Come far rinascere un’azienda derubata del suo valore? Lo spiega un’imprenditrice…
10.07.2017 16:08
Quante volte, per orgoglio o eccesso di pudore, rinunciamo a chiedere aiuto?
Più spesso di quanto, probabilmente, realizziamo e ammettiamo a noi stessi.
Eppure, “uscire da sé” richiede uno sforzo consapevole che premia sempre. Prima di tutto perchè ci offre uno spiraglio, ci fa intravedere una via d’uscita alleggerendo il senso di oppressione, fatica e irrevocabilità. In secondo luogo perché, se il caso e le circostanze sono favorevoli, possiamo anche entrare in contatto con chi può, materialmente, accompagnarci nella risoluzione del problema.
Serenella Antoniazzi è un’imprenditrice di Concordia Sagittaria (Venezia); A.G.A. s.n.c, l’azienda di sua proprietà operante nel settore della levigatura del legno, ha rischiato anni fa di chiudere i battenti. All’origine di tutto, l’insolvenza di alcuni creditori che, dopo esser ricorsi a procedura fallimentare, son risorti sotto altre spoglie. Così, hanno lasciato “il cerino” in mano alla donna, costringendola a fronteggiare serie difficoltà finanziarie.
Tuttavia, dopo un periodo buio Serenella Antoniazzi è riuscita a iniziare un nuovo capitolo della sua vita professionale, e il merito va, in parte, all’imprenditore che lesse la sua lettera pubblicata su La Nuova Venezia del 16 dicembre 2012.
Dolorosa ed emblematica, la vicenda di Serenella Antoniazzi ha avuto conseguenze imprevedibili, innescando un circolo virtuoso capace di investire le aziende che si trovano a fare i conti con una situazione analoga. Qui di seguito la prima parte dell’intervista all’imprenditrice di Concordia Sagittaria. Il futuro è ancora tutto da scrivere, ma le premesse fanno ben sperare.
Dopo un momento di forte crisi in cui la Sua impresa ha visto seriamente compromessa la propria esistenza, qual è, a oggi, la situazione?
Oggi l’A.G.A. lavora attivamente ed è in crescita. L’arrivo del Fondo le permetterà di chiudere le partite aperte con l’Erario, sanare le posizioni bancarie e ritornare a respirare libera.
Dopo una fase di grande clamore mediatico, l’attenzione nei confronti dell’emorragia produttiva subita dal Nord Est, e in particolare dal Veneto, è andata decisamente scemando. Questo “fenomeno” corrisponde a un miglioramento della situazione, o coincide, “semplicemente” con la volubilità del sistema di informazione?
Questa è una mia riflessione personale: la ripresa c’è, ma è molto blanda e solo per alcuni settori. In questi giorni sono partiti i saldi, ma i negozi sono carichi di merce e semi vuoti. Perchè?
Si parla sempre meno di crisi quasi a far finta non ci sia mai stata, ne abbiamo paura? Lo stato di calma apparente ci permette di andare avanti e giorno dopo giorno abituarci a questo nuovo modo di vivere? Non si sentono neanche più notizie sui suicidi, eppure ci sono.
I nostri figli vanno all’estero perchè qui non trovano lavoro? Non si adattano al lavoro di manovalanza? Vogliono fare esperienze diverse? Non c'è’ futuro? Mancano figure professionali nel settore manifatturiero, figure dove ci si sporcano le mani, ( tessile, meccanico, agricolo), sono disposti i giovani italiani a mettersi in gioco anche in attività per le quali non hanno studiato?
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Tasto molto dolente. Gli imprenditori, i professionisti, le partite Iva non hanno cassa integrazione, né malattia, pochi mesi per la maternità. Se un’azienda chiude, gli operai con le loro famiglie vengono protetti dagli ammortizzatori sociali per periodi di medio lungo termine e quindi sono in grado di far fronte alle spese della vita quotidiana. Così, possono prendersi tempo per cercare altro lavoro o possibili soluzioni, all’interno dell’azienda dove operavano. Un imprenditore no.
In un’attività di dieci dipendenti e un imprenditore, dieci famiglie vivono, una cerca di sopravvivere e magari di non finire in strada perchè si vede pignorata la casa. Quanto scalpore fa? Chi difende l’imprenditore? Il sindacato entra a spada tratta per difendere l’associato; in certi casi, il cliente che ha messo in difficoltà l’imprenditore fa parte della stessa associazione di categoria. Allora di cosa stiamo parlando ?
Quali sono i riferimenti normativi inerenti il Fondo Serenella (il fondo destinato alle imprese vittima di mancati pagamenti, ndr)?
Nella pagina ufficiale del MISE vi è’ un’apposita finestra “Fondo aziende vittime mancati pagamenti dolo di terzi” da qui la modulistica e la guida per l’accesso al Fondo, oppure chiedere e pretendere di essere seguiti dal proprio commercialista o associazione di categoria.
Le prime richieste di accesso al Fondo sono già pervenute: sono già stati concessi i relativi finanziamenti? Lei è in contatto con qualcuna delle aziende che hanno presentato richiesta e/o ricevuto i soldi?
So per certo che alle prime aziende che hanno fatto domanda sono giunte le richieste da parte del MISE di integrazione documentazione al fine di erogare i finanziamenti (entro 90 giorni).
Si, sono in contatto con alcune imprese e insieme stiamo aspettando l’erogazione. Per chi ha vissuto vicende come la mia, l’arrivo del Fondo non si limita alla concessione di soldi, ma a una rivincita morale ed etica che va ben oltre il valore economico. Sia chiaro, lo aspettiamo tutti giorno dopo giorno, ma senza dimenticare che quando abbiamo denunciato e ci siamo messi di traverso a un sistema truffaldino e disonesto, del Fondo non vi era neanche il sogno.