, cosa si nasconde nel mughetto e nelle foglie di ortensia? Un alto numero di tossine, dannose per l'uomo a livello cardiologico.

Da Socrate a oggi. Una pianta velenosa non è da considerarsi necessariamente pericolosa. Già i greci ne conoscevano le proprietà medicinali, constatando che da essa si ottengono anche rimedi benefici. È  la dose utilizzata a fare la differenza nell'effetto tossico. Socrate lo sapeva bene, tanto da porre fine alla sua vita con la cicuta, pianta che gli causò una paralisi respiratoria. Con il passare dei secoli la conoscenza di queste piante è andata arricchendosi, introducendo per la prima volta tra fine Ottocento e inizi Novecento il termine fitoterapia, ovvero medicina vegetale. Una pratica utilizzata tutt’ora: basti pensare alle numerose erboristerie presenti.

Insomma, oltrepassare quel cancello e trovarsi accanto alle piante più tossiche del pianeta è un viaggio inquietante in mezzo a un mondo che vale la pena conoscere.

di Luca Mordenti

 

 

 
 
 

 

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