Come smettere di demonizzare lo stress e usarlo per raggiungere i propri obiettivi
La vita è cambiamento
Che ci piaccia o no, ogni giorno siamo sottoposti a innumerevoli - ed eterogenei – stimoli. Sta a noi scegliere a quali (e come reagire), quel che è certo è che, dopo averli incontrati/affrontati/evitati, non siamo più quelli di prima.
Evolverci o involverci, però, non dipende (sol) tanto dal tipo di stimolo (un nuovo lavoro, un nuovo amore, la fine di una relazione, la nascita di un figlio), ma soprattutto dalla chiave di lettura con cui lo approcciamo.
Stress e problemi: due concetti molto relativi
Così, per un ansioso, una promozione può determinare un dispendio di energie (emotive e fisiche) esorbitante rispetto alle gratificazioni (materiali e non) ed al consolidamento dell’autostima che ne dovrebbero conseguire. In base allo stesso meccanismo la nascita di un figlio può accompagnarsi all’insorgere della depressione.
E ancora: persone con una spiccata capacità d’introspezione riescono a metabolizzare il dolore connesso alla perdita (del lavoro, della relazione in cui credevano, o di un genitore) coltivando quotidianamente lo slancio creativo.
A determinare scenari così contrastanti tra loro è la natura duplice del cosiddetto stress. Quello cattivo (distress) è connesso al cronicizzarsi della sofferenza (e all’insorgere di varie malattie), e quello buono (eustress) alla possibilità di rinascere dopo che, in un qualunque frangente, si è sperimentato il deflagrare di una distruzione.
Stress: l’eterna lotta tra il bene ed il male
In concomitanza con il profilarsi all’orizzonte di un cambiamento, il distress determina (e fissa nell’inconscio) domande insidiose e pensieri intrusivi come: “non ce la farò mai”, “chi me l’ha fatto fare?!?”, “non sono all’altezza. Sarà un disastro”. Ne conseguono angoscia, diminuzione della reattività agli eventi, e disturbi psicosomatici.
L’eustress, invece, è la spinta che ci permette di adattarci ai cambiamenti e cavalcarli, anziché esserne sopraffatti. Lo stress buono ha durata circoscritta, ed incrementa i livelli di attenzione, la produttività e la consapevolezza delle proprie risorse.
Come ridurre l’impatto del distress sulla nostra vita?
Un grande cambiamento, seppur positivo, suscita un mix di ansia e paura direttamente proporzionale, se ci illudiamo di affrontarlo tutto intero, così com’è. Se, invece, lo spezzettiamo in tante piccole (e graduali) azioni da compiere, appare sotto una luce completamente diversa. Sostenibile e commisurato alle nostre forze, finalmente.
Last but not least, fare movimento e meditare con regolarità spostano l’ago della bilancia verso l’eustress, permettendoci di gustare ogni conquista ed addomesticare, dandoci tempo, qualunque dolore. Anche quello più mostruoso.
Quando le cose non mi divertono, mi ammalo (H.B.)
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