Cosa faremo nel futuro?Le otto professioni che dei giovani del 2030
21.10.2015 11:25
Certo da bambina non avrei mai pensato che potessero mai esistere queste professioni eppure, i risultati dei Futur Studies (assolutamente attendibili), incentrati proprio sui probabili lavori del futuro, dimostrano che questi esisteranno davvero!
Il presente?
Se è vero che attualmente viviamo in un mondo tecnologico e globalizzato dove la presenza umana diventa inutile per lo svolgimento di molti lavori poiché è la macchina che ci sostituisce, è vero anche che ci si adatta a qualunque situazione e che la nostra futura società sarà incentrata su nuovi bisogni da soddisfare e di conseguenza nuove professioni.
Se è vero che attualmente viviamo in un mondo tecnologico e globalizzato dove la presenza umana diventa inutile per lo svolgimento di molti lavori poiché è la macchina che ci sostituisce, è vero anche che ci si adatta a qualunque situazione e che la nostra futura società sarà incentrata su nuovi bisogni da soddisfare e di conseguenza nuove professioni.
Allora immaginiamo di trovarci nel 2030 e vediamo quali saranno queste professioni illustrate da un articolo di “Wired”
Il Futuro!
Scenografo dei ricordi (Nostalgist)
La vita media si allungherà e chi se lo potrà permettere vorrà vivere in compagnia dei migliori ricordi facendone però esperienza diretta nel proprio ambiente, magari in cohousing con altri appassionati dei degli anni ’70 o ’80.
Le nuove tecnologie legate all’Habitat permetteranno di costruire ambienti scenografici immersivi in cui le persone potranno rivivere sensazioni legate al passato e non sentirsi spaesati rispetto all’identità del proprio percorso di vita. Gli stimoli visivi, sonori e tattili coerenti con il proprio vissuto creano il confort adatto a produrre sensazioni positive, con ricadute anche sulla salute.
I nuovi professionisti dovranno integrare la capacità di disegnare gli ambienti con le competenze di storico dei costumi e con la capacità di ascolto mirato tipica dei terapeuti per capire a quale decennio ispirarsi per rendere davvero più felice il cliente.
Ottimizzatore di comunità (Localizer)
La globalizzazione nel 2030 non sembra godere di grande appeal. Le comunità avranno le risorse per essere autonome sia dal punto di vista energetico che produttivo. Energia solare, negozi di stampa 3D, giardini e serre urbane trasformeranno i quartieri o i piccoli centri in un mondo autosufficiente, purché esista qualcuno in grado di coordinare in maniera efficace tutte queste risorse e gestire le relazioni su cui si basa il sistema.
Chi vuole intraprendere questa carriera dovrà prima di tutto sviluppare abilità di networking, ma anche di relazione d’aiuto (quelle tipiche degli assistenti sociali o più semplicemente del buon vicino). A livello di hard skills saranno utili conoscenze di logistica e supply chain management, capacità matematiche e di contabilità.
Selezionatore di Robots (Robot Counsellor)
Tra quindici o vent’anni nelle case non sarà strano incontrare un’assistente robotico. Proprio in questi giorni è stato annunciato dall’IIT l’avvio di un progetto per rendere i robot domestici economicamente accessibili (dagli attuali 250 mila euro l’obiettivo è 10 mila euro) e per collegarli alla tecnologia degli smartphone.
Come già sottolineato da Roberto Cingolani (direttore dell’Istituto Italiano di Tecnologia) i robot dovranno capire la semantica del nostro corpo e su questo si sta lavorando con buoni risultati. Se a qualcuno fa paura la mancanza di calore di una macchina va però ricordato che per molti anziani la rinuncia alla propria privacy e alla sensazione di autosufficienza è elemento di depressione che una macchina può attenuare essendo potenzialmente considerata un “giocattolo” poco invadente e sotto controllo, mentre la compagnia umana potrebbe essere slegata da attività stressanti e concentrata in momenti ricreativi.
Serve però, anche nella scelta della compagnia robotica, una selezione precisa che tenga conto di bisogni e caratteristiche dell’assistito, del suo stile di vita e delle dinamiche familiari che potrebbero essere sconvolte dall’arrivo del nuovo assistente. Le competenze, oltre alla conoscenza delle soluzioni esistenti sul mercato e l’indipendenza nel proporle, vanno da quelle del counsellor familiare a quelle dell’educatore, per consentire alla famiglia di comprendere e apprendere le nuove tecnologie.
Esperto di benessere aziendale (Company Culture Ambassador)
Le imprese saranno in competizione per assicurarsi i migliori talenti, sempre più nomadi e con profili sempre meno standardizzati. Assicurarsi un buon elemento vorrà dire arricchire il proprio capitale intangibile fatto di reti di conoscenza ad alto valore (un buon candidato è portatore di know how rinfrescato da più collaborazioni e da relazioni con organizzazioni e individui interessanti).
Per conquistare i talenti e farli sentire nel posto giusto serviranno persone dedicate, che dovranno intrattenere i collaboratori con attività divertenti e benefit diversi da quelli monetari, comunicare e rendere condivisi i valori aziendali e creare un ambiente e un clima di lavoro piacevole. In realtà in alcuni uffici del personale (pochi in Italia) esistono già questi “obiettivi”, ma una figura che curi il gruppo di collaboratori in maniera così mirata deve ancora nascere.
Il professionista avrà entusiasmo, creatività e capacità simili a quelle dell’organizzatore di eventi e a quelle dovrà integrare competenze in organizzazione del lavoro, formazione, sociologia, psicologia.
Semplificatore (semplicity expert)
Di fonte alla progressiva complessità nata dal moltiplicarsi delle informazioni e delle interazioni non può che esserci una crescente domanda di semplicità. Sarà sempre più gradita la capacità di individuare l’essenza di un processo, razionalizzare i metodi di lavoro in maniera creativa e ridurre i tempi di esecuzione lasciando il tempo liberato ad attività a maggior valore aggiunto. Mentre anche in Italia si tengono scuole di complexity management, gli elementi da mettere nel proprio curriculum sono legati sia alle conoscenze matematiche sia a quelle sociologiche e psicologiche e, naturalmente, gestionali.
Analista dei trasporti (auto-transport Analyst)
Sempre meno autisti e sempre più trasporti automatizzati. La circolazione senza autista, dicono gli studi, ne avrebbe dei vantaggi riducendo drasticamente gli incidenti mortali: dall’80 al 99%, dicono gli esperti, sempre che la rete wireless e i satelliti continuino a funzionare diciamo noi. Anche qui, però, serve il tocco umano e una supervisione che prevenga i problemi, risponda agli imprevisti e risolva tempestivamente i disagi degli utenti. Questa figura deve essere anche in grado di creare strategie per migliorare i servizi. Questo lavoro è consigliato a persone con la passione per la logistica e con l’attitudine a capire come tante piccole parti costituiscano un sistema. Tra le doti utili anche la pazienza, necessaria a comprendere lo stress di chi viaggia ogni giorno come pendolare. Come per tutti i lavori in una metropoli che sarà sempre più multiculturale è necessaria una buona conoscenza delle lingue.
Guida sanitaria (Healthcare Navigator)
Il campo dell’healthcare è in piena evoluzione e la tecnologia introdurrà negli ospedali strumenti e percorsi nuovi, che seguiranno i pazienti fino a casa. Se già ora seguire le vicende di un proprio un caro in ospedale e prendere decisioni è difficile e particolarmente stressante, l’accellerazione nella trasformazione degli ospedali in sistemi innovativi può disorientare in maniera eccessiva. Sembra prevedibile la domanda di esperti dei processi interni agli ospedali che sappiano accompagnare i pazienti e le loro famiglie nei reparti e nelle decisioni, agevolando il ricovero ospedaliero e domiciliare (che sarà sempre più incentivato e assistito da tecnologie). Il Virgilio ospedaliero può essere considerato l’evoluzione dell’ infermiere e dell’assistente sociale. Il suo ruolo, caratterizzato dalla perfetta conoscenza del sistema sanitario, sarà inoltre di punto di contatto tra il paziente e le persone utili alla sua degenza: farmacista, medico, assistente sanitario, fisioterapista, etc.
Ingegneri di strutture in stampa 3D (Makeshift Structure Engineer)
In caso di alluvioni o terremoti servono strutture di accoglienza in tempi rapidi per ospitare gli sfollati e ricostruire il tessuto sociale che ha bisogno di un ambiente di riferimento. La stampa 3D non serve solo a fare gadget, ma può essere utilizzata per strutture provvisorie realizzate in emergenza. Una squadra potrebbe realizzare una comunità in una settimana.
L’ingegnere/progettista che voglia specializzarsi in questo settore deve conoscere la tecnologia di stampa 3D ma deve anche saper lavorare in situazioni di emergenza, cosa che richiede buone capacità di leadership.
E tuo figlio per quale lavoro lo stai preparando? O forse pensi ancora a fargli fare l'avvocato?
leggi anche
Iscriviti alla nostra newsletter settimanale