Contratti di solidarietà espansiva: un realistico antidoto contro la disoccupazione
Lavorare meno, lavorare tutti…e non perdere neanche un euro di stipendio
Qualcuno potrebbe definirlo un’utopia, altri un miraggio, ma intanto in Emilia Romagna si lavora per creare le condizioni favorevoli alla concreta sperimentazione di questo inedito meccanismo di ripartizione del lavoro.
Il dibattito è scaturito da una proposta di legge regionale stilata da Piergiovanni Alleva, che vanta una lunga esperienza come docente di Diritto del Lavoro presso l’Università di Bologna e che è recentemente entrato nell’assemblea dell’Emilia Romagna in veste di consigliere.
Ad ispirare Piergiovanni Alleva è stato lo strumento dei contratti di solidarietà espansiva, che hanno fatto capolino negli anni Ottanta per poi essere recentemente ripresi nell’ambito del Jobs Act.
Ridistribuire il carico di lavoro, ma come?
La proposta di legge regionale presentata da Piergiovanni Alleva è incentrata sulla riduzione dell’orario di chi è già assunto, per consentire l’ingresso in azienda di altri soggetti.
Secondo una stima, ogni quattro dipendenti che accettano di lavorare un giorno in meno, si creano i presupposti per contrattualizzare una nuova risorsa.
Qual è l’elemento di novità del testo di legge?
I contratti di solidarietà espansiva prevedono l’adesione su base volontaria, e comportano una decurtazione dello stipendio. In linea di massima, chi accetta di lavorare meno ore subisce una perdita monetaria del 20%.
La proposta targata Alleva introduce una discontinuità: la retribuzione infatti resterebbe inalterata, in virtù di un meccanismo di compensazione attuato tramite strumenti di welfare aziendale.
I dipendenti che sottoscriverebbero la riduzione del monte orario riceverebbero quindi buoni da utilizzare per fare la spesa e/o correlati a servizi messi a disposizione dall’azienda. Per rendere conveniente anche a quest’ultima il processo di redistribuzione del carico di lavoro sarebbe però necessario ampliare la lista delle misure oggetto di defiscalizzazione per l’imprenditore, come evidenzia Piergiovanni Alleva.
Il testo di legge, focalizzato sull’inserimento professionale dei disoccupati under 30, prevede l’erogazione da parte della Regione di un bonus mensile di 40 euro a vantaggio dei dipendenti che accettano di lavorare meno.
Una proposta, questa, che, a differenza di molte (fumose) dichiarazioni d’intenti relative alla creazione ex novo di occupazione, “concepite” non a caso in periodo elettorale, ha il pregio di approcciarsi pragmaticamente a una situazione esistente. Il testo di legge suggerisce azioni virtuose in grado di produrre risultati apprezzabili se condivise da un’ampia platea di soggetti (cittadini, aziende, enti locali, istituzioni nazionali).
Peraltro, il metodo illustrato da Piergiovanni Alleva rientra anche nell’agenda del Movimento Cinque Stelle, risultato vincitore alle ultime elezioni. I tempi sembrano quindi essere maturi per dare corpo al concetto di solidarietà espansiva. Se non ora, quando?