Come capire se un film è brutto prima di vederlo

«La corazzata Potemkin è una cagata pazzesca!»

Si espresse a gran voce Paolo Villaggio ne Il secondo tragico Fantozzi. A seguire, novantadue minuti di applausi con sberla finale all’organizzatore della serata che lo costrinse a vedere per l’ennesima volta la pellicola.

Quanti si sono poi avventurati nell’opera di Ėjzenštejn? Pochi, forse spinti da una curiosità che si è subito spenta. Spesso sentiamo tanti amici darci consigli su cosa vedere o meno. Risultato? Ci troviamo di fronte a film  con gli stessi effetti lassativi del suddetto capolavoro del regista russo. Il fatto che il cinema sia alla portata di tutti non significa che chiunque ne sia esperto.

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Numerosi sono i non critici che palesano il contrario (basta cambiare canale per sbaglio su Il cinematografo di Gigi Marzullo). Tutto appare confuso. Non esistono più bei film? O forse, semplicemente, non possediamo una buona guida?

Il quotidiano britannico The Guardian ci viene in soccorso, individuando sei elementi da tenere sotto controllo. In questo modo potremmo spendere i nostri soldi e goderci una bella serata, senza delusioni.

 I parametri principali.

1-    Giudizio degli esperti

2-    Spettatori

Un film è bello se ritenuto tale da gran parte dei critici legittimi; o, a volte, sono l' entusiasmo di chi l’ha visto e gli incassi al botteghino a farla da padrone. Il sunto di una brutta proiezione è quando non piace ai giornali, non lascia tracce, non fa parlare di sé e dulcis (?) in fundo ci si pente di averlo guardato. The Guardian, premuroso e attento, non vuol far rimanere delusi i futuri spettatori e ci mette, anzi tutto, in guardia su questo primo dettaglio.

Nessuna recensione

Critici e giornalisti hanno modo di vedere un’anteprima prima dell’uscita ufficiale. Attraverso l’embargo, che impedisce dipubblicare le notizie prima di un termine stabilito, è difficile far fede al primo parametro. Ma quando il “via libera” coincide con l’uscita del film i casi sono due: o è una pellicola molto attesa, o la produzione sa di aver fatto un cattivo lavoro e non vuol far parlare di sé.

La durata

Tendenzialmente, con il digitale, la durata media dei film è aumentata. La testata britannica sottolinea che bisogna preoccuparsi se nel 2017 un’opera mainstream dura meno di novanta minuti. Probabilmente è un flop. Tante scene sono state tagliate perché brutte e inopportune. Quel che resta è il cattivo lavoro di una produzione, girato in maniera troppo rapida da chi aveva idee poco chiare.

L’uscita

Sintomo di un’opera cinematografica scadente può essere quando sappiamo che è uscita all’estero, ma non si sa se, e quando verrà proiettata in Italia.

Voci dal set

Quando una produzione annuncia l’arrivo di un nuovo lavoro comunica i nomi del cast e tutto ciò che concerne il nucleo del ETfilm, la presunta data d’uscita, etc. Quando inizia la lavorazione, ecco che appaiono le foto dal set, i primi trailer e poi, da prassi, le recensioni. Quando sembra tutto ben programmato e qualcosa va storto, per esempio una data che slitta, un attore che abbandona il set, troppi gossip, è un cattivo segnale. La macchina del cinema si è inceppata. 

Non sempre però tali indizi è sintomo di un cattivo prodotto. Tante produzioni hanno lavorato con cautela, non hanno rispettato date ma ci hanno regalato capolavori, come Apocalypse Now o E.T. l’extra-terrestre. Le classiche eccezioni che confermano la regola. Ma c’era da aspettarselo, tra Coppola e Spielberg!

La locandina

Quando in un trailer o un poster c’è scritto “capolavoro”, “emozionante” e la valutazione non arriva dal nome di una testata importante, qualcosa non torna. Allo stesso modo, se leggete un’ottima recensione su quotidiani nazionali non c’è bisogno che indaghiate ancora. Il film  ha qualcosa da dire. Fate quindi attenzione a pubblicità o immagini ingannevoli.

La parola agli attori

mortdecaiQuando un’opera arriva nelle sale, la promozione va avanti per molto tempo. Regista e interpreti fanno tour e girano mezzo mondo. Al di là di qualche selfie e autografo prestate orecchio a quel che dicono.  Se non parlano altro che di film, scene e tutto ciò che è inerente al processo creativo, allora significa che son ben contenti di aver partecipato.  L’entusiasmo porta alla condivisione ed è sintomo di un buon lavoro. Se sentite fare pochissimo riferimento al film ma piuttosto opinioni su  puzzava l’alito di Johnny Deep mentre girava “Mortdecai”, ecco che Gwyneth Paltrow, sua partner di scena, ha trovato più interessante raccontare questo dettaglio anziché, sottilmente, consigliarci di  evitare la visione del film.

Fate attenzione e … Buona visione ( si spera!)

 luca-mordenti

 

di  Luca Mordenti 

 
 
 

 

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