Chariot e Shebah: Uber diventa donna

È stato un uomo ad inventarla.

chariotElemento curioso quanto indicativo. Michael Pelletz, storico autista di Uber, ha deciso che signorine e signore debbano sentirsi il più possibile al sicuro quando tornano a casa, affrontando contemporaneamente due temi caldi:  il pericolo di trovare malintenzionati e la carenza di tassiste (solo a Boston, città dove ha debuttato l’app, le candidature sono già più di mille). Nasce così Chariot, lo Uber tutto al femminile.

Come funziona

Pelletz si è ispirato a una coppia di coniugi di Charlton, in Massachussets. Obiettivo?Mettere il più possibile la clientela al riparo da possibili molestie. I passaggi sicuri non riguardano solo donne, ma anche transgender e bambini al di sotto dei 13 anni. Chariot assumerebbe così solo conducenti donna, la cui identità potrà essere verificata al momento della prenotazione della corsa. Per il resto funziona come il più famoso "collega maschio", ma una parte del ricavato verrà devoluto a fondazioni che si occupano di tematiche femminili.

Le persone reclutate, proprio per garantire il servizio al 100%, dovranno sottoporsi a controlli (dalla fedina penale alle impronte digitali) e l'applicazione sarà dotata di un sistema di sicurezza che fornirà una password, condivisa da conducente e passeggera, da convalidare prima della partenza.

E alla fine arriva anche Shebah

Dall'altra parte dell'oceano, seguendo le orme di Chariot, hanno creato Shebah, piattaforma del tutto simile a quella shebahamericana, lanciata a Melbourne in occasione dell’otto marzo. Dopo la capitale australiana, si è diffusa a Brisbane e nella festaiola Gold Coast, dove spesso capita che le ragazze bevano un po’ troppo e non possano mettersi alla guida.

Anche in questo caso l’ideatrice è un’ex tassista di Uber, madre single di due figlie. Georgine McEnroe spiega che a indurla a lanciare  l’impresa è stata l’alta percentuale di episodi negativi in taxi e passaggi condivisi. «Ho parlato alcune volte di Shebah a riunioni pubbliche e non sono mai riuscita a tornare dal palco alla mia tavola senza che donne di ogni età mi avvicinassero per raccontarmi le loro cattive esperienze» ha detto alla Tv nazionale Abc.

Sessismo o prudenza?

donna-taxiLe critiche all’app non sono mancate, dall’accusa di sessimo, alla brusca presa di posizione. Ma in America il discorso pare sia molto sentito. Si sono infatti verificati, durante le prenotazioni con Uber, non solo furti, aggressioni e intimidazioni, ma anche, purtroppo, violenze sessuali. Inutile nascondersi dietro un dito: in percentuale, è più facile che sia un uomo ad abusare di una donna. Meglio se un po’ alticcia. Il copione è sempre lo stesso: offerta di un tour gratuito della città con “ sorpresa finale”.

Forse meglio trovare soluzioni di questo tipo che, anche se non ideali, perlomeno rappresentano un argine al problema, che non fare nulla.

Forse meglio trovare soluzioni di questo tipo che, anche se non sono l'ideale, perlomeno rappresentano un argine al problema.

 
 
 

 

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