Auticon, la prima azienda italiana che assume persone autistiche
Chi di voi ricorda il film “Rain Man” con Dustin Hoffman?
In particolare il personaggio di Raymond Babbit, affetto da autismo ma dotato di una memoria prodigiosa? (Era in grado di contare gli stuzzicadenti caduti per terra con una rapidità e capacità di calcolo straordinario).
Ebbene, quello che abbiamo visto è tutto vero.
Molte persone con autismo hanno enormi punti di forza cognitiva, elevato quoziente intellettivo e competenze eccezionali che emergono quando si tratta di affrontare problemi complessi, soprattutto in ambiti tecnologici e scientifici.
Una verità straordinaria, spesso sottovalutata perché chi è diverso, viene considerato incapace di dare un contributo concreto alla società.
Ma chi ci dice che essere diversi, significhi essere meno dotati degli altri?
Auticon ha saputo trasformare questa verità nella sua filosofia: l’autismo non è un errore di sistema, ma è un diverso sistema operativo.
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Quando la diversità è ricchezza
Auticon è una società for-profit con finalità sociale.
Fondata nel 2011 a Berlino, è attiva ormai in sei Paesi (Germania, Regno Unito, Francia, Svizzera, Stati Uniti e Canada) e adesso sbarca anche in Italia, dove è stata infatti aperta la prima azienda di consulenza nel settore informatico che assume esclusivamente persone nello spettro dell’autismo.
Come si scrive nel loro sito, l’autismo (che è un modo diverso di percepire, agire e vivere nel mondo in cui viviamo) "porta talenti e capacità sorprendenti ed è un grande arricchimento per gli individui, per i gruppi, per le imprese e per la nostra società nel suo complesso."
Auticon ha capito che le persone dello spettro autistico possono dare un contributo prezioso alla vita sociale ed economica e ottenere risultati di lavoro eccezionali e straordinari, soprattutto se in azienda sono integrate nel giusto gruppo.
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Vince lo spirito di squadra
Ma non solo: la neurodiversità, cioè l’interazione di persone con diverse disposizioni neurobiologiche, ha sul luogo di lavoro un effetto sorprendente: la comunicazione diventa più chiara ed efficiente, anche tra persone non autistiche, lo spirito di squadra acquista nuovo slancio e i dipendenti sono orgogliosi di lavorare in un’azienda che mette al centro dell’idea che la diversità.
Insomma, è proprio il caso di dire che la natura, nel suo perfetto e misterioso equilibrio, restituisce “ciò che toglie”, con talenti e qualità fuori dal normale.
Ecco perché chiunque, anche se affetto da patologie e limitazioni fisiche o psichiche, può dare un contributo unico e indispensabile, alla società in cui viviamo.
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