Amavido: la piattaforma per rivalutare i borghi italiani
Amavido, la startup del turismo alternativo
Borghi bellissimi, dall’alto valore artistico e culturale, che si ritrovano vuoti e abbandonati a loro stessi.
In Italia ci sono almeno 115 paesini magnifici con un tasso di spopolamento superiore al 60%. Dalla Germania però arriva un’idea che potrebbe cambiare le sorti di questi piccoli gioielli paesaggistici.
Amavido, alle sue origini, si occupava di portare i turisti tedeschi nei piccoli borghi d’Italia.
Adesso la startup di Dominik Calzone, nato in Germania ma originario di un paesino della Calabria, e Lucia Tommasini, destination manager di Fano, hanno allargato l'attività puntando a tutta l'Europa.
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Recuperare "l'invisibile"
Le esperienze vissute nei piccoli comuni li hanno portati a fondare questa startup per dare una soluzione ai problemi che affliggono i nostri borghi, tra spopolamento, abbandono e disoccupazione.
«Io sono nato in Germania, ma mio padre è originario di un paesino in Calabria. Quando mia sorella e io eravamo piccoli andavamo sempre in quel borgo, ed eravamo innamorati dell’atmosfera che si viveva» racconta Dominik.
«Poi, crescendo, ci siamo resi conto anche dei problemi che c’erano, con la mancanza di lavoro e l’abbandono delle case: un fenomeno stranissimo ai nostri occhi, perché sappiamo quante persone sono interessate a vivere esperienze in questi luoghi».
Recuperare e valorizzare elementi che hanno caratterizzato il tessuto del nostro Paese: questo l’obiettivo di Amavido. Luoghi inimitabili per storia, cultura, gastronomia e tradizioni locali, recuperando un tipo di turismo lento, che guarda anche alle destinazioni meno inflazionate.
Soprattutto nell'era Covid, sembra che i viaggi vadano verso una direzione molto più raccolta, più rivolta verso l'interno e verso luoghi meno frequentati.
Così si combatte l’overtourism, ovvero lo sfruttamento delle risorse ambientali e l’inquinamento, per puntare su un turismo più sostenibile e rispettoso.
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Come funziona Amavido
Lucia e Dominik hanno aggregato 340 borghi sparsi per l’Italia, creando una piattaforma che propone ai viaggiatori pacchetti che includono il soggiorno in agriturismi, b&b e strutture ricettive ma anche esperienze local quali corsi di cucina tradizionale, balli popolari, riscoperta di antichi mestieri, oltre a corsi di lingua italiana.
Grazie al loro lavoro sono state avviate attività turistiche, contribuendo appunto a riattivare il tessuto economico dei borghi.
«Mi occupo di turismo in Italia e all’estero da tanti anni, come professionista e come ricercatrice» racconta Lucia Tomassini. «Quando abbiamo iniziato a pensare ad Amavido ci siamo subito resi conto che i borghi italiani custodiscono un potenziale enorme, ancora inespresso perché spesso questi luoghi sono esclusi dai circuiti turistici. Ma in questi luoghi succedono cose bellissime, perché ci sono persone che danno vita a strutture e alloggi in posti unici e che offrono una serie di esperienze assolutamente affascinanti».
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