Come creare un ambiente di lavoro positivo

Ufficio, incubo quotidiano

rabbia-ufficioSono cresciuta con l'idea che il lavoro nobiliti l'essere umano, che tutto quello che si fa rimboccandosi le maniche migliori lo spirito.

Ma allora perchè spesso il peggior posto dove si immagina di passare la giornata è proprio l'ufficio? So che direte che il problema risiede nella mancanza di libertà di gestire il proprio tempo. Non ne sono convinta.

Andare a lavorare alle volte è brutto perchè devi stare con persone che non hai scelto e con gente che poi tanto umanamente non si comporta.

La collettività invece di seguire i propositi che l'hanno resa società, fa del lavoro di gruppo una condanna. Tutti si mettono  l'uno con l'altro per ottenere un posto al sole.

Caro vecchio Darwin

lupo-7I colleghi si trasformano in bestie che lottano per il dominio del proprio territorio. Nella loro mente ormai accecata dallo stress che si autoalimenta, il lavoro è la preda da portare a casa e tu, il nemico che minaccia la loro buon riuscita.

Questi ibridi usano la meccanica del branco per isolare l'elemento esterno e fanno del mobbing l'arma migliore. In pratica, per quanto possa sembrare assurdo, questo fenomeno lavorativo sostituisce la selezione naturale del più forte.

Ognuno di noi è frutto di una evoluzione e come tali ne portiamo il marchio. Come fare allora per rompere le catene che lo stress ha forgiato per noi? Semplice. Dobbiamo comportarci da animali.

 

 Istinto animale

peanuts

Gli uomini pensano meglio quando sono in gruppo. All'interno del posto di lavoro, si potrebbero migliorare i rapportiinterpersonali, aumentando la frequenza dei pasti in comune e, per esempio, introducendo un'ora di sport. L'attività fisica, si sa, predispone l'essere umano. Le ore di lavoro dovrebbero essere da quarantacinque minuti. Lo scarto di un quarto d'ora darebbe la possibilità di guadagnare lo spazio per tutto.

Ognuno potrebbe contribuire alle spese necessarie per la preparazione dei pasti e la pulizia della palestra e poi metterli a servizio della comunità. Si sa che a pancia piena tutto acquisisce di certo un'altra apparenza e la condivisione del cibo nonchè quella dei compiti darebbe ad ognuno un determinato ruolo sociale. 

I colleghi non sarebbero più estranei, ma compagni di lavoro. La comunicazione svolta a tavola con lo stesso team invoglierebbe così la nascita di nuove amicizie. Gli amici si aiutano e non si ostacolano tra di loro. 

In parte bisogna credere di tornare a scuola e finalmente vedere le gite o la ricreazione come mezzi per creare un gruppo e non una classe!!!

 Debora De Porcellinis 

 

 

 

 
 

 

 

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