Come si chiama? Non ricordo!
Mi è capitato più di una volta di conoscere una persona e, subito dopo, dimenticare il suo nome.
Scommetto al 100% di non essere il solo. Se siete ad una festa e vi presentano cinque persone, quanti nomi vi ricordate il giorno dopo? Il risultato è alquanto imbarazzante e non valgono scuse tipo "sono una frana nel ricordare!"
È decisamente antipatico essere riconosciuti e chiamati per strada senza poter replicare il saluto. Mi succede spesso.
«Ciao bello!» e non appena voltato l’angolo: «Come c***o si chiama?»
Tutto ciò che occorreva era un poco di concentrazione. Dove sta, ogni volta, la mia testa? Per ovviare al problema ho elaborato alcuni trucchetti che voglio condividere con voi.
La volontà. Il primo passo è decidere di voler ricordare un nome, ancora prima che venga pronunciato.
Ripetere. Cogliere ogni occasione per tenerlo a mente. Ad esempio «Di cosa hai detto che ti occupi Mario?».
L’immagine. Un altro trucco che sicuramente ci è già stato insegnato è l’associazione nome-figura. Non deve essere necessariamente collegato al “significato” ma l’importante è immaginare una situazione buffa. Il nostro nuovo amico Mario, possiamo ricollegarlo al super idraulico del noto videogioco, mentre magari schiaccia funghi giganti. Se abbiamo poca fantasia, nessun problema. Alternativa valida è associare il nome della persona con qualcosa che faccia rima. Ad esempio, Marcello – Castello.
Lo spelling. È un metodo infallibile, consiste nel visualizzare il nome lettera per lettera. Se ci hanno appena presentato qualcuno possiamo cogliere l’occasione per far viaggiare la mente e osservare le lettere ruotare sopra la testa o appese ad un collana che indossa.
Scrivere. Il più banale ma il più efficace. Appuntiamo ( di soppiatto) l’identità sullo smartphone.
Come ti chiami?. Non faremo senz’altro una bella figura ma piuttosto che ritrovarsi a ricordare un nome che non ci sovviene, approfittiamo della serata per domandarlo di nuovo. Se magari è passata qualche ora di chiacchiera, e siamo in imbarazzo, dopo aver fatto un complimento, non dobbiamo aver paura di chiedere . Ad esempio: «Mi hai raccontato un sacco di cose che non conoscevo, grazie. Ma ho un vuoto, mi puoi ripetere il tuo nome?»
L’amico. Se incontriamo una persona e non ricordiamo come si chiama, ma non siamo soli, ancor prima che ci saluti, presentiamogli il nostro amico. Molto probabilmente si stringeranno la mano, o per lo meno pronunceranno i nomi.
Ascolta. Se non abbiamo una grossa autostima, può capitare che l’attenzione sia rivolta a noi, dimenticandoci di chi abbiamo davanti. Magari temiamo di dire una cosa sbagliata o apparire negativamente. Un metodo efficace è trovare una connessione. Un vero dialogo necessita ascolto e la giusta attenzione per far sì che si l’incontro venga ricordato.
Queste strategie non solo si possono applicare per non dimenticare i nomi ma anche in altri contesti. Sceglietene un paio e provate. Io ho sperimentato la numero tre e quattro.
Ho avuto ottimi risultati. Ricordo perfettamente il suo nome e come cavalcava l’asino a Piazza di Spagna con in mano una spada di cartone, sotto le risa dei turisti . E forse anche le mie.