Come difenderti dall’accusa di evasione fiscale se prelevi dal tuo conto corrente?
C’è un Grande Fratello, implacabile e dalle mille ramificazioni
È assai più temibile di quello televisivo, perché capace di entrare nelle vite di ognuno di noi in modo pervasivo.
Il suo nome è Fisco; da circa un anno ormai conti correnti, carte di credito, IBAN, prodotti finanziari, assicurazioni e abbonamenti confluiscono in un enorme database sottoposto al controllo “scrupoloso” di banche e poste.
Queste hanno il potere di incamerare e incrociare qualunque informazione finanziaria, per poi passarla all’Agenzia delle Entrate. Il fine dichiarato è quello di una lotta serrata all’evasione fiscale.
Secondo Confindustria, nel 2015 il mancato gettito del Fisco è stato di circa 100 miliardi di euro: l’equivalente del 7,5% del PIL. Specularmente, il sistematico incrocio di dati ha permesso di recuperarne quasi 15, di miliardi. Si potrebbe dire che la montagna ha partorito il topolino.
Nel frattempo, un’ulteriore stretta di vite in tal senso si è avuta con l’approvazione di un emendamento al Decreto Fiscale collegato alla Legge di Bilancio 2017 (DL 193/2016). Detta norma ha introdotto nuove restrizioni alle attività che le aziende possono effettuare attraverso il proprio conto corrente. Contestualmente è stata cancellata la presunzione di evasione fiscale a carico dei professionisti.
Quali sono gli importi soglia per imprenditori, commercianti e artigiani?
I valori fissati sono 1.000 (tetto giornaliero) e 5.000 euro (tetto mensili). Se il titolare dell’azienda preleva dal conto corrente una cifra superiore, scattano i controlli.
Cosa comportano i controlli?
Gli accertamenti da parte dell’Agenzia delle Entrate, che si attivano nel momento stesso in cui viene superato l’importo soglia, innescano una serie di corollari.
Tra questi, la necessità di spiegare al Fisco le motivazioni del prelievo eccedente. Se l’interessato non è in grado di fornire opportune argomentazioni o i documenti relativi ai movimenti effettuati, si determina l’ipotesi di attività illecita e nero, con conseguente recupero delle somme evase. Ciò significa tassazione del prelievo o del deposito, che viene quindi trattato come un reddito.
Come difendersi dalle sanzioni?
Per evitare di vedersi trattare come degli incalliti evasori, è bene giocare d’anticipo.
Il che vuol dire, in caso di superamento degli importi soglia, che è consigliabile conservare traccia cartacea dell’operazione effettuata.
Dunque, meglio non buttare scontrini, fatture, quietanze e tutto quello che consente di ricostruire il “percorso” seguito dai soldi.