Chi è razzista è meno intelligente, lo afferma un recente studio
Chi è razzista è meno intelligente
Una ricerca pubblicata nel 2008 evidenzia una correlazione tra intelligenza di un bambino e attitudini sociali da adulto
E’ ciò che emerge da una ricerca della Brock University nell’Ontario, Canada, e pubblicata sulla rivista Psychological Science, secondo la quale chi e' meno intelligente e' anche piu' propenso ad avere visioni politiche conservatrici. Secondo questo studio ,infatti, chi ha un quoziente intellettivo più basso da piccolo è più probabile che sviluppi pregiudizi da adulto.
La ricerca dimostra che chi a 10 anni aveva un quoziente intellettivo più alto a 30 generalmente assumeva atteggiamenti non tradizionali e più progressisti.
Come si è svolto lo studio
Come spiega anche Gordon Hodson, autore e responsabile dello studio, con questo, ovviamente, non si può affermare che tutti i conservatori sono stupidi e i liberali intelligenti, infatti qui si parla di tendenze medie.
Ad ogni modo lo studio si è svolto basandosi su affermazioni del tipo: 'Le mamme lavoratrici sono una rovina per le famiglie', o 'La scuola dovrebbe insegnare ad obbedire all'autorita'', mentre i pregiudizi sono stati studiati attraverso frasi come 'Io non lavorerei mai con persone di altre razze'.
Il risultato e' stato che i bambini con quoziente intellettivo piu' basso hanno mostrato le maggiori tendenze al razzismo, si sono detti mediamente piu' d'accordo degli altri con le frasi conservatrici e in generale sono risultate fra quelle con meno contatti con persone di altre.
A questo importante studio avvenuto nel 2008 se ne aggiunge un altro del 2016 di Geoffrey T. Wodtke della University of Toronto che si è chiesto se maggiori o minori capacità cognitive influenzassero la tolleranza razziale.
Il suo studio si intitola “Le persone intelligenti sono meno razziste?” e si focalizza nello specifico sulla capacità verbale e sulle competenze necessarie per comprendere e analizzare le informazioni basate sul linguaggio.
Coloro che hanno ottenuto i migliori risultati sono gli stessi che hanno meno pregiudizi sull’etica e sull’efficienza lavorativa delle persone di colore. I pregiudizi si basavano su convinzioni del tipo che i neri sono tendenzialmente più pigri e che non sono giusti i matrimoni interrazziali o fra persone dello stesso sesso. Ebbene, la tolleranza a queste unioni non tradizionali sembra essere direttamente proporzionale all’intelligenza.
Simona
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