Bioeconomia? Il futuro del lavoro
Riciclo, attenzione all’ambiente e innovazione alimentare e farmaceutica.
Questi settori potrebbero rappresentare il punto di svolta dell'economia italiana. La terza Conferenza nazionale sui rifiuti, che vede protagonisti in questi giorni Legambiente, Editoriale La Nuova Ecologia e Kyoto Club, in partenariato con il COOU (Consorzio Obbligatorio degli Oli Usati a Roma) promette bene già dal primo giorno.
Oltre 400mila posti di lavoro in Europa e 100 mila in Italia che deriverebbero dall’applicazione dell’attuale legislazione sui rifiuti e altri 180mila dalla messa in atto del pacchetto sull’economia circolare. Insomma una finanza più eco-sostenibile genererebbe non solo benefici sostanziali in termini economici ma anche occupazionali e ambientali.
-COS'È L'ECONOMIA CIRCOLARE?-
L’Italia ha un settore agricolo molto sviluppato, che produce annualmente 9milioni di tonnellate di rifiuti e 20 milioni di scarti alimentari. La spazzatura potrebbe trovare nuova vita nel compostaggio , nella digestione anaerobica e nalla bioraffinazione, mentre un ulteriore settore potrebbe essere quello delle bioplastiche.
Leggi anche: I gusci d'uovo? La bio-plastica del futuro
Forse sono finiti i tempi delle emergenze rifiuti. L’uso efficiente delle risorse è uno dei principali fattori di competitività delle imprese: il 40% dei costi è attribuibile alle materie prime, che, assieme a quelli di acqua e energia, arriva al 50% delle spese di fabbricazione. L’obiettivo perciò è aumentare almeno del 30% la produttività delle risorse. Prevenzione di rifiuti, rigenerazione, riparazione e riciclaggio possono generare risparmi netti pari a 600 miliardi di euro, riducendo l’emissione di gas serra del 2-4%.
Il COOU ad esempio ha raccolto 5, 3 milioni di tonnellate di olio usato, il 90% delle quali avviate alla rigenerazione per la produzione di nuove basi lubrificanti. Il riutilizzo di un rifiuto pericoloso per l’ambiente ha consentito il risparmio di circa 3 miliardi di euro.
I punti a favore sono tutti positivi. Perchè aspettare?
di IRENE CALTABIANO
Ti è piaciuto quest'articolo? Leggi anche: