Come parcheggiare i rimpianti e vivere con grinta

L'importanza dell'errore

rassegnazioneUn ragazzo di vent'anni  con una vita davanti può permettersi molti sbagli. Anzi DEVE commetterli perché sono il preambolo di una crescita efficace.

Tutti noi abbiamo passato la giovinezza alla ricerca di una sana identificazione. Alcuni l’hanno trovata, altri no. La categoria peggiore è quella che si convince di averla trovata. E spesso quest’ultimi,  in sempre più frequenti momenti di stress,  crollano mostrando le loro fragilità.

«Non è la vita che volevo», «Ormai è andata così», «Per fortuna hanno inventato lo Xanax» e altre stupide affermazioni che chiunque abbia la sfortuna di sentire cadrebbe in un vortice di rabbia depressiva, prendendo a cazzotti chi le pronuncia urlando: «Svegliati!!»

Chi sono i perdenti?

perdentiI rassegnati. Chi non crede a nulla, coloro che hanno sempre preferito parcheggiare a un chilometro di distanza convinti che davanti al locale non avrebbero trovato posto. Da una parte è giusto l’aforisma del filosofo greco Epicuro: «Accontentati di ciò che hai oggi perché è quello che desideravi ieri».

Ma quello che abbiamo è ciò che abbiamo desiderato? Ho fatto un piccolo sondaggio. Ho domandato a cinque sconosciuti se erano felici delle loro realizzazioni, o meglio, della loro vita. Nessuno di loro mi ha trasmesso il coraggio di inseguire un sogno.

La sopravvivenza

Molti affermano che si arriva a un certo punto dell'esistenza in cui bisogna sistemarsi. Ma un lavoro al supermercato è quello che vogliamo? Se siamo contenti di stare in mezzo alla gente si, ma se lo facessimo solo per soldi?

 

Nella vita, secondo la filosofia buddista, se immettiamo nel cosmo buone cause il karma risponde. La legge mistica è stata scoperta millenni fa. In breve: se decido di accontentarmi mi accontento ma se decido di lottare, lotterò.

Il ring

tingÈ meglio aver tentato e fallito che non aver tentato affatto. Quanto di più vero può essere questa frase? Senz’altro pure voi conoscerete qualcuno che ha perso ma è contento perché i suoi valori e la sua lotta costante lo hanno reso felice ugualment.Inoltre, successo non è sinonimo di felicità.

In fondo il rimpianto non è altro che un ramo della tristezza. Si è giù di morale non tanto per i vari rimpianti che sono solo alibi ma perché non si è felici.

L’occhio del proprietario di un attico con vista Colosseo non è detto che sia soddisfatto. La lotta verso la felicità è un match necessario, al fine di portare avanti valori e idee. E questi vincono su tutto ciò che ci circonda e che possiamo possedere.

Il programma di oggi e domani

nonninoHo aperto l’articolo scrivendo che la vita di un ventenne più è fatta di fallimenti e meglio è perché può costruirsi un futuro pieno di esperienza. Questo non significa che la vita di un uomo in età avanza non possa essere tanto diversa.

Che ne pensate dell’ottantaduenne emiliano che ha deciso di laurearsi in filosofia dopo la scomparsa della moglie, per capire in che mondo potrebbe essere finita?

Di storie come la sua ce ne sono a migliaia, eppure cinque persone che ho incontrato per strada mi sono apparse più morte che vive. Questo perché non hanno più il coraggio di ascoltarsi, non si sforzano di tirar fuori quel che desiderano per condurre una vita soddisfacente.

Il tempo è relativo

vivereChiunque si voglia prendere il rischio di essere felice, perché al giorno d’oggi pare sia così, deve porre cause nella sua vita. Giorno dopo giorno deve spogliarsi dei vestiti sporchi che indossa per poter rendersi conto di una sola cosa: il vecchio va lasciato alle spalle, oggi è il presente ed è perciò il mio domani.

I rimpianti parcheggiamoli, lasciamoli ad un chilometro di distanza. Avanziamo con coraggio e andiamo a prenderci il posto davanti al locale.

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di Luca Mordenti

 

 

 

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