Amor è coragem: Linda Maroli e il Temakinho brasiliano che l’ha portata alla felicità
«Conoscevo la cucina fusion ancor prima che fosse inventata».
Forse in molti hanno sentito parlare di Temakinho, catena di ristoranti nippo-brasiliani. Non tutti però conoscono la storia della sua fondatrice.
Linda Maroli, animo femminile creativo e coraggio del noto brand, ad un certo punto della sua esistenza, ha deciso di cambiare vita.
Il suo motto è amor e coragem, amore e coraggio: parole che l'hanno sempre accompagnata, sin dall’infanzia in Honduras, dove Linda, figlia di genitori italiani, è nata è cresciuta fino al trasferimento nel Bel Paese all'età di 18 anni.
Coraggio di lasciare un lavoro interessante e remunerativo per l'ufficio stampa di Jimmy Choo e per il dipartimento commerciale di Alexander McQueen facendo un salto nel vuoto. Amore per le culture diverse che possono essere espresse attraverso la cucina (e un italiano lo sa bene). Un istinto che si è rivelato essere la miglior decisione della sua vita.
Temakinho: Messico e sushi
Vivere l'infanzia in Sud America significa venire a conoscenza di sapori diversi tra loro, mescolare la sapienza culinaria nostrana con l'originalità dei sapori latini. «Quando ero piccola per farmi passare il singhiozzo i miei genitori mi davano melassa e lime, non zucchero e limone. La mia famiglia utilizzava ingredienti del luogo per cucinare piatti della tradizione toscana»
Una mescolanza esotica diventata esperienza fondamentale per dare vita al marchio ormai presente in alcune delle location più chic del mondo: Roma, Milano, Londra, Formentera, Ibiza.
L'ultimo nato della catena, nel giugno del 2020, è a Bologna, nello storico Palazzo Zambeccari di via Farini 13. Il punto vendita ha fatto il suo ingresso con alcune importanti novità. Lo spazio che coincide con l’ex chiesa di San Damiano, è infatti diventato un tempio dedicato alla natura dell’Amazzonia. Inoltre, è stata introdotta una formula smart per il pranzo, un menu post Covid per andare incontro ai bisogni della clientela. «Volevamo aiutare le persone in un momento di crisi, permettendo a chi volesse vivere quest'esperienza di farlo a un prezzo accessibile».
Temakinho: il gusto incontra l'ecosostenibilità
Mai due cucine sono state così diametralmente opposte: i giapponesi rappresentano disciplina, minimalismo, ordine. I brasiliani invece sono caos, mescolanza, avocado, formaggio, mango, gusti forti. È questo a rendere Temakinho unico.
«Reputo la cucina una meravigliosa espressione d'arte che racchiude in sé la storia dei popoli e dei loro viaggi. Penso che da ogni paese si debba imparare qualcosa e oggi grazie a internet è facilissimo: per svezzare i miei figli ho inserito nella loro dieta minestrine di miso, farine di riso, avocado e tapioca. Far conoscere le diverse culture ai nostri figli attraverso le diverse cucine è un bel gesto d'amore».
Inoltre, la catena Temakinho si è impegnata fin dal primo giorno a dare attenzione particolare all'ecosostenibilità, ottenendo la certificazione Friend of the sea per l' utilizzo di pesce da itticoltura e pesca sostenibile. Anche nel packaging vengono sfruttati legno, materiali innovativi e oggetti che premiano i nuovi designer e l’artigianato internazionale.
A ogni città il suo Temakinho
Ogni ristorante Temakinho ha le sue peculiarità. «Quando apriamo un nuovo punto vendita teniamo conto di tanti elementi, infatti prima di decidere se una location è giusta studiamo gli abitanti della zona, la storia dell'immobile».
Ad esempio il Temakinho della Rinascente di Roma, per il suo edificio imponente, è ispirato al teatro della Musica di Manaus, nello stato Amazonas.
Nulla è lasciato al caso: il lettering del logo è stato preso dal nome di un battello che navigava nel Rio delle Amazzoni nei primi del ‘900, i pavimenti da alcune scene del film Fitzcarraldo. La stessa carta da parati ricorda l’Amazzonia.
Insomma un viaggio alla scoperta di Brasile senza aver bisogno di biglietto. Tutto partito dalla voglia di dar vita ai propri progetti, di cambiare vita. «La determinazione può farci fare qualsiasi cosa. Temakinho è il progetto che mi ha portato la felicità».
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