Come si diventa travel designer
Nomadi digitali, gruppi Facebook, app di qualsiasi genere.
Se una volta partire per un viaggio significava non saper bene a cosa andare incontro, oggi…sappiamo anche troppo! Possediamo una miriade di informazioni e troppo poco tempo per studiarle al meglio.
Dunque, se non siamo proprio campioni di organizzazione, potremmo aver bisogno di una figura specifica che ci guidi passo passo tra prenotazione di voli, spostamenti e alberghi. Ma, soprattutto, che renda la nostra esperienza da globetrotter indimenticabile.
E, se negli ultimi anni i mestieri più in voga sembravano essere tanto il fashion blogger quanto lo chef, si sta facendo strada una nuova figura che promette di avere largo seguito: il travel designer.
Cosa fa?
Progetta viaggi su misura, ottimizzando le risorse e cercando di realizzare l’itinerario perfetto. Prima di essere consulente è innanzitutto un viaggiatore, che conosce luoghi, abitudini, peculiarità delle mete che propone, riuscendo, grazie all'esperienza diretta, a calcolare bene i possibili imprevisti.
Cos’ha di diverso da un agente di viaggio?
Non compra pacchetti da un catalogo ne è un intermediario ma disegna itinerari esclusivi partendo dalle esigenze del cliente. Il travel designer deve dunque essere anche un po’ psicologo: ascoltare le esigenze dell’avventore e carpirne gusti, paure, abitudini, cosa cerca quando decide di partire per mete sconosciute.
Inizialmente si svolgerà infatti una piccola intervista in cui vengono richieste informazioni inusuali: lavoro, hobby,musica preferita dell'acquirente. Obiettivo? Avere una panoramica più ampia sul tipo di persona che ci si trova davanti. Dopodichè, sulla base delle informazioni raccolte, si offrono al viaggiatore tutte le possibili alternative per creare l’abito su misura. Insomma, come farebbe un sarto, il travel designer mette faccia e firma sulla propria creazione.
Come si diventa travel designer?
Innanzitutto, devi essere un viaggiatore curioso e affamato di novità. Esistono pochi corsi o master a riguardo, dal momento che si tratta di una professione nuova. Tutto ciò su cui può contare il travel designer è la sua esperienza diretta.
Ovviamente c’è anche necessità di un ampio bagaglio culturale, conoscenze di tipo storico, legate al territorio, all’arte, ai monumenti, alla tradizione culinaria. Se non si possiedono, potrebbe essere necessario studiare da autodidatta. Oppure, se si è un po’ più giovani, è preferibile scegliere una laurea nel settore turistico. Quid in più è rappresentato dalla conoscenza delle lingue principali (quali inglese o spagnolo).
Quanto si guadagna
Normalmente si parla di una clientela di lusso. Un ristretto bacino di utenza che, non avendo il tempo di organizzare un viaggio autonomamente, si deve rivolgere a qualcuno che lo imposti nei minimi dettagli.
Se si è fortunati, parte il passaparola e il travel designer diventa brand di sé stesso e comincia ad avere largo seguito. Chiaramente i prezzi dei pacchetti saranno direttamente proporzionali alla nomea e bravura acquisite.
Man mano che si allarga la clientela può capitare di venire contattati da agenzie specifiche per organizzare viaggi di gruppo.
Inoltre, fare l’agente di viaggio nel modo tradizionale comporta costi fissi e pratiche amministrative spesso onerose. Il travel designer è una figura senz’ altro più autonoma, anche se meno sicura dal punto di vista economico. Tuttavia, da attività collaterale, potrebbe diventare lavoro a tempo pieno.
Storie di successo
Parlando di personalità nostrane, la più famosa travel designer italiana è Carla Diamanti. Giornalista, autrice di guide e appassionata viaggiatrice, Carla studia turismo e lavora inizialmente a Torino come accompagnatrice per Malan viaggi. Da lì inizia a dirigere corsi di formazione per accompagnatori, collaborando con il Touring Club.
Ad oggi gestisce ThetravelDesigner.it, dove dispensa consigli di viaggio e realizza pacchetti su misura con grande senso pratico, fantasia e precisione. I tour tailor-made (su misura) sono rivolti a viaggiatori autonomi ma anche a professionisti del turismo. Il suo motto? Progetto un viaggio eccezionale: il tuo.
di Irene Caltabiano
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